In quella Roma degli anni 40 e 50 arrivavano e stazionavano Orson Welles ( in trattoria con Togliatti ), George Santayana ( in un convento del Celio ), Tristan Tzara e Marcel Duchamp ( incontro a sorpresa nella galleria di Plinio de Martiis ), Sebastián Matta che parlava come Helenio Herrera, poi Truman Capote, Gregory Peck, Lauren Bacall, Audrey Hepburn e moltissimi altri divi. Ma a trastullarseli trovavano pur sempre romani intelligenti e spassosi, affamati di vita, di grano, di cultura, di vizi e di successo. Sempre un po' in bilico, come accade, fra l'opera di genio e la truffa, non di rado eccentrici e " paraculi ", termine di cui si apprende l'etimologia derivante dai pantaloni rinforzati sul sedere che le mamme confezionavano ai figlioli dediti al furto " col salto " sul retro del camion di derrate.
Filippo Ceccarelli
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