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sabato 31 agosto 2013
.. essi che non vollero mai sapere, essi che ebbero occhi solo per implorare,
essi che vissero come assassini sottoterra, essi che vissero come banditi
in fondo al mare, essi che vissero come pazzi in mezzo al cielo..
P.P.Pasolini
venerdì 30 agosto 2013
Hermes soffriva, innamorato di Afrodite, perché la dea non gli dava ascolto. Zeus lo commiserava. Mentre Afrodite si bagnava nell'Acheloo, mandò un'aquila a rapirle una "pantofola" ( soccum ). L'aquila, con la pantofola nel becco, volò verso l'Egitto per consegnarla a Hermes. Afrodite la inseguì fino alla città di Amitarnia. Lì trovò la pantofola e il dio innamorato. In cambio della pantofola, Afrodite donò a Hermes il suo corpo. Per gratitudine, Hermes insediò l'aquila nel cielo, sopra Ganimede, che un giorno dall'aquila era stato rapito.
Roberto Calasso, Le Nozze di Cadmo e Armonia
..deve aver sorriso, la dea, alla vista di questo bel ragazzo innamorato con la sua pantofola in mano. E gli si concesse. Forse non sapeva di consegnare la misura aurea del suo corpo divino all'azzardo del mondo. Nulla sospettava del perfido piacere che avrebbe provato Hermes - re degli inganni, ottimo ladro e convinto vagabondo- a imprimere nell'anima umana quel suo regale sigillo.
È il principio della nostra Storia. Nessuna Storia e concepibile se non come ritorno. È la nostalgia di casa che ci allontana dalla casa.
vincent
giovedì 29 agosto 2013
" Se dopo la mia morte qualcuno volesse scrivere la mia biografia, bastano due date, quella della mia nascita e quella della mia morte. Fra l'una e l'altra tutti i giorni sono miei".
Alberto Caeiro, eteronimo di Fernando Pessoa
mercoledì 28 agosto 2013
Antonio Gnoli: " Quando ha iniziato con il cinema?"
Giuseppe Rotunno: " Mio padre morì nel '38. Era sarto. Grazie ai miei due fratelli più grandi trovai un paio d'anni dopo un posto come aiuto elettricista a Cinecittà. Lì sentii parlare di un laboratorio di fotografia dove cercavano un garzone, mi presentai e venni assunto. Arturo Bragaglia, fratello di Carlo Ludovico e proprietario del laboratorio, nonostante fosse un tipo irascibile mi prese a ben volere. Faceva ritratti di dive. E la prima grande emozione fu vedere dal liquido dello sviluppo della pellicola apparire la faccia di Alida Valli. Poteva avere 18 anni. E quella bellezza che affiorò improvvisa da una vasca mi parve un miracolo".
martedì 27 agosto 2013
Mozart, concerto per pianoforte e orchestra n. 23 in La maggiore k488, adagio con pioggia.
" Fra gli Spartani, quelli che meglio sanno pensare ritengono che non sia una politica sicura quella di coabitare con coloro verso i quali si sono commessi torti gravi. Il loro modo di procedere è totalmente diverso: al loro interno, hanno stabilito l'uguaglianza e quella democrazia che è necessaria per quelli che vogliono assicurarsi una continua unità di intenti. Il popolo invece lo hanno installato nei dintorni, riducendo in schiavitù le loro anime non meno di quelle dei loro servi".
Platone
lunedì 26 agosto 2013
" Come tutti i grandi viaggiatori,
ho visto più di quanto ricordi..
e ricordo più di quanto ho visto".
Benjamin Disraeli
domenica 25 agosto 2013
sabato 24 agosto 2013
Al via il vertice di Arcore. Convocati dal cavaliere i leaders del Partito della Libertà.
L'on. Carfagna, la terza da destra, dichiara:" Dal PD ostinazione giacobina".
vincent
venerdì 23 agosto 2013
Così come il corpo ama sognarsi sgravato dal peso in un'anima,
con uguale intensità l'anima pretende ancoraggio nel corpo.
Non è forse di questo, non è del loro continuo smarrirsi per ritrovarsi
l'uno nell'altra che vive la danza?
vincent
giovedì 22 agosto 2013
Vorrei augurarti tante cose.
Ma niente sarebbe abbastanza.
Allora, desidero soltanto che tu coltivi
molti desideri. Desideri grandi.
