Basterebbe una presenza per fare la differenza, nella folla anonima di volti che scorrono invisibili. Un cenno capace di distinguersi nella ripetizione atona che scorre silenziosa. Bisognerebbe però poterla immaginare, attendere, concepirla in un'attesa, prefigurarsela, presentirla in un'illusione, quella presenza. Così non è. Non un segno, neppure un cenno, né l'ombra di una differenza. Non una parola: solo un chiasso assordante che non diventa voce.
Ugo Morelli
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