L’ultimo, e smetto. Sto diventando un po’ tecnico, ma questo è importante. Questo era il tocco che la rendeva un capolavoro di “ volupté “. Consuela è una delle poche donne che ho conosciuto che vengono spingendo la vulva in fuori, spingendola in fuori involontariamente come il corpo tenero, indiviso e schiumante di un mollusco. La prima volta fu una sorpresa. La tocchi e ti sembra una cosa dell’altro mondo, una creatura che viene dal mare. Come se fosse imparentata con l’ostrica o la piovra o il calamaro, un essere che vive a miglia e miglia di profondità e che risale a chissà quanti eoni fa. Normalmente tu vedi la vagina e la puoi aprire con le mani, ma nel suo caso sbocciava come un fiore, quella figa che da sola emergeva dal suo nascondiglio. Le labbra interne venivano estroflesse, si gonfiavano verso l’esterno, e quel turgore viscido e setoso è molto eccitante, stimolante da toccare e da vedere. Schiele avrebbe dato un occhio della testa per dipingerla. Picasso l’avrebbe trasformata in una chitarra.
Philip Roth, L’animale morente
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