Visualizzazione post con etichetta vincent. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta vincent. Mostra tutti i post

lunedì 4 novembre 2024


 


Terribile testa-coda dello slogan “ Fate l’amore non fate la guerra “




vincent

martedì 17 settembre 2024


 


Hanno parlato di un malore, ma preferisco immaginare che a quella domanda l’on. Giulio Andreotti sia stato teletrasportato nel nostro presente e sia rimasto letteralmente senza parole..


vincent

giovedì 29 agosto 2024






Dopo l’11 settembre è più facile proteggere gli Americani dal terrorismo che gli Americani dagli Americani.


vincent
 

martedì 27 agosto 2024


 


Nel 1649, William Harvey pubblicò un libro importante, la Exsercitatio Anatomica de Circolatione Sanguinis, frutto di una esperienza pratica di fisiologia e anatomia sul cadavere. Vi viene descritta la funzione del cuore e della circolazione utilizzando per la prima volta un modello meccanico. Il cuore era ufficialmente una pompa.

Ascoltando uomini come questi viene da pensare che la teoria del cuore come pompa, tutt’ora accreditata dalla scienza ufficiale, sia stata una oscura predizione. Perché? Ma per via del fatto che un linguaggio come questo del filmato viene da un cuore che sta ormai perfezionando la sua definitiva trasformazione in pompa meccanica. Il pensiero viene dal cuore. Li dovremo ringraziare, questi uomini. Se molti di noi ancora scandalizzabili, provando un moto di inquietudine davanti a progetti di questo tipo, si muoveranno verso altre sponde, e i loro cuori in quel libero dinamismo avranno modo di respirare, ecco che la pompa, come per un incantesimo, si trasforma in un delicato organo di percezione sensibile capace di generare un pensiero nuovo. 


vincent



lunedì 26 agosto 2024

Velieri





 Halford John McKinder nel 1904 presenta il suo saggio: The Geographical pivot of History. MacKinder fu membro della Camera dei Comuni e consulente scientifico del governo britannico al termine della prima guerra mondiale. Il suo maggior contributo fu la sua concezione, esposta nello scritto cui ho accennato, nel quale, riflettendo sulla distribuzione delle terre emerse, delinea una ripartizione che divenne fondamentale in materia di geopolitica, riflessione che molti giudicano essere alla base della nascita della geopolitica e cioè quella che distingue le nazioni in potenze di mare e di terra. 

Non è difficile capire che Inghilterra e Stati Uniti devono alla Marina le loro conquiste, laddove Germania e Russia hanno bisogno di calpestare il suolo dei paesi da conquistare. In realtà la teoria è molto più complessa, ma quello che mi interessa mettere in evidenza è che MacKinder, cittadino di una potenza di mare come l’Inghilterra, è soprattutto preoccupato di raccomandare quello che, a suo parere, è un punto strategico irrinunciabile: l’assoluta necessità che Inghilterra e Stati Uniti avevano di frammentare il più possibile l’Europa per evitare che un’unica potenza potesse dominarla, e questa unica potenza poteva costituirsi solo con l’unione di Germania e Russia.

Qualcuno potrà pensare che in questi 120 anni ne è passata di acqua sotto i ponti ma vi chiedo: quanto tempo è passato dal sabotaggio definitivo del nord stream? Se non sbaglio, era il settembre 2022.





La foto che mostro illustra tutto ciò in modo graficamente impeccabile. State Street, Vanguard, Fidelity, BlackRock, agenti delle potenze marittime e il simbolo del veliero.


Nel golfo di Palermo è stato letteralmente polverizzato un veliero. Ma questa volta il “nemico” non ha lasciato orme sul terreno. Metereologia come arma di guerra? Non solo potenze di mare e di terra, ma anche potenze dell’aria? E se la teoria di McKinder fosse da rivedere? Forse 120 anni sono tanti, anche per una buona teoria..



vincent



martedì 12 marzo 2024








 “ Questa donna non è che la continuazione dell’uomo con altri mezzi “


vincent von Clausevitz

lunedì 8 gennaio 2024





 L’eliminazione fisica del “ nemico “ soddisfa l’illusione di oscurare lo specchio che si ostina a presentare allo sguardo dell’anima la sostanza oscura del nostro irrisolto.

Del “ nemico “ ci serviamo per catalizzare l’odio che segretamente nutriamo per noi stessi.

C’è solo un cammino che porta alla fine di ogni guerra di sterminio: quello che intraprendiamo riconoscendo l’inganno e rivolgendo finalmente un desiderio amorevole di dialogo al nostro doppio.

