La lucentezza della notte s’insedia. Una
luna dal pallore cistercense
ha scalato la vetta del firmamento, vi si è
installata,
socia adesso nell’affare del buio.
E un sospiro sale da ogni minuscola cosa
terrena,
da libri, carte, vecchie giarrettiere, dai
bottoni di sottomaglie
e mutandoni
riposti in una scatola di cartone bianco
chissà dove, e tutte le versioni
inferiori di città rase al suolo dalla
livella della notte.
L’estate troppo esige, troppo prende,
ma la notte, schiva, reticente, dona più di
ciò che sottrae.
John Ashbery
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