" Non crediamo mai che qualcuno sia morto. Sappiamo che è morto, ma non ci crediamo. Freud ha torto quando afferma che non possiamo credere alla nostra morte, perchè in effetti non crediamo alla morte di nessuno. La morte è al di là di ogni credenza, di ogni condivisione, di ogni mimesis e metexis.
Ma abbiamo ragione. Non credo che Philippe sia morto, perchè sento la sua voce nella mia - come altre voci, quella di Jaques, per esempio. In quello che leggerò qui, è lui che parla, con e senza di me, per me, contro di me, lontano da me, mentre risuona in me per sempre".
Jean-Luc Nancy, in ricordo del filosofo Philippe Lacoue-Labarthe
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