Affermare che il nemico “ non è umano “ significa dare la più chiara testimonianza della nostra personale, tragica disumanità.



vincent

mercoledì 1 novembre 2023


 Il 2 novembre del 1917 Arthur James Balfour, ministro degli Esteri del governo inglese, indirizza a Lord Rothschild principale rappresentante della comunità ebraica inglese e referente del movimento sionista la lettera che passerà alla storia come la dichiarazione Balfour Eccone il testo: “ Egregio sig. Rothschild, è mio piacere fornirle, in nome del governo di Sua Maestà, la seguente dichiarazione di simpatia per le aspirazioni del movimento sionista che è stata presentata, e approvata dal governo. Il governo di Sua Maestà vede con favore la costituzione in Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebraico, e si adopererà per facilitare il raggiungimento di questo scopo, ESSENDO CHIARO CHE NULLA DEVE ESSERE FATTO CHE PREGIUDICHI I DIRITTI CIVILI E RELIGIOSI DELLE COMUNITÀ NON-EBRAICHE DELLA PALESTINA,NÉ I DIRITTI E LO STATUS POLITICO DEGLI EBREI NELLE ALTRE NAZIONI. Le sarò grato se vorrà portare questa dichiarazione a conoscenza della federazione sionista. Con sinceri saluti, Arthur James Balfour “

La dichiarazione Balfour fu di seguito inserita nel trattato di Sèvres che certificava la fine delle ostilità con la Turchia e assegnava la Palestina al Regno Unito.



 


Leggendo le memorie di Sir Lloyd George, allora ministro per gli armamenti e futuro primo ministro, si viene a conoscenza di un antefatto prezioso che racconta l’origine della dichiarazione Balfour: 

“ La sua celebre dichiarazione a favore degli ebrei in Palestina ebbe un’origine curiosa. Nell’estate del 1915 il problema dell’acetone - elemento essenziale nel processo di fabbricazione della cordite - era divenuto inquietante per il fatto che la domanda eccedeva di gran lunga la produzione. Né avremmo saputo come risolverlo se un professore ebreo dell’Università di Manchester, il clinico Weizmann, da me incitato a studiare il problema, non fosse riuscito a trarre l’acetone dal granturco. Eliminate così le nostre difficoltà grazie al genio del dott. Weizmann io gli dissi: “ Lei ha reso un grande servizio allo stato e io vorrei proporre al Primo Ministro di raccomandarla a Sua Maestà per una onorificenza “. Egli rispose: “ Io non desidero nulla per me, ma vorrei che si facesse qualcosa per il mio popolo “. E spiegò che il suo ideale era di riportare gli Ebrei in Palestina. Appena io divenni primo ministro ne parlai a Balfour che era allora ministro degli Esteri. Come uomo di scienza Balfour mostrò il più vivo interesse per quanto aveva fatto il sig. Weizmann. Glielo presentai e il risultato della loro conversazione fu, dopo un lungo studio, la dichiarazione Balfour “.  Lloyd George, Memorie di guerra, 1933 vol.1 pagina 446, Mondadori.

Nel 1917 il processo di fermentazione escogitato da Weizmann produceva acetone a una velocità di quasi 3000 tonnellate all’anno presso la fabbrica di.cordite- del tutto assimilabile alla dinamite - della Royal Navy a Holton Heath nel Dorset e in altri siti in Gran Bretagna. Come? Sacrificando granturco! Si trattava di un processo chimico che svuotava i granai per ottenere l’acetone necessario a far deflagrare la cordite, il propellente necessario per sparare i proiettili di artiglieria.

“ L’Italia, a mio avviso, deve essere nel mondo portatrice di pace: si svuotino gli arsenali di guerra sorgente di morte! si colmino i granai, sorgenti di vita per milioni di creature umane che lottano contro la fame! “ Chissà se aveva in mente questa storia il presidente Pertini quando in pieno periodo di guerra fredda pronunciò questa frase.

Di certo, queste testimonianze di un centinaio di anni fa sembrano confermare che il sionismo abbia sin dall’inizio utilizzato l’ebraismo come una carica pronta ad esplodere..


