Halford John McKinder nel 1904 presenta il suo saggio: The Geographical pivot of History. MacKinder fu membro della Camera dei Comuni e consulente scientifico del governo britannico al termine della prima guerra mondiale. Il suo maggior contributo fu la sua concezione, esposta nello scritto cui ho accennato, nel quale, riflettendo sulla distribuzione delle terre emerse, delinea una ripartizione che divenne fondamentale in materia di geopolitica, riflessione che molti giudicano essere alla base della nascita della geopolitica e cioè quella che distingue le nazioni in potenze di mare e di terra.
Non è difficile capire che Inghilterra e Stati Uniti devono alla Marina le loro conquiste, laddove Germania e Russia hanno bisogno di calpestare il suolo dei paesi da conquistare. In realtà la teoria è molto più complessa, ma quello che mi interessa mettere in evidenza è che MacKinder, cittadino di una potenza di mare come l’Inghilterra, è soprattutto preoccupato di raccomandare quello che, a suo parere, è un punto strategico irrinunciabile: l’assoluta necessità che Inghilterra e Stati Uniti avevano di frammentare il più possibile l’Europa per evitare che un’unica potenza potesse dominarla, e questa unica potenza poteva costituirsi solo con l’unione di Germania e Russia.
Qualcuno potrà pensare che in questi 120 anni ne è passata di acqua sotto i ponti ma vi chiedo: quanto tempo è passato dal sabotaggio definitivo del nord stream? Se non sbaglio, era il settembre 2022.
La foto che mostro illustra tutto ciò in modo graficamente impeccabile. State Street, Vanguard, Fidelity, BlackRock, agenti delle potenze marittime e il simbolo del veliero.
Nel golfo di Palermo è stato letteralmente polverizzato un veliero. Ma questa volta il “nemico” non ha lasciato orme sul terreno. Metereologia come arma di guerra? Non solo potenze di mare e di terra, ma anche potenze dell’aria? E se la teoria di McKinder fosse da rivedere? Forse 120 anni sono tanti, anche per una buona teoria..
vincent
Nessun commento:
Posta un commento