L'ultima funzione chiara e distinta dell'uomo: muscoli smaniosi di lavorare, cervelli smaniosi di creare al di là del singolo bisogno - ecco cos'è l'uomo. Costruire un muro, costruire una casa, una diga; e in quel muro, in quella casa, in quella diga mettere qualcosa dell'Uomo, e in cambio prendere per l'Uomo qualcosa di quel muro, di quella casa, di quella diga: prendere i muscoli d'acciaio dal faticare, prendere le linee e le forme nette dal progettare. Perché l'uomo, diversamente da ogni altra cosa organica o inorganica dell'universo, cresce al di là del suo lavoro, sale i gradini delle sue idee, va oltre il limite dei suoi risultati. Ecco cosa puoi dire dell'uomo: quando le teorie cambiano e crollano, quando le scuole, le filosofie, gli angusti vicoli bui del pensiero nazionale, religioso ed economico crescono e si disintegrano, l'uomo non si ferma, procede brancolando, ferendosi, a volte ingannandosi. Fattosi avanti, può darsi che indietreggi, ma solo di mezzo passo, mai di un passo intero. Ecco cosa puoi dire, e sapere, e sapere. Ecco cosa puoi sapere quando le bombe piovono dagli aerei neri sulla piazza del mercato, quando si sgozzano prigionieri come maiali, quando i corpi calpestati si svuotano disgustosi nella polvere. Ecco come puoi saperlo. Se il passo non venisse fatto, se la smania di brancolare in avanti mancasse, le bombe non cadrebbero, le gole non verrebbero tagliate. Diffida del tempo in cui le bombe smettono di cadere mentre i bombardieri sono ancora vivi - perché ogni bomba dimostra che lo spirito non è morto. E diffida del tempo in cui gli scioperi cessano mentre i grandi proprietari sono ancora vivi - perché ogni piccolo sciopero soffocato dimostra che il passo è in atto. Ed ecco cosa puoi sapere per certo: terribile è il tempo in cui l'Uomo non voglia soffrire e morire per un'idea, perché quest'unica qualità è fondamento dell'Uomo, e quest'unica qualità è l'Uomo in sé, peculiare nell'universo.
John Steinbeck, Furore
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