giovedì 23 settembre 2021

Sogno pandemico








Sappiamo tutti quanto possano essere bizzarri i sogni.
Anche, e forse soprattutto, quelli delle persone più razionali, quelli con i piedi per terra.. Ma l’ultimo che mi è capitato li supera tutti.
La scena:
È già autunno inoltrato, i primi freddi umidi, le prime nostalgie della luce estiva e, come nelle peggiori previsioni, le terapie intensive in pieno stress da superlavoro.
Ma come? E l’85% di vaccinati? Vabbè, la colpa sarà di quel 15% di incoscienti che continua a traccheggiare.. insomma, campagna vaccinale o no, la situazione vira decisamente al peggio.
Il governo, usando l’ennesimo dpcm, decide per l’obbligo.
E senza perdere tempo invia squadre formate da forze dell’’ordine e personale sanitario casa per casa, in pratica un rastrellamento in piena regola.
I più determinati fra i free-vax provano a organizzare fuochi di resistenza, ma la risposta è tiepida. E così i resistenti si ritrovano tutti “ riuniti “ e controllati a vista  in uno stadio di una città che non so individuare.
Quanto a me, che come nella vita reale abito in aperta campagna, sono tutto impegnato a recintare con filo spinato l’aia della casa dopo aver piazzato, per maggior sicurezza, sul vialetto di ingresso un pick-up con un gruppo di talebani ben armati. In casa la tv è sintonizzata, manco a dirlo, sulla maratona di M.
Ma è da lì che, all’improvviso, e a dire il vero del tutto inaspettato, arriva l’assoluto inconcepibile, a tal punto inconcepibile che mi ritrovo più sbalordito che capace di provare un qualche sollievo.
Sì, perché M. - gli dei l’abbiano in gloria - nel frattempo aveva messo a segno lo scoop del millennio, quello che strapazza la concorrenza, quella che era, e sarebbe stata per i tempi a venire la madre di tutte le notizie.
Curiosi? Ve la dico:
Eravamo stati per quasi due anni su scherzi a parte.
Non so se vi rendete conto, ma questo significava, per esempio, che i camion dell’esercito erano vuoti, e questo rendeva giustizia alla raccomandazione del CTs - Comitato Tecnico Scientifico, la specifica è per coloro che hanno utilizzato il periodo della pandemia per partecipare a viaggi nello spazio - alla raccomandazione, dicevo, di non fare autopsie. Chiaro?
È difficile da immaginare cosa succedeva intanto nello studio televisivo di M.
Si abbracciavano tutti, Burioni e Cacciari che si davano il 5!
Devo confessare di aver provato un moto di riprovazione: e che diamine, ma ci si abbraccia così, senza protezioni?
Facevo fatica a pensare che non c’erano mai state persone da salvare, faticavo a immaginare come avevano potuto ingannare il tempo nelle reparti di rianimazione..

Ma ora viene il difficile.
Perché dovete sapere che questo improvviso rovesciamento della narrazione, o come si dice adesso di paradigma, passata la prima, fugace euforia, mi lasciava dentro uno strano sentimento.
Provo a dirlo, mi sentivo abbandonato.
Sì, abbandonato.
Perché? Penso perché cominciavo ad ammirare la precisione chirurgica con la quale un evento di natura poteva riscrivere l’intera nostra cultura.
Cominciavo a subire il fascino di quel suo potere di far emergere alla luce tutto ciò che come un magma indistinto serpeggiava un minuto prima nelle coscienze di noi tutti. Ecco, mi sentivo tradito perché per tutto quello che da quasi due anni stavamo vivendo io ormai provavo una misteriosa, inquietante attrazione.
Tutto, compreso il mio stesso ammalarmi, tutto, compresa la fatica indicibile della terapia intensiva.. Sì, anche quello.
Scusate, ma se era tutta una finzione, io dove ero stato?

È con questi pensieri che, nella vaghezza del sogno, mi vedo brindare allo scampato pericolo con i talebani - brindisi rigorosamente analcolico - , vedo loro avviarsi sulla strada del ritorno agitando nell’aria i Kalashnikov..
E sarei rimasto in quello stato d’animo esitante e confuso se non avessi acceso la tv - quella che posseggo nella realtà - 
Lo so, non è mai consigliabile, specie al mattino.
Ma stavolta mi è stata di aiuto.
Il ministro della salute - che nome, come se potesse esistere un ministero per la malattia - concludeva in quel preciso istante uno dei suoi appelli alla nazione, e lo fece con il suo inconfondibile:
“ Mi raccomando, non è ancora arrivato il momento di abbassare la guardia! “
Come non fosse nascosta dalla mascherina d’ordinanza, vedevo bene la piega amara ai lati della bocca, non deve essere facile ripetere all’infinito una frase vuota, perseverare svuota gli animi, anche i più intrepidi.  
Ma fu musica per le mie orecchie. Era tutto vero, ero di nuovo a casa.


vincent



domenica 21 febbraio 2021

Diavoleria 33





 







Questa la foto ufficiale che il nuovo governo ha scattato nel salone dei Corazzieri.
I ministri tutti danno le spalle ad un arazzo. Sull'arazzo è raffigurata  una scena tratta dal Don Chisciotte di Cervantes. Nell'episodio Don Chisciotte viene ricevuto nella casa di Don Antonio Moreno che confida al suo ospite di possedere qualcosa di veramente affascinante, una testa capace di rispondere a qualsiasi tipo di domande, in grado di risolvere qualsiasi tipo di problemi. Il giorno dopo la curiosità di Don Chisciotte verrà soddisfatta e la testa dimostrerà al cavaliere la sua capacità infallibile di dominare passato, presente e futuro.
La meraviglia degli astanti è grande, ma sarebbe stata turbata se avessero scoperto che la voce proveniente dalla testa apparteneva in realtà ad un nipote di Don Antonio che, mediante un marchingegno nascosto al piano di sotto e comunicante con la sala dove troneggiava la testa, rispondeva alle varie domande.

