mercoledì 10 settembre 2014

Voci






Voci. Se fosse possibile tradurre in parole le emozioni che hanno suscitato in noi le voci di coloro che abbiamo amato nel corso della nostra vita! E tuttavia le portiamo in noi, nel più profondo di noi stessi, come un tesoro in uno scrigno che non può essere mostrato a nessuno, e del quale solo noi possediamo la chiave. Lo zio celibe che corteggiava le ragazze, che coltivava la letteratura, che morì in un incidente e che noi sentimmo, quel giorno, raccontare con malinconia una delusione d'amore; il nonno rude e tenero che, con un tono di rivolta non ancora spenta ed eppure paradossalmente venata di nostalgia, descriveva la sua trincea della Grande Guerra; la prozia ciclotimica, prodiga di suoni allegri come quelli di un fringuello in certe stagioni e avara in altri momenti di parole inerti che rivelavano il grigiore della sua depressione. Certe voci, o altre ancora: voci della nostra infanzia, e dell'infanzia di ognuno. Ma come restituirle?


Antonio Tabucchi, Autobiografie altrui 

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