mercoledì 29 gennaio 2025





 Immaginiamo una schiera di bambini che rompano vasi, piatti, bicchieri e tutto quanto hanno nella casa dei genitori: li si guarda e si pensa come si possano fermare, perché essi corrono sempre in cucina e nella stanza da pranzo dove ci sono gli oggetti da rompere. Alla fine si scopre come poterli fermare. Un certo numero di persone, magari quelle che vorrebbero educarli, stabiliscono di prendere e rompere tutto quanto è fragile, fino a che non ci sia altro. Allora nulla viene più rotto e la distruzione finisce! Non so quanti non stimerebbero matti educatori del genere. Tutti ne converranno. Se però gente che si ritiene saggia grida nel mondo che si deve continuare la guerra sanguinosa fino a che non vi sia la pace, che si deve prima distruggere tutto affinché sulla terra non siano più possibili distruzioni, ciò viene considerata saggezza. È considerata saggezza continuare a uccidere per eliminare le uccisioni, per combatterle.

Per chi abbia ancora un barlume di logica questa non è più saggezza, come non lo è quella dell’educatore di una schiera di bambini che dica: affinché più nulla venga distrutto, vedo di raccogliere tutto alla svelta, in modo che venga rotto anche l’ultimo pezzo; così più nulla verrà distrutto. Come mai la gente chiama sciocchezza l’ultima affermazione, e la prima politica dell’avvenire?


Rudolf Steiner, La caduta degli Spiriti delle Tenebre, prima conferenza 29 settembre 1917

martedì 28 gennaio 2025





 Grazie ai cinesi meno ‘vidia nel mondo? Ottima notizia!





 L’informazione sull’olocausto è in realtà un’operazione di indottrinamento e di propaganda, un ribollìo di slogan e una falsa visione del mondo il cui vero intendimento non è affatto la comprensione del passato, ma la manipolazione del presente.


Norman G. Finkelstein, L’industria dell’olocausto

domenica 26 gennaio 2025

sabato 25 gennaio 2025





A chi somiglia l’ignoto del Museo Mandralisca? Al mafioso della campagna e a quello dei quartieri alti, al deputato che siede sui banchi della destra e a quello che siede sui banchi della sinistra, al contadino e al principe del foro; somiglia a chi scrive questa nota ( ci è stato detto ); e certamente somiglia ad Antonello. E provatevi a stabilire la condizione sociale e la particolare umanità del personaggio. Impossibile. È un nobile o un plebeo? Un notaro o un contadino? Un uomo onesto o un gaglioffo? Un pittore un poeta un sicario? “ Somiglia “, ecco tutto.


Leonardo Sciascia, L’ordine delle somiglianze 



Apparve la figura di un uomo a mezzo busto. Da un fondo verde cupo, notturno, di lunga notte di paura e incomprensione, balzava avanti il viso luminoso. Un indumento scuro staccava il chiaro del forte collo dal busto e un copricapo a calotta, del colore del vestito, tagliava a mezzo la fronte. L’uomo era in quella giusta età in cui la ragione, uscita salva dal naufragio della giovinezza, s’è fatta lama d’acciaio, che diverrà sempre più lucida e tagliente nell’uso ininterrotto. L’ombra sul volto di una barba di due giorni faceva risaltare gli zigomi larghi, la perfetta, snella linea del naso terminante a punta, le labbra, lo sguardo. Le piccole, nere pupille scrutavano dagli angoli degli occhi e le labbra appena si stendevano in un sorriso. Tutta l’espressione di quel volto era fissata, per sempre, nell’ increspatura sottile, mobile, fuggevole dell’ironia, velo sublime d’aspro pudore con cui gli esseri intelligenti coprono la pietà. Al di qua del lieve sorriso, quel volto sarebbe caduto nella distensione pesante della serietà e della cupezza, sull’orlo dell’astratta assenza per dolore, al di là, si sarebbe scomposto, deformato nella risata aperta, sarcastica, impietosa o nella meccanica liberatrice risata comune a tutti gli uomini.


Vincenzo Consolo, Il sorriso dell’ignoto marinaio 

 

domenica 5 gennaio 2025


 Questo il volto di Abu Mohammad al-Jolani, il nuovo leader della Siria.Lo stesso che fino a pochi giorni fa appariva sul sito del Dipartimento di Stato USA con la ricompensa di 10 mln di dollari per la sua cattura e arresto.




Come vedete, non serve poi chissà che: una ripassatina dal barbiere, il nodo alla cravatta, ed ecco sfornato il tagliagole moderato.

vincent

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