I nominati che hanno appena giurato l'arazzo ce l'hanno alle spalle, compreso il primo ministro sulle cui indiscusse capacità tutti gli altri confidano.
Il nostro sguardo si concentra sul blu e il grigio dei loro vestiti, ma dovremmo essere grati al giovane uomo che ha segnalato a Concita de Gregorio quel particolare arredo, permettendoci di scoprire ciò che, da un piano del tutto secondario come quello in cui è situato l'arazzo, ha il potere di proiettare sulla scena colori e significati decisamente altri . 
Il primo che si impone è l'indiscusso valore riconosciuto alla persona del primo ministro, fatto per cui risulta facile assegnare a Draghi la parte che in commedia è quella della testa capace di risolvere ogni enigma. Come del resto è altrettanto facile scivolare sul piano inclinato che vede nel nipote acquattato nel piano inferiore i poteri forti che dalla loro invisibilità reggono i fili.
Un altro punto di vista, che preferisco, potrebbe richiamare l'attenzione sull'aspettativa ingenua degli invitati ad ammirare lo spettacolo, tutti quelli che si illudono che una singola testa possa essere in grado di spiegare la complessità del mondo.
E se fosse proprio questa illusione a dar vita e facoltà di linguaggio alla testa?
Non sarà che è da questa mistura di approssimazione e fragilità che prendono vitalità e potere le teste-golem che l'umanità puntualmente evoca ed altrettanto puntualmente affida alla ghigliottina della storia.
Certo è che, ritornando alla nostra foto, ci troviamo costretti a confermare una antica verità, quella del diavolo che ama nascondersi nei particolari, questa volta nella tessitura di un arazzo. Ma è l'umano esercizio necessario per stanarLo che permette di trasformare i Suoi tentativi di dare sostanza al Male nel nostro possibile Bene.



vincent   















 



mercoledì 2 settembre 2020






Come può un seme liberare un germoglio senza schiudersi?
E cosa ne sarebbe del mondo se un seme, sapendo che il germoglio che libererà da lì a poco sarà travolto da un uragano, si rifiutasse di generarlo?



vincent

 







E se fosse ormai urgente condurre finalmente la coscienza incontro al respiro?



vincent

 

lunedì 25 maggio 2020








Li chiamiamo Virologi.
Li ascoltiamo rapiti, incantati dal loro sapere.
Il loro racconto sulla diffusione del covid19 ci trasforma in oggetti.
Oggetti di trasmissione.
Oggetti inermi usati da un “ nemico “ invisibile che ci utilizza per saziare il suo fatale istinto meccanico di replicazione.
Unico attrezzo in fondo ancora utile a segnalare un residuo di soggettività, la mascherina.
Sì, perché, malgrado nasconda i tratti dell’identità, tutti noi , confidando di sbarrare la porta al “ mostro “ con quell’aggeggio di tela dimostriamo di non aver ancora perduta del tutto l’attitudine all'ingenuità che ci caratterizza come simpaticamente umani.
Dunque li chiamiamo Virologi.
Il loro compito è cercare di cancellare ogni traccia di soggettività.
D'altra parte, chi ha l'occhio ipnotizzato sulla lente di un vetrino che se ne fa della soggettività?
L'occhio della tecnoscienza ricorda quello del Ciclope.
Solo che questa volta non è stata la scaltrezza di Ulisse ad accecarlo.
Un microscopio è bastato a cancellare la vista di coloro che, nello stesso momento in cui conquistano l'infinitamente piccolo, perdono l'Uomo.

Hanno il compito di diffondere la paura del contagio.
E intanto ci contagiano  con la paura.

Ma il potere della paura è il potere del nulla.

La paura attira a sé la corrente del tempo proveniente dal futuro per trascinarla nel vortice del suo buco nero. Nei riti di sanificazione, per difenderci dalla minaccia del nulla, sacrifichiamo il presente, il sorgere spontaneo della nostra fiducia nella bellezza della vita e del mondo.

I riti della pasqua di sanificazione non prevedono resurrezioni.

Fatalmente, il contatto tra corpi si trasforma nel fantasma del contagio.
Unica risposta utile: educarsi a percepire la qualità dell'istante.
Il suo inestimabile valore, la nostra intera vita come un unico istante.
Lo so che talvolta la paura s'ingoia in un istante tutto il futuro, ma solo la coscienza dell'istante possiede la magia di ristabilire, annullando la paura, la legge dell'amore.

