lunedì 14 gennaio 2019






Susan Griffin affronta lo shock da granata con un’immaginazione più ricca di sensibilità. La Griffin legge l’immprovvisa paralisi e incapacità di articolare la parola, il tremore, la perdita del controllo degli sfinteri e la dilatazione delle pupille degli occhi annebbiati dalle lacrime come la ricomparsa del corpo femminile del maschio, dopo la lunga rimozione dovuta all’indottrinamento militare. Il rimosso ritorna nel sistema nervoso simpatico e parasimpatico. Amore struggente per i compagni dilaniati dalle bombe, comprensione per i feriti piagnucolanti. Accanto al soldato in combattimento c’è la sua ombra, un sé “ tenero e dolente “. “ Intorno è tutto un tenerume: le ferite, la carne marcescente, i morti “. E la terra: “ sdraiato in un piccolo avvallamento, feci l’amore con la terra “ scrive Philip Caputo, che si era buttato al suolo per ripararsi dal fuoco nemico. La terra come rifugio, come letto, grembo, donna.



James Hillman, Un terribile amore per la guerra 

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