E che essi possano animare ogni tuo
minuto, sul cammino della loro felicità!
Carlos Drummond de Andrade
mercoledì 21 agosto 2013
diavoleria 15
"Lasciate pure che aumenti la speranza di vita,
noi ci dedichiamo a sottrarre vita alla speranza".
vincent
martedì 20 agosto 2013
" Non è il mio destino che interessa agli Dei, ma il modo in cui mi prendo cura delle persone psichiche affidate alla mia assistenza durante la mia vita. Non è la vita che conta, ma l'anima e il modo in cui la vita viene usata per aver cura dell'anima".
James Hillman
lunedì 19 agosto 2013
" Talvolta al tempo della muta, quando le ali fan sangue, la caccia diventa difficile. C'erano lì nei covi le prede dei giorni avanti, che i nibbi del seguito venivano a beccare. Essi, i nobili falconi, restavan digiuni. Al pasto dei codardi preferivano la fame.
E non s'imbrancavano. S'incontravano solo per provarsi in cielo fuori dei feudi. Amavano battersi, ficcarsi l'un l'altro l'unghie nelle carni. E, se in viaggio, volavano volentieri contro la rabbia del vento.
Le femmine, come gli astori, praticavano l'astuzia; dagli alberi adescavan gli uccelletti ritirando il collo a imitar le civette sorprese dal giorno.
Ma i maschi mai. Fin dove arrivava lo sguardo, là arrivava la mente; e magri fissavano il limite estremo".
Fabio Tombari
domenica 18 agosto 2013
Era un anno di siccità, a Delfi. Seguì la carestia. I Delfi sapevano che non sarebbero sopravvissuti con il cibo che restava. Decisero di presentarsi tutti, con le donne e i bambini, davanti alle porte del palazzo del re, come supplici. Il re apparve e li guardò. Accanto a lui i servi disposero qualche magra cesta. Il re ne prelevava orzo e legumi, distribuendoli fra i cittadini. Cominciò dai notabili del luogo. Via via che gli si avvicinavano i più poveri, i servi affondavano sempre più le mani nella cesta e ne estraevano porzioni più piccole. Alla fine le ceste erano vuote e dinanzi al re rimanevano ancora molti poveri, in attesa. Fra loro una bambina, Carilla, un'orfana solitaria che nessuno proteggeva, si fece avanti verso il re a chiedere cibo. Il re, torvo, si slacciò un sandalo e lo scagliò sulla faccia di Carilla. L'orfana rientrò nelle file dei poveri. Poi tutti tornarono alle loro case, senza cibo.
Carilla uscì da Delfi. Sulle pendici delle Fedriadi, raggiunse un luogo che si apriva sul verde cupo di una forra. Accanto a un grande albero, Carilla si sciolse il cinto verginale e lo annodò in un cappio intorno alla gola. Poi si impiccò a un ramo. A Delfi perdurava la carestia. Ora infuriavano anche morbi che colpivano facilmente i corpi sfibrati. Il re andò a consultare la pizia. " Conciliatevi Carilla, la vergine suicida" fu la risposta. Ma il re non sapeva chi era Carilla. Scese a Delfi e chiamò a raccolta i cittadini. Chi era Carilla? Nessuno lo sapeva. Era forse una figura del mito, di cui si era cancellata la memoria? Era un enigma, uno degli usuali enigmi delfici, quella vergine suicida? Il nome di Carilla perseguitava la mente dei Delfi. Fu una delle Tiadi, sacerdotesse di Dioniso, che si ricordò il gesto del re, il sandalo gettato, - e lo collegò con il fatto che da allora la bambina era scomparsa. (.....)
Tralasciando i poveri nella distribuzione del cibo, il re li aveva espulsi dalla vita. Colpendo Carilla, aveva compiuto un sacrificio senza cerimonia. Allora Carilla aveva innalzato quel gesto alla consapevolezza, impiccandosi. Ma il suo sacrificio non era stato percepito. I Delfi, già decimati dall'inedia e dai morti, non si erano accorti della scomparsa di Carilla, non avevano capito che Carilla non era una vittima della fame, ma di un sacrificio. L'avevano dimenticata perché era una vittima troppo perfetta: vergine, orfana, ignorata da tutti, oltraggiata dal re. E le vittime troppo perfette fanno paura, perché illuminano una verità insostenibile. (.....) Espiare una colpa non significava fare qualcosa di opposto alla colpa, ma ripetere la colpa stessa, con lievi varianti, per sprofondare nella colpa sino a condurla alla conoscenza. La colpa non stava tanto nell'aver commesso certi atti, quanto nell'averli compiuti senza accorgersene. La colpa stava nel non aver saputo che Carilla era scomparsa.
