giovedì 20 giugno 2019






CLOWN




Un giorno,
Un giorno, forse presto.
Un giorno libererò l’ancora che tiene la mia nave lontana dai mari.
Con quella specie di coraggio che ci vuole a non essere proprio niente, lascerò andare ciò che sembrava essermi legato indissolubilmente.
Lo taglierò, lo rovescerò, lo romperò, lo farò scorrere via.
In un sorso, disciolto l’ingorgo del mio pudore miserabile, delle miserabili combinazioni e degli accoppiamenti giudiziosi.
Estratta da me la spina di essere qualcuno, tornerò a bere lo spazio fecondo.
A colpi di ridicolo, di degradazioni ( che cos’è la degradazione? ), di disintegrazioni, a furia di vuoto, per dissipazione- derisione-depurazione, espellerò da me la forma che sembrava così aderente, composta, coordinata, così ben inserita nella mia cerchia e tra i miei simili, così degni, così degni i miei simili.
Ridotto a un’umiltà di catastrofe, a un livellamento assoluto come dopo una fifa colossale.
Smisuratamente ricondotto al mio rango reale, all’infimo rango che non so quale idea-ambizione mi fece disertare.
Annullato rispetto al suo rilievo, alla sua reputazione.
Perduto in un luogo lontano ( o anche no ), senza nome, senza identità.

CLOWN, che abbatte nello scherno, nel grottesco, in uno scoppio di risa l’immagine sublime che mi ero fatto della mia rilevanza.
Mi tufferò.
Senza peso nell’infinito-spirito sostrato aperto a tutto,
aperto io stesso a una nuova incredibile brina
a forza d’essere nessuno 
raso terra
risibile...




Henri Michaux

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