La freccia di Eros scocca in un istante.  
Eros è carne, sudore, lacrime e tutto si consuma in un istante.
Certo che ci sarà dolore, e il dolore potrà sembrarci eterno.
Ma non appena la coscienza avrà separato da sé quell'eternità, scoprirà che anche il tempo del dolore era fatto di un solo istante.
L'istante necessario a spezzare una forma durata il tempo di un istante.

Troppo astratto? Aria fritta?

Leggo che con i bambini sarà molto difficile riuscire a far rispettare le regole del distanziamento.
Un bambino non è spaventato dal futuro.
Quello che un bambino fatica a sopportare è che ogni singolo istante della sua vita possa non essere colmo. Colmo di bontà. Colmo di bellezza. Colmo di verità.

Se è vero che la paura deriva il suo potere dal nulla che evoca, allora i più esposti saranno coloro che non avranno messo a punto una mappa dei pozzi.
Possedere una mappa affidabile dei pozzi è la  condizione necessaria per attraversare il deserto.
Significa potersi avvalere della ricchezza del tutto immateriale conquistata in quanto Viaggiatori Consapevoli della propria vita.

Quante volte, nel pericolo, si è gridato: Prima le donne e i bambini!

Ecco, da ora in poi saremo noi maschi adulti quelli più bisognosi di protezione...




vincent   





domenica 17 maggio 2020

CID








Mi stavo scervellando per riuscire a spiegare ai non addetti ai lavori il quadro patologico causato dal coronavirus e che viene indicato con la sigla CID, ovvero Coagulazione Intravasale Disseminata.
Poi ad un tratto, ecco la soluzione! È un’immagine puntuale, presa dalla vita reale e che tutti possiamo capire: Concentrazione della ricchezza nelle mani di pochissimi.





dal momento che, una volta letto, è necessario un minimo esercizio del pensiero per capire, confido che questo post non potrà essere censurato.



vincent

giovedì 14 maggio 2020

Scambi








È il 6 febbraio, un Frecciarossa deraglia a Ospedaletto Lodigiano.
27 feriti per fortuna non gravi, i due macchinisti muoiono nella motrice staccatasi dal resto del convoglio. Accorrono soccorritori, forze dell’ordine, curiosi. Si forma quello che adesso 
chiameremmo un assembramento. Causa evidente del disastro: il blocco di uno scambio.
Di lì a pochi giorni, a Codogno, provincia di Lodi - tanto vicino a Milano che un innamorato si faceva la strada a piedi per incontrare la bella Gigogin - viene ricoverato un uomo che accusa una forte insufficienza respiratoria. E qual’è la causa di una insufficienza respiratoria? Il blocco di uno scambio. Sia alla stazione di Ospedaletto ( ?! ) Lodigiano che, in drammatica sequenza, nelle terapie intensive assistiamo allo scatenarsi incontrollato di blocchi di scambio.
Una “ prova dell’aria “ in un mare in tempesta.
Poco m’importa nella scena che sto cercando di descrivere se “ la narrazione “ che ci è stata fornita dai media sia vera o truccata. Resta il fatto incontestabile che di quelle immagini per un paio di mesi  la nostra vita psichica si è comunque “ alimentata “. Anche e forse soprattutto se ne abbiamo messo in discussione l’autenticità.
Una “ prova dell’aria “ in un mare in tempesta.
Si muore “ avendo la sensazione di affogare “
Si tenta di guarire “ ricevendo la sguardo “ di un essere umano che affoga.
Questo l'unico scambio possibile.
Ma perché si bloccano gli scambi?
Perché improvvisamente nel mondo va collassando la funzione essenziale da cui dipende la vita?
Quale vita è possibile in assenza di scambi?

Ma è poi così vero che tutto precipita in pochissimo tempo? Nessun segno che preceda il dramma?
Sì, dramma, perché, anche se molti di noi che esercitano giustamente il diritto di critica accusano i media e i governi di essersi ormai ridotti a far da cassa di risonanza di innominabili interessi, malgrado tutto ciò sia non solo legittimo ma anche vero, resta nondimeno vero che è nei vortici di questo mare in tempesta che tutti noi viviamo, scriviamo, ci indigniamo, ci addormentiamo o vegliamo in un confronto febbrile con fatti, opinioni contrastanti, spesso presenze fantasmatiche.