Così i Delfi predisposero una cerimonia. I cittadini si presentarono al re per chiedere cibo, come nel giorno in cui Carilla era con loro. Il re distribuì il cibo, ma questa volta diede una porzione a tutti, anche agli stranieri. Poi dalla folla portarono avanti una bambola, che aveva le fattezze di Carilla. Il re si slacciò un sandalo e lo scagliò sulla faccia della bambola. Allora la sacerdotessa che guidava le Tiadi prese la bambola. le cinse il collo con una corda e la portò sul luogo dove aveva trovato Carilla. Appese la bambola ai rami dell'albero, lasciandola oscillare al vento. Poi, accanto al corpo di Carilla, seppellì la bambola. Quella cerimonia segnò la fine della carestia.
Roberto Calasso, Le nozze di Cadmo e Armonia
Con questi bambini-manichini esposti nel 2004 a Milano, Cattelan, magari senza volerlo, ci provò. Senza risultati; perché, dopo quasi 10 anni, l'infanzia, le donne, i poveri, gli stranieri continuano a pagare il prezzo più alto di questa nostra moderna carestia.
vincent
sabato 17 agosto 2013
Alternativa episodica del poeta
Stavo per scrivere una poesia
invece ho fatto una torta ci è voluto
più o meno lo stesso tempo
chiaro la torta era una stesura
definitiva una poesia avrebbe avuto
un po' di strada da fare giorni e settimane e
parecchi fogli stropicciati
la torta aveva già una sua piccola
platea ciarlante che ruzzolava tra
camioncini e un'autopompa sul
pavimento della cucina
questa torta piacerà a tutti
avrà dentro mele e mirtilli rossi
albicocche secche tanti amici
diranno ma perché diavolo
ne hai fatta una sola
questo non succede con le poesie
a causa di una inesprimibile
tristezza ho deciso di
dedicare la mattinata a un pubblico
ricettivo non voglio
aspettare una settimana un anno una
generazione che si presenti il
consumatore giusto
Grace Paley
"Devo alle montagne i più insperati incontri con le sole creature degne del titolo di
Vostra Altezza"
Erri De Luca
venerdì 16 agosto 2013
giovedì 15 agosto 2013
Montage - Tarzan's Revenge (1938)
C'è il gentiluomo "british" col cappello da esploratore, ci sono le odalische che sventolano il malvagio " utilizzatore finale", c'è la soave signorina che sembra uscita da una parata ginnica della gioventù hitleriana; ma più di tutti c'è lui, Tarzan, candidamente ignorante e muscolarmente efficiente.
Insomma, a rivoluzione industriale appena conclusa, ecco che da una costola di una Eva ormai del tutto emancipata prende forma la fantasia di riprendersi il suo Adamo del buon tempo andato. Lui, manco a dirlo, non si farà pregare.
vincent
Il sorpasso, sequenza iniziale
.. è che non ci sono più i ferragosto(i) di una volta..
vincent
mercoledì 14 agosto 2013
" I costruttori della torre chiamata poi Babele, conobbero per primi lo sgomento di avere raggiunto nient'altro che il punto a capo di un'altura. Il cielo che volevano abitare non poteva essere attinto dalle loro scale"
Erri De Luca
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martedì 13 agosto 2013
" Tradurre chiles con "peperoncini" è assolutamente inadeguato, tante sono le varietà, le forme, le intensità e le differenze di gusto di queste solanacee, e scoprirli è come esplorare gli insondabili abissi dell'animo umano, con le infinite gradazioni dei sentimenti che ci nutrono, dalla tolleranza al rancore, dall'odio alla vendetta al perdono, dal tenero amore filiale fino alla passione più furibonda. Se chiedete a un messicano quanti tipi di chiles esistono ve ne farà diligentemente una lista interminabile, scusandosi per le eventuali dimenticanze".
