Ci innamoriamo dei personaggi? Che il malato sia trattato come un personaggio in sangue e carne, come gli eroi di romanzi e serie. Chi ha pianto per una sfortunata signora russa come potrebbe non dannarsi per la paziente Anna Careni? Il medico è scrittore: osserva, ascolta, dà un nome alle cose e non può curare se non sa comunicare. Fino a quando i medici non saranno narrativi sentiremo ancora rispondere a un paziente col tumore che chiede della sua febbre: “ È iatrogena e para neoplastica. Punto “.
La mappa non è il territorio, la malattia non sarà mai il malato. Il territorio-malato ha storie, odori e sentimenti esclusivi che si riconoscono solo dopo interazioni narrative, prima della Tac. Gli scrittori-medici sono malati perché hanno letto molto, i malati sono scrittori perché hanno molto letto.
La forma è sostanza, la precisione è vita. Le parole devono essere esatte come in un cruciverba che inizia dall’uno. Co-incidere come bisturi. Il Malato è uno orizzontale, Il Medico deve essere uno verticale.
Gabriele Bronzetti, cardiologo pediatra
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