 In verità di tempo ne abbiamo avuto a sufficienza. 
Ancora prima di incontrare lo sguardo severo di Greta.
Prima che l'attuale guarnigione di virologi potesse saturare ogni spazio di informazione.
Esponenti di una nobile scienza al servizio dell'uomo ci avevano da tempo avvertito sulla difficoltà a respirare di quell'organismo vivente che chiamiamo Terra.
In una non meno drammatica prova del fuoco avevamo già visto ardere e dissolversi nel fumo un numero incalcolabile di ettari di foresta.

La Terra intera fatica a respirare.

E sta succedendo, è strano a dirsi ma è così, che anche tutti noi, respirando - si fa per dire - nello spazio oscuro di una mascherina, finiamo con invertire la direzione del Co2, anidride carbonica che dovremmo liberare verso la natura circostante, sovraccaricando così il sangue di un prodotto di scarto. E se risponde a verità che il respiro è mosso da un infinito spirito conoscitivo, la fatica a respirare non rischia di trasformarsi nell'intorpidimento progressivo di questa pulsione essenziale alla vita?
Vegetalizzare il respiro sarà o magari è già ipnotizzare la curiosità?
Cos'altro è la curiosità se non una domanda di scambio?
A cosa si riduce una vita che rinuncia all'azzardo della contaminazione?
E piuttosto che accettare il corpo a corpo con l'azzardo accetta di vivere - o meglio sopravvivere - avendo come meta ultima da realizzare la Perfetta Asepsi?
Distanze calcolate al centimetro.
Movimenti che nulla possono concedere alla spontaneità.
Le nobili manifestazioni del calore umano come cause di infezioni.
Il Prossimo come contagio.

In cosa si trasforma una vita che non vuole saperne di morire?



vincent    



   


   

domenica 3 maggio 2020

Immunità di gregge







Ultimamente, per il vostro bene, vi abbiamo tormentato con due messaggi contraddittori.
Il primo recita: “ Se ne esce tutti insieme o non se ne esce “
Il secondo, quello decisivo, : “ Diffidate, diffidate sempre, anche di un solo starnuto. E ancora di più diffidate del più silenzioso e invisibile degli untori: il portatore sano. “
In pratica: reciprocità = infettività.
O, se preferite: affettività = infettività.
Ma vi abbiamo offerto su un piatto d’argento la soluzione.
Mandate in giro i vostri avatar digitali, quelli che si agitano nella luce livida della rete.
Potete muoverli a piacimento, farli ballare, cantare, recitare prosa e poesia, commuoversi, mandare baci e carezze mentre voi ve ne state acquattati al sicuro nelle vostre tane.
Faranno loro tutto il necessario per simulare la socialità.
Ve la ricordate, no, la vecchia buona socialità, quella che ancora faceva conto sulla carne e sulle ossa? Lo farete smaterializzandovi in uno tsunami di pixel assemblati in modo da far invidia alla vostra perduta presenza fisica, più belli e performanti che dal vivo!
Ma poi cos’è il vivo, cos’è il vero?
Come sanno i mistici, null’altro che Maja, pura illusione.
Ridotti a copia conforme della Maja, sessosanguesudorelacrime virtuali popoleranno di lustro in lustro la terra.
È la nostra dichiarazione di guerra alla morte: vi rendiamo eterni.
Eternamente affamati. Ma non di verità.
Affamati di rigore. Affamati di ordine rigoroso.
Qualche brivido di freddo toccherà metterlo in conto, ma vuoi mettere la soddisfazione di una tale conquista. La scansione millimetrica, ma che dico, nanometrica del vostro codice genetico, il perfetto controllo dei vostri parametri biologici in tempo reale.
A che serve il pressappochismo delle idee, o l’illusione di coltivare addirittura degli ideali?
Volete cambiare il mondo? Unitevi a noi!
Ma non vi siete accorti che già da tempo parlate come noi?
Per dire che vi state preparando a riprendere il lavoro usate espressioni del tipo: 
“ Le imprese scaldano i motori “
Il problema è che, come macchine, siete decisamente imperfetti.
Ma ci si può lavorare.
Non ci sarà nessun bisogno di sostituire il lavoro umano con dei robot, uomini liberi da lavori noiosi e ripetitivi possono trasformarsi in intralcio pericoloso per l’ordine pubblico.
Potrebbero addirittura mettersi in cuore - sempre di mezzo questo benedetto cuore - di sviluppare la propria creatività. Per quello che abbiamo in mente è necessaria l’obbedienza.
Il lockdown, per esempio, finalizzato com’è al bene di tutti, è perfetto.
Obbedisci e obbedendo ti senti anche altruista.
È la quadratura del cerchio.
Tanto la realtà, i numeri, le percentuali, quella è materia da addetti ai lavori.
E poi l’obbedienza, diciamocelo, per voi che ultimamente siete stati educati all’ignoranza da sfoggiare come un merito, è un lavacro salutare appena sufficiente.
Ormai siete voi ad invocarla: “ Immunità di gregge! “
Ma presto saprete da che cosa è sicuramente immune un gregge.
Dall’individualismo. La vostra malattia.
Certo, l’effetto collaterale sarà il tramonto dell’individualità.
Ma ormai siamo sicuri che cominciate a capire quanto i vostri capricci identitari siano un ostacolo all’ordinato funzionamento del sistema.
Abbiamo lucidamente dimostrato ormai da tempo che le vostre pretese animiste o addirittura spiritualiste non siano che funzioni, espressioni del vostro codice genetico.
Sarebbe sbagliato pensare che da ciò debba derivare una rinuncia a quella che chiamate " la nostra umanità ". Anzi, riconoscendo la nuda verità del meccanismo che vi rende esseri viventi ne riceverete come un senso di liberazione, sì, di sollievo.
Avete ragione, fino a tempi non tanto lontani abbiamo esercitato, o meglio, ci avete costretti a esercitare metodi selvaggi. Eravamo agli esordi, l'inesperienza fa danni ma può e deve essere perdonata. Alla nostra maniera, in fondo, non siamo altro che sognatori.
Coltiviamo il sogno della perfezione.
Ci vorrà tempo, tutto il tempo che serve, ma aboliremo la morte.
Sarete del tutto liberati da quelle immagini disperate che avete dovuto subire.
Morire sarà ben presto una specie di lusso, un privilegio riservato a quelli di voi che non vorranno adeguarsi; o almeno saranno loro a considerarlo tale.
Voi potrete godervi il nuovo stato, eternamente grati al sistema che, ad un prezzo più che sopportabile - la rinuncia al vizio del dubbio - farà di voi quelli che in fondo avete sempre desiderato essere: le rotelline ben oleate di un ingranaggio  finalmente esentati dal pensiero di indagarne lo scopo, la sua misteriosa finalità.
Liberi della sola libertà che avete da sempre sognato: quella che vi scioglie dal gravame di dover riflettere sul significato della vostra vita.
Rinunciando alla pretesa di realizzarvi, vi ritroverete come d'incanto realizzati.
Adesso godetevi pure la fine - si fa per dire - delle restrizioni.
Al suono della campanella, finita la ricreazione, si torna in classe..




