giovedì 27 novembre 2014






Troppi di coloro che si occupano di bambini pensano di avere a che fare con dei piccoli idioti. Il bambino è invece acutissimo, malizioso, angosciato: i suoi meccanismi psichici sono complessi e tormentati. Purtroppo molti adulti si dimenticano della propria infanzia e si rivolgono ai bambini come a dei poveri sciocchi. E invece si tratta di entrare in comunicazione con il mondo dell'infanzia, ognuno con la propria personalità e il proprio linguaggio, da adulto a bambino, senza inutili birignao e bamboleggiamenