Una mitragliata di extra-sistoli mi avverte che ho un cuore.
È la mattina del 18 gennaio, un gran sussulto da un cuore forse solidale con gli spasmi della terra.
L'organismo-terra.
E quale posto occupa l'Europa in questo organismo-terra se non quello di un cuore?
E quale posto abita di diritto il centro addolorato del mio Paese in questa Europa-cuore se non quello del suo cuore?
Il cuore di un cuore.
Il cuore di questa nostra Europa-cuore si inabissa?
E l'orchestrina, come sul Titanic, continuerà a suonare fino a che tutto sarà definitivamente sommerso?
È solo così che si generano nuovi mondi?
Che l'incompiuto si torce per compiersi?
Nel ventre della terra.
Negli abissi del cuore.
vincent
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