vincent         


mercoledì 29 aprile 2020




Mont Saint Michel ieri sera alle 18..


Foto di Philippe Meunier



A destra la luce fisica del tramonto che incendia con un ultimo raggio il Santuario.
Il Santuario che proietta quel raggio verticalmente nella tenebra disegnando in quell’oscurità una ellissi luminosa. 

Esiste modo migliore per descrivere la scena attuale del nostro mondo e allo stesso tempo farci dono di un messaggio di speranza altrettanto efficace?

vincent 

martedì 21 aprile 2020








“ Il nemico “ ha cancellato i volti dei nostri vecchi.
Se ne occupa la Magistratura. I media ci spiegano che tutto ciò è inammissibile.
Bene. Ma cosa erano questi vecchi? Una moltitudine di malati, di abbandonati, di sconfitti.
Una moltitudine invisibile.
Fate rimbalzare questo pensiero, ed ecco che la scena si anima di un’altra folla: non sono più dei vecchi, li chiamiamo “ persone in età “, sono gli evergreen della pubblicità, i forzati del benessere occupati a rendere invisibile la loro vecchiaia.
G. Marrone giustamente parla di “ Obbedienza ai modelli sociali di bellezza standardizzata “.
Parlo di noi che, magari per un banale problema alla protesi, o anche solo perché abbiamo esaurito la tintura per i capelli, improvvisamente deprivati dei nostri trucchi utili ad ingannare il tempo, ci troviamo ad affrontare i segni del decadimento.
Certo che siamo vittime.
Ma vittime molto indaffarate.
Completamente assorbite dal compito di far sparire dall’orizzonte degli eventi la morte.
E se fosse stata questa sistematica rimozione a scatenare nei media l’irruzione massiva di immagini di morte? Assenza della morte è assenza dell’orizzonte.
E chi non ha un’orizzonte viene privato del significato ultimo della sua vita.
La morte - si trema nel dirlo - è l’unico evento reale della vita.
Se facciamo sparire la morte, cancelliamo la vita.
L’essere della Natura ha dato alla morte il potere di generare all’infinito vita.
La sparizione della morte disperde la vita nel nulla. Nel nulla dell’abbandono in una casa di riposo.
Nel nulla dell’illusione di fermare il tempo.
La dignità i vecchi se la conquistano con la piena coscienza del loro morire.
Per non essere sovrastati dal terrore della morte abbiamo urgenza di pensare il nostro morire.
Non sto dicendo che dovremmo “ pianificarlo “, come si trattasse di un viaggio.
Non si tratta di organizzare un viaggio, si tratta piuttosto di essere quel viaggio.
Nella poderosa scena della pandemia il “ nemico “ è tale e ci terrorizza in quanto evoca l’evento innominabile, l’innnominabile nemica che chiamiamo morte.
È da questa innominata che assume tutto il suo potere.
Da questo magma irrisolto che in noi chiede la parola.
Linea dell’orizzonte, sostanza di desiderio che vuole essere nominata.
Provare a pensare il proprio morire: compito eroico.
Provare a pensare il proprio morire: compito erotico.
Non la morte mi compete, mi compete il mio morire.
La morte, quella che colpisce l’indistinto della massa umana, è “ la livella “; si, ve la ricordate la poesia di Totò? Il morire riguarda la mia vita, il mio stile inconfondibile, la mia unicità.
Utilizzando metafore belliche, usando termini come trincea, eroe, scontro, amico-nemico, non facciamo che trasferire il conflitto fuori di noi.
Sia coloro che, per superficialità o magari calcolo, addossano la colpa della pandemia a quel mostriciattolo del virus, sia l’altra parte, magari più accorta, chissà, che al contrario sceglie di mettere in evidenza le pesanti responsabilità del potere costituito, tutti stiamo subendo la tentazione di proiettare il dramma da qualche altra parte, virus o società che sia.
Vedete, il dinamismo mutageno che il virus dimostra di possedere è molto interessante.
Dovremmo prenderlo a modello.
Provare in qualche modo a dimostrargli di essere alla sua altezza.
Sì, perché se proprio vogliamo considerarci in guerra, allora la cosa più intelligente è conoscere la natura e la tattica del “ nemico “.
Domanda: Il dinamismo e la capacità di mutare, potrebbe essere questo il nostro problema?
E questo orizzonte che sta svanendo, questo nostro morire che non riceve alimento dai pensieri, è questo il vuoto che prova a colmare la pandemia?


