L'idea che emerge subito quando pensiamo a qualcosa di comune è l'esperienza del limite, della caducità e della morte: questo è un primo ineludibile tratto che ci accomuna. La ferita del limite, per antonomasia, spinge l'uomo fuori di sé e lo mette in contatto con gli altri membri della specie superando la singolare identità. La finitudine è il nostro destino comune.
Per questo il lutto ci apre al contagio, all'infezione reciproca, a quella presenza dell'uno nell'altro di cui siamo costituiti.
Laura Ambrosiano-Eugenio Gaburri
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