I quotidiani assolvono come possono il loro compito di informare, ma poi debbono far quadrare i conti. Ma anche il cuore deve vedersela con i suoi bilanci, deve poter comporre le immagini in un insieme che abbia senso. È il suo compito. Altrimenti sono guai. Vediamo.
Lo sguardo di lei, la dea statuaria, è intimamente assorto. Non conosce tempo e, al di là dell'avvenenza conquistata nella forma corporea, non brama spazio. Forma umana perfettamente isolata nel recinto della propria perfezione. Desiderabile, certo, ma non più desiderante.
Di contro, il corpicino inanimato del bimbo, spiaggiato come un cucciolo di balena, esserino il cui desiderio mai potrà trovare strada per il suo compimento.
In entrambe le immagini, comunque, una calma inquieta, una minacciosa sospensione inanimata.
A riscattarla, tra il passato della dea bella e impassibile e l'impossibile futuro del bimbo, il presente nel gesto pietoso del poliziotto sull'arenile di Bodrum. Turchia. Asia Minore. Mondo. Mondo? Si, il nostro mondo.
vincent
Nessun commento:
Posta un commento