Un giorno i Gebusei, che abitavano a Gerusalemme ed erano i discendenti dei figli di Heth, dissero che i loro antenati avevano ceduto la grotta di Machpelah ad Abramo soltanto a condizione che i loro discendenti non sarebbero mai stati cacciati da Gerusalemme.
Tutto questo dovette ricordare David, quando attaccò Gerusalemme. Non gli bastò l’avventurosa e prodigiosa conquista militare. Volle ripetere il gesto di Abramo. Offrì denaro per quell’altro pezzo di terra che era la città intera: seicento sheqel. Ogni tribù d’Israele contribuì per la sua parte. E i Gebusei rilasciarono nelle mani di David una ricevuta che comprovava la vendita.
Gerusalemme è il contrario della città originaria degli Ebrei. Gerusalemme è la città che gli Ebrei hanno comprato dai Gebusei. Ma come era accaduto per la grotta di Machpelah, dove ora si trovava la tomba di Sara, i precedenti proprietari avevano chiesto di non essere mai cacciati da Gerusalemme. Perciò Gerusalemme non poteva essere altro che una società mista, dove si mescolavano proprietari presenti e passati.
Roberto Calasso, Il libro di tutti i libri
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