La carta ha i suoi suoni unici: la perfetta quiete di un libro chiuso, o il sommesso crepitio di un foglio appallottolato prima di essere buttato nel cestino, o il fruscio delle pagine girate, che ci fa pensare a una folata di vento negli alberi da cui la carta è nata. E l'odore: legna bruciata d'inverno, caldarroste, lana, sudore pulito, colla essiccata, fumo, polvere vecchia, cedro e pino, ognuno che contiene la memoria specifica di un posto, un'ora, un agglomerato di parole.
Alberto Manguel
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