" Il mese scorso, durante quello che a Palermo viene chiamato " festino", alla Cala, proprio di fronte al mare, c'era una famiglia numerosissima in contemplazione dei fuochi d'artificio. Seduta nell'afa, sonnambolica, la pelle intorno agli occhi smaltata di sudore, al vertice di questa piramide familiare una ragazzina impugnava uno stecco in cima al quale si arrotondava un dolce color rubino simile a un organo interno. Mentre nel cielo nero i fuochi esplodevano a raggiera lei- assorta, inconsapevole, il suo appetito serale come lo scudo che difende dalla caducità genitori zii fratelli sorelle- brucava la piccola zolla meraviglia. Ha dato ancora un morso di labbra, piano, a quel cuore tetro. L'ho guardata a lungo: aveva qualcosa di immortale".
Giorgio Vasta
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