domenica 3 maggio 2020

Immunità di gregge







Ultimamente, per il vostro bene, vi abbiamo tormentato con due messaggi contraddittori.
Il primo recita: “ Se ne esce tutti insieme o non se ne esce “
Il secondo, quello decisivo, : “ Diffidate, diffidate sempre, anche di un solo starnuto. E ancora di più diffidate del più silenzioso e invisibile degli untori: il portatore sano. “
In pratica: reciprocità = infettività.
O, se preferite: affettività = infettività.
Ma vi abbiamo offerto su un piatto d’argento la soluzione.
Mandate in giro i vostri avatar digitali, quelli che si agitano nella luce livida della rete.
Potete muoverli a piacimento, farli ballare, cantare, recitare prosa e poesia, commuoversi, mandare baci e carezze mentre voi ve ne state acquattati al sicuro nelle vostre tane.
Faranno loro tutto il necessario per simulare la socialità.
Ve la ricordate, no, la vecchia buona socialità, quella che ancora faceva conto sulla carne e sulle ossa? Lo farete smaterializzandovi in uno tsunami di pixel assemblati in modo da far invidia alla vostra perduta presenza fisica, più belli e performanti che dal vivo!
Ma poi cos’è il vivo, cos’è il vero?
Come sanno i mistici, null’altro che Maja, pura illusione.
Ridotti a copia conforme della Maja, sessosanguesudorelacrime virtuali popoleranno di lustro in lustro la terra.
È la nostra dichiarazione di guerra alla morte: vi rendiamo eterni.
Eternamente affamati. Ma non di verità.
Affamati di rigore. Affamati di ordine rigoroso.
Qualche brivido di freddo toccherà metterlo in conto, ma vuoi mettere la soddisfazione di una tale conquista. La scansione millimetrica, ma che dico, nanometrica del vostro codice genetico, il perfetto controllo dei vostri parametri biologici in tempo reale.
A che serve il pressappochismo delle idee, o l’illusione di coltivare addirittura degli ideali?
Volete cambiare il mondo? Unitevi a noi!
Ma non vi siete accorti che già da tempo parlate come noi?
Per dire che vi state preparando a riprendere il lavoro usate espressioni del tipo: 
“ Le imprese scaldano i motori “
Il problema è che, come macchine, siete decisamente imperfetti.
Ma ci si può lavorare.
Non ci sarà nessun bisogno di sostituire il lavoro umano con dei robot, uomini liberi da lavori noiosi e ripetitivi possono trasformarsi in intralcio pericoloso per l’ordine pubblico.
Potrebbero addirittura mettersi in cuore - sempre di mezzo questo benedetto cuore - di sviluppare la propria creatività. Per quello che abbiamo in mente è necessaria l’obbedienza.
Il lockdown, per esempio, finalizzato com’è al bene di tutti, è perfetto.
Obbedisci e obbedendo ti senti anche altruista.
È la quadratura del cerchio.
Tanto la realtà, i numeri, le percentuali, quella è materia da addetti ai lavori.
E poi l’obbedienza, diciamocelo, per voi che ultimamente siete stati educati all’ignoranza da sfoggiare come un merito, è un lavacro salutare appena sufficiente.
Ormai siete voi ad invocarla: “ Immunità di gregge! “
Ma presto saprete da che cosa è sicuramente immune un gregge.
Dall’individualismo. La vostra malattia.
Certo, l’effetto collaterale sarà il tramonto dell’individualità.
Ma ormai siamo sicuri che cominciate a capire quanto i vostri capricci identitari siano un ostacolo all’ordinato funzionamento del sistema.
Abbiamo lucidamente dimostrato ormai da tempo che le vostre pretese animiste o addirittura spiritualiste non siano che funzioni, espressioni del vostro codice genetico.
Sarebbe sbagliato pensare che da ciò debba derivare una rinuncia a quella che chiamate " la nostra umanità ". Anzi, riconoscendo la nuda verità del meccanismo che vi rende esseri viventi ne riceverete come un senso di liberazione, sì, di sollievo.
Avete ragione, fino a tempi non tanto lontani abbiamo esercitato, o meglio, ci avete costretti a esercitare metodi selvaggi. Eravamo agli esordi, l'inesperienza fa danni ma può e deve essere perdonata. Alla nostra maniera, in fondo, non siamo altro che sognatori.
Coltiviamo il sogno della perfezione.
Ci vorrà tempo, tutto il tempo che serve, ma aboliremo la morte.
Sarete del tutto liberati da quelle immagini disperate che avete dovuto subire.
Morire sarà ben presto una specie di lusso, un privilegio riservato a quelli di voi che non vorranno adeguarsi; o almeno saranno loro a considerarlo tale.
Voi potrete godervi il nuovo stato, eternamente grati al sistema che, ad un prezzo più che sopportabile - la rinuncia al vizio del dubbio - farà di voi quelli che in fondo avete sempre desiderato essere: le rotelline ben oleate di un ingranaggio  finalmente esentati dal pensiero di indagarne lo scopo, la sua misteriosa finalità.
Liberi della sola libertà che avete da sempre sognato: quella che vi scioglie dal gravame di dover riflettere sul significato della vostra vita.
Rinunciando alla pretesa di realizzarvi, vi ritroverete come d'incanto realizzati.
Adesso godetevi pure la fine - si fa per dire - delle restrizioni.
Al suono della campanella, finita la ricreazione, si torna in classe..




vincent         


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