.. non è poi tanto chiaro se queste mirabili sculture siano figlie del Novecento o nascano da un immemore passato. Assomigliano semmai a quegli uomini senza tempo che si incontrano negli altopiani etiopici: immersi in spazi immensi e spinti da una imperscrutabile necessità, camminano, camminano, camminano, sino a trasformarsi in minuscoli segni riassorbiti da una realtà troppo imponente rispetto alla loro fragile esistenza.
Franco Marcoaldi sull'opera di Alberto Giacometti
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