E penso alla negra smagrita e tisica,
con l'occhio attonito, scalpicciare nel fango,
cercando assenti alberi da cocco della Superba Africa
dietro l'immensa muraglia di nebbia.
A chi ha perduto quello che non si trova mai più,
mai più, a chi beve le lacrime e succhia
e succhia al Dolore come una buona lupa,
ai magri orfanelli appassiti come fiori!
Così, nella foresta dove esilia il mio spirito,
un vecchio ricordo suona a perdifiato il corno.
E penso ai marinai dimenticati su un isola,
ai vinti, ai prigionieri, a tanti tanti altri ancora.
Tratto da " Il Cigno " di Charles Beaudelaire
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