A questo punto ne vengono descritti vari tipi. E questa è la conclusione o, per dirla meglio, l'apoteosi:
" Potrei continuare l'enumerazione. Ma come fanno i messicani, scusandomi per le eventuali omissioni, concludo con il Chile Habanero. L' Habanero, lustro e ovoidale, dall'aspetto innocente e di un verde giallognolo che può tendere all'arancione, è il Pontifex maximus di ogni piatto messicano di alta qualità, dalla pietanza più complicata, come la Cochinita, alla infiammata ( eppure delicatissima ) minestra di lime. Ma attenzione: l'Habanero ha oltrepassato le frontiere del piccante fino a raggiungere l'allarme radioattivo. La sua forza partecipa del nucleare, è la scissione dell'atomo che i Maya scoprirono in natura molto prima di Fermi o di Oppenheimer. Chi resiste alle sue radiazioni interne può a buon diritto illudersi di appartenere a una cultura ultramillenaria che la colonizzazione europea ha fatto il possibile per distruggere. Se solo riuscirete ad assaggiarlo davanti a un messicano mantenendo un'espressione serena senza mettervi a urlare, avrete conquistato la cittadinanza onoraria".
Antonio Tabucchi
"L'alpinismo vede nelle montagne sagome di torri, bastionate, muraglie: opere difensive da assediare. L'alpinista chiama attacco l'esatto punto d'inizio della scalata. La mia immaginazione invece scorge nelle montagne le parti di un corpo che si solleva: gobbe, gomiti, ginocchia, pugni chiusi, sessi femminili e maschili. Vedo l'anatomia di una folla di giganti emersi dal fondo del mare, incrostati di fossili e conchiglie. Le Dolomiti furono coralli.
Erri De Luca
lunedì 12 agosto 2013
" Tutto porta a credere che esista un punto dello spirito da cui la vita e la morte, il reale e l'immaginario, il passato e il futuro, il comunicabile e l'incomunicabile, l'alto e il basso cessano di essere percepiti come contraddittori".
André Breton
domenica 11 agosto 2013
Dhafer Youssef Quartet, Les Ondes Orientales
"A volte i loro occhi si incontravano. Una presenza, un soffio rapiva il cielo di fuori. Provenivano da quel cielo, da quel gran vento azzurro di stelle. Era la Parola, la verità che urge nella lingua. Di quell'esistenza nello Zodiaco, loro, i bovini, avevano ereditato il silenzio; ma era la Parola che li aveva generati, la stessa che aveva voluto la vagina più stretta del vitello, senza di che la madre avrebbe guardato al figlio come al proprio sterco. E mentre tutto col tempo si adattava e si tramandava, come la stessa curva del giogo, lo stampo della madre restava sempre più stretto del figlio. Così la doglia ne assicurava il possesso.
A volte, nello strazio, le madri davano in un muglio: un muggito vacuo, inane: era la prova che il sigillo non si poteva rompere.
I bovi che si guardavano l'un l'altro, davano in grandi respiri, quasi anime d'aria. Eran tutti come vani, come distanti.
Esseri antichi anche loro, esuli, abitavano ciascuno la propria massa di carne e pesavano. Grandi, lunati dalle corone di corna, quando non erano sotto il giogo a fendere, spaccare la terra, o a trascinare il carro, giacevano accosciati, attaccati con tutto il peso al proprio letame. E il ritmo del sangue li scaldava. Ogni tanto un tafano, pungendoli, succhiava quel sangue. La coda che lo cacciava ne frustava il dolore. Poi il rumine mandava su la palla di cibo. Era il loro grande assunto, la loro vera missione. In quella pacatezza ritrovavano la solennità, la potenza. Il digrumare restituiva loro la maestà. Quel rimuginare coi denti la sapienza della terra quasi a meditarne i misteri, allargava i confini, li ricollegava alla notte. Il muro non c'era, e dentro la stalla contemplavano fuori. Tutto doveva essere trasformato, convertito in sangue: i campi, i prati, le brughiere; tutto, anche la paglia. Il resto era letame, letizia dei maggesi".
Fabio Tombari, Il Libro degli Animali
sabato 10 agosto 2013
venerdì 9 agosto 2013
Metti in serbo per le stagioni fredde
queste parole, per le stagioni dell'ansia!
Come il pesce sulla sabbia, l'uomo sopravvive:
se si trascina agli arbusti e s'alza
su gambe incerte e storte e va, come un rigo della penna,
nelle viscere stesse della terra.
