L’eliminazione fisica del “ nemico “ soddisfa l’illusione di oscurare lo specchio che si ostina a presentare allo sguardo dell’anima la sostanza oscura del nostro irrisolto.
Del “ nemico “ ci serviamo per catalizzare l’odio che segretamente nutriamo per noi stessi.
C’è solo un cammino che porta alla fine di ogni guerra di sterminio: quello che intraprendiamo riconoscendo l’inganno e rivolgendo finalmente un desiderio amorevole di dialogo al nostro doppio.
Affermare che il nemico “ non è umano “ significa dare la più chiara testimonianza della nostra personale, tragica disumanità.
vincent
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