Caro Robert, sono un'attrice italiana abbastanza considerata nel nostro paese, attrice di teatro con alcune esperienze cinematografiche, troppo poche per sperare di incontrarti un giorno. Eppure io lo meriterei, perché ti amo da quando avevo 14 anni. Conosco a memoria i tuoi fianchi larghi, lo stomaco che si appoggia e copre la cintura dei pantaloni, le gambe che dondolano camminando. Per questo tuo corpo che non sono mai riuscita a vedere senza eccitarmi io ho costretto fidanzati, conoscenti e parenti a camminare tutti con i piedi in dentro, come te. Inutile dire che ho visto tutti i tuoi film, pur odiando le tue partner che a volte ti preferivano Gregory Peck, come ne " Il promontorio della paura ". L'America puritana ti ha fatto interpretare personaggi negativi e violenti perché non sapeva come contenere quel tuo corpo erotico che si gonfiava sotto le camicie militari avanzando sullo schermo con il petto in avanti, il ventre che accarezzava al suo passaggio mobili e persone.
Io amo tutto di te perché tutto è ambiguo, osceno e speranzoso. E quando ti vedo amo di più la vita. Tutte le tue rotondità sono un inno all'abbandono e io, che non mi abbandono mai, aspetto che tu venga un giorno dall'America in via del Governo Vecchio, 22 Roma per toccarti con un dito e rendermi conto che quella meraviglia che sei per me esiste veramente.
Negli anni Ottanta Piera Degli Esposti scrisse questa lettera a Robert Mitchum. Senza spedirla mai.
Dopo quasi vent'anni lo incontrò.. e gliela lesse.
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