Esistono leoni alati, sfingi col seno
di donna, angeli in bianco e ninfe del mare:
a colui che sostiene sulle sue spalle il peso
di buio, caldo e - oso dirlo - dolore,
sono più cari degli zeri concentrici nati
da parole gettate.
Iosif Brodskij
giovedì 8 agosto 2013
Come sul crinale di un cratere vulcanico, negli occhi il visibile scomposto nella matrice primigenia dei colori, nelle orecchie gli schianti laceranti di mondi in gestazione.
Fu S.Paolo che stramazzò in terra accecato dalla potenza insostenibile della Sua visione.
Non furono Mosè e Paolo a parlare del Divino come di un fuoco divorante?
vincent
vincent
mercoledì 7 agosto 2013
il ritorno delle teste
Il ritorno delle teste
In quel paese, i parlamentari svolgevano le loro funzioni senza testa, e nemmeno se ne curavano. I corpi si muovevano come se fossero stati diretti da una centrale riflessiva e determinativa, in cima al collo, e tutto procedeva normalmente - secondo una normalità speciale, non è necessario dire di più.
Un giorno un certo deputato si accorse della mancanza della testa e si sentì limitato. Già non faceva più i gesti con la stessa perfezione e sperimentava quel che si poteva chiamare mal di testa senza testa.
Convocò alcuni colleghi e mostrò che pure loro avevano bisogno di recuperare il cranio perduto. Molta gente aveva già osservato il fenomeno e dubitava della legittimità di rappresentanti destituiti di una parte del corpo così importante come la testa. Uno dei colleghi ammise la lacuna di cui soffrivano tutti, ma sostenne che questa poteva essere corretta con teste di cartone, che sono più leggere. " Niente di simile", disse quello che aveva avuto l'idea della ricollocazione, " dobbiamo risistemare le nostre teste vere".
Uscirono alla ricerca delle suddette, e in tanti non le trovarono. Molte di quelle teste si erano convertite spontaneamente in teste di spillo. Alcune erano intatte e andarono di corsa a installarsi sui colli dei loro padroni. Ma il Governo, avvisato di quel movimento, si grattò la testa, meditò e decise: " Non va. Per rimettere a posto le teste occorre un'autorizzazione superiore. E solo io la darò, lenta e graduale. Per primo si ricollocherà il mento. Più tardi la bocca. Dopo naso, occhi, etc. Ma solo un occhio per volta. E anche un orecchio solo. Il cranio resta per ultimo. Con l'andare dei giorni avrete ottime teste, persino con idee proprie".
Carlos Drummond de Andrade
martedì 6 agosto 2013
lunedì 5 agosto 2013
Per una ballata italiana
O questa mostra gente
che tutto sa di niente,
questa grandeur abbiente
abominevolmente...
O quelli che dai mattoni
e con le televisioni, palloni
le idiotizzano in resse...
O questa nuova gente
in ascesa da oscuri
poteri innominati, spuri
dello spreco affluente...
Gianni D'Elia
domenica 4 agosto 2013
Gerico
È raro sentire cantare in strada
molto più raro sentire fischiare
o fischiettare
se qualcuno lo fa
l'aria sembra fargli spazio
ti sembra che un refolo muova
la flora dei tuoi pensieri
ti metta dove prima non eri;
ma come passa chi fischia
la noia stende le vertebre al sole
e tu rientri dov'eri
dietro il douglas dei serramenti
dentro il livore
degli appartamenti
al tango delle dita sul tavolo ti chiedi
da quali trombe scosse
scrollate le mura
per quali brecce potremo vedere
- fresca -
come un sogno appena sbucciato
la terra che calpesteremo, allegri.
Pierluigi Cappello
sabato 3 agosto 2013
Antoine de Saint-Exupéry, autore de " Il Piccolo Principe"
Horst Rippert, pilota della Luftwaffe
Horst Ripper, che il 31 luglio del '44 interruppe il volo e la vita di Saint-Exupery, ebbe a dichiarare: " Quando ho saputo di chi si trattava, poiché amavo i suoi libri, a lungo ho sperato che si fossero sbagliati".
Detto in altro modo: uccidere esseri viventi"anonimi" è molto più lieve che metter fine alla vita di " persone". Persone che hanno un nome. Persone che hanno un cognome. E di come la difficoltà diventi poi insormontabile se a quel nome e cognome corrisponda una persona che gode della nostra ammirazione.
Allora, in un programma finalizzato alla riduzione degli armamenti, al primo punto dovremmo scrivere:
Attenzione, dubitate sempre!
