Mi ha fatto pensare al principio dei vasi comunicanti. Cerco di spiegare. La grande promessa che sta alla base dell’utilizzo delle macchine è: avrai sempre più tempo per dedicarti a ciò che desideri realizzare in quanto essere umano. La fatica, il dolore, e anche semplicemente la ripetizione meccanica dei gesti quotidiani ti allontana dalla realizzazione del tuo essere profondo. Alzi la mano chi, guardando alle trasformazioni che ha subìto la propria vita negli ultimi 50 anni, può con sicurezza affermare che la qualità del suo tempo è decisamente migliorata? Non vedo mani alzate. E questo perché tutte le volte che diciamo a noi stessi di detestare la nostra fatica, il nostro dolore, la nostra noiosa quotidianità, è come se dicessimo di detestare la nostra umanità. Quanti pensieri mi attraversano quando piego una maglietta per sistemarla nel cassetto? Cosa comporta la promessa di una “ liberazione “ dalla “ banalità “ di questi gesti?
Il maggiordomo robot del filmato mette in scena una perfetta controimmagine meccanica del gesto umano. È il miglior modo per farci capire che i nostri gesti quotidiani rischiano ormai di ritrovarsi ridotti a vuoti movimenti meccanici privi di anima. Un paio di secoli almeno di rapporti con il vuoto di vita che abita la macchina tra trasferendo questo stesso vuoto di vita nel tessuto delle nostre anime, sono vasi comunicanti. Ho promesso a me stesso, dopo aver visto il filmato, di fare il possibile per compenetrare d’anima soprattutto ciò che giudico noioso e ripetitivo. Lo so che è difficile da credere, ma vi assicuro che a questo mio pensiero il robot-maggiordomo Figure03, dall’oscurità impenetrabile del suo volto mi ha sorriso.
vincent
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