Finisco con i versi di Francisco G. De Quevedo, che su questo tema, evidentemente, ha riflettuto.



Un’anima che ha avuto un dio per carcere,
vene che a tanto fuoco han dato umore,
midollo che è gloriosamente arso,
il corpo lasceranno, non l’ardore;
anche in cenere avranno un sentimento;
saran cenere,
ma cenere innamorata.



vincent 




domenica 12 aprile 2020







Un uomo solo in una piazza vuota.
È benefico il vuoto.
Lo Spirito opera nel vuoto.



vincent 

sabato 11 aprile 2020







Ho notato un parallelismo tra due opposte imposizioni.
Da una parte la costrizione per i nuclei familiari a convivere: “ Vivere così è faticoso, contro natura. La coppia rischia di andare allo scontro o, all’opposto, di trasformarsi in una triste SPA di mutuo soccorso. Compagni di cella. “ Così Paolo Rumiz dal suo diario della quarantena.
Dalla parte opposta la condizione, anch’essa obbligata, di solitudine di persone che, sull’orlo di un precipizio, molto amerebbero essere accompagnate.
Tra le mura domestiche si sperimenta nelle sue estreme conseguenze la contraddizione moderna tra i legami di sangue e il diritto alla libera realizzazione del singolo, alla sua irredimibile unicità.
Nelle corsie ospedaliere, al contrario, l’assenza dei familiari rimanda la cura e i gesti di affetto delle ultime ore a degli “ estranei “.
Sembra proprio che alla comunanza “ naturale “ che viene ormai costretta in uno spazio ristretto dove è sempre più difficile respirare vada sostituendosi - al momento per un obbligo parallelo - una comunità - i malati, i medici, gli infermieri, gli addetti alla pulizia - che di giorno in giorno apprende a gestire il dramma animata da una fantasia morale che è sempre più rara da trovare nell’ambito dei legami familiari. Tutto questo, ci mancherebbe, avviene con mille contraddizioni.
Ma volendo inserire questi contesti in un rapporto, lo farei usando categorie di tempo.
Il primo quadro, quello delle famiglie costrette ai domiciliari, mi sa di passato.
Le trincee della terapia intensiva hanno l’urgenza del presente.
I morenti che si apprestano a varcare il mistero della soglia in solitudine o tenuti per mano da un perfetto estraneo indicano il futuro.
I legami di consanguineità, nel nostro tempo, fanno ormai parte del pandemonio. 
Non è così strano che la pandemia se ne stia occupando.
E d’altra parte, ormai più di duemila anni fa, Matteo il gabelliere, nel Vangelo che porta il suo nome riferisce queste parole: 
“ Non crediate che Io sia venuto a portare pace sulla Terra; sono venuto a portare non pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa “
Matteo 10,34 - 36




vincent
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...