Dubitate, perché nei panni dimessi del prossimo individuo " anonimo" che incontrerete potrebbe nascondersi il talento di un magnifico artista.
E se proprio non ha scritto niente di speciale, non è stato osannato su una scena o non ha dipinto o scolpito opere insigni, voi non perdetevi d'animo e chiedetegli di raccontarvi la strampalata sequenza di un suo sogno. Magari di un sogno ricorrente.
Ecco, a quel punto, alla vostra sensibile attenzione apparirà chiaro che gli " anonimi" non esistono.
E così, con un semplice avvertimento che comporta un investimento minimo di denaro pubblico, avrete abolito tutte le guerre.
vincent
venerdì 2 agosto 2013
Domanda: Trent'anni fa lei si chiedeva se avesse senso tentare di recuperare la parola sinistra. Ha una risposta oggi?
Risposta:" Si, negativa. Quello che ha senso oggi è ridefinire una politica di cambiamento. Le soluzioni non si collocano più a un preciso punto della scala che va da destra a sinistra. Le soluzioni non le trovi nell'apposita casella, le devi cercare nelle trasgressioni della topografia politica, nell'uscita " catastrofica" dal piano bidimensionale. L'elettrone, ci dice la scienza, non ha un luogo, è un fascio di onde. Così deve essere il pensiero politico".
Massimo Cacciari
Sono perfettamente d'accordo con Cacciari. L'analogia con il mondo atomico calza a pennello.
Anche perché, definire virtù e utilità politiche dei vari Razzi, Scilipoti o Di Gregorio è rovello altrettanto spinoso della questione scientifica sulla natura dell'elettrone.
Sono corpi? Occupano uno spazio reale? O sono fasci di onde?
Potrà mai essere formulata una legge che descriva l'apparente capriccio del loro addensarsi e svanire? E se fossero loro i pionieri dell'uscita " catastrofica" dal piano bidimensionale?
vincent
Sono perfettamente d'accordo con Cacciari. L'analogia con il mondo atomico calza a pennello.
Anche perché, definire virtù e utilità politiche dei vari Razzi, Scilipoti o Di Gregorio è rovello altrettanto spinoso della questione scientifica sulla natura dell'elettrone.
Sono corpi? Occupano uno spazio reale? O sono fasci di onde?
Potrà mai essere formulata una legge che descriva l'apparente capriccio del loro addensarsi e svanire? E se fossero loro i pionieri dell'uscita " catastrofica" dal piano bidimensionale?
vincent
giovedì 1 agosto 2013
Dialogo tra banconote
La banconota da 5000 cruzeiros era preoccupata. Avevano annunciato da lì a poco la sua entrata in circolazione, e già molti giorni erano passati senza che l'avessero ritirata dal deposito. Nel deposito le arriva lo zunzum che le cose continuamente salgono di prezzo e le banconote calano di valore. Seppure le cifre restano le stesse, ogni giorno sono il segno di una realtà sempre più piccola. Quando arriverà il mio turno di circolare - temeva la banconota da 5000 - quanto varranno i miei 5000? Al momento di essere stampata, si era sentita tutta gagliarda, piena di capricci per la testa. Avrebbe soppiantato le colleghine, dando loro la vera e propria idea della grandezza. Ma fino ad ora niente, e la banconota si inquietava: " Quando vedo il cruzeiro di metallo passare dalla grandezza di una medaglia di cioccolato a quella di un bottone di manica di camicia ( e domani arriverà forse a quella di un semino di mandarino ), sento che il mio futuro non sarà dolce per niente. Sto per ridurmi alle proporzioni di un biglietto di omnibus, fatta di carta, e servirò per pagare un giro su un autobus circolare. Tutt'al più".
Era così triste quando le apparve, ancora in forma di nebbia futura, il progetto della banconota da 5 milioni, con l'effigie della testa rivolta in basso, e le sussurrò: " Sorellina, dopo di me verrà la cedola da 5 trilioni, e così via, poiché infinito è il numero dei numeri. Finché un giorno l'uomo si stancherà di scrivere sulla carta grandezze che sono insignificanze, e si metterà a scrivere insignificanze che valgono grandezze. Prevedo già all'orizzonte la meravigliosa banconota zero, che ci riassumerà tutte e raggiungerà il massimo valore metafisico".
Carlos Drummond de Andrade
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