Etichette
.
(11)
..
(8)
..dal secolo passato
(81)
..dal secolo passato cor-aggio
(1)
.basso impero
(12)
.fotografia
(3)
1948
(26)
angeologia
(10)
anniversari
(21)
annunci
(6)
antroposofia
(17)
astrosofia
(8)
basso impero
(113)
best of Bucchi
(7)
biografie
(8)
buone notizie
(20)
cartoons
(3)
cinema
(174)
contromano
(70)
cor-aggio
(51)
cortometraggio
(9)
dal secolo futuro
(35)
dal secolo passato
(15)
dalla cronaca
(77)
danza
(53)
De André
(6)
de-siderata
(1)
denaro-futuro-speranza
(23)
diavolerie
(53)
elezioni americane
(1)
epigrafe tombale
(9)
esclamativi
(27)
etimologie
(15)
Fari
(1)
fiaba/mito
(20)
fotografia
(181)
gattità
(14)
graffiti
(15)
Guzzanti for president
(3)
haiku
(5)
immagini dell'Io
(22)
interrogativi
(118)
lettere
(15)
letture
(41)
mediterraneo
(14)
meme
(9)
non di solo pane
(1)
non di solo pane..
(10)
pasta madre
(1)
peccati mortali
(13)
pedagogia
(6)
pensieri
(533)
piccolo zoo
(26)
poesia
(327)
precetti
(25)
proverbi
(15)
resistere
(55)
ri-cor-di
(10)
rudolf steiner
(43)
rugby
(27)
Satira
(1)
sicilia
(54)
solo per palati fini
(25)
sull'amore
(43)
teatro
(18)
Vandée Globe
(1)
Video musicali
(648)
vincent
(255)
zen
(118)
lunedì 20 febbraio 2012
ostriche e cozze
" Tradizionale sinonimo di scarsa avvenenza, le cozze sono a tutti gli effetti un sottoproletariato acquatico, una folla indistinta, nera, aggrovigliata. Brutta, sporca, ma non cattiva. Nulla a spartire con le blasonate ostriche che irrompono sulla scena della tavola adagiate su sontuosi plateau di ghiaccio e precedute dai loro nomi, altisonanti come titoli gentilizi. Belon, Rocher de Cancale, Fine de Claire, Oléron. Massimo dodici, mai meno di tre. I loro calibri si contano con inesorabile scrupolo, come i quarti di nobiltà. Mentre le cozze, oscure e generose, si comprano a chili, a retine, e in Francia addirittura a litri. E a Napoli, dove l'impossibile è nell'aria, persino usate. A Venezia le chiamano con l'appellativo poco lusinghiero di peoci, che a Trieste diventa pedoci. Ma il risultato non cambia, si tratta sempre e comunque di pidocchi. Una moltitudine anonima di mitili ignoti. Pronti però a buttarsi nel fuoco per la gioia delle nostre papille. Il loro sacrificio ha arricchito la cucina povera italiana di capolavori assoluti come la partenopea pasta e fagioli con le cozze, come le tielle di Gaeta, i sontuosi stanati pugliesi,che sposano ai frutti di mare riso, zucchine e patate. E, last but not least, le seducentissime cozze crude, redente dalla esperidea purezza del limone che ne esalta la nuda sensualità da peccatrici pentite."
Marino Niola, Si fa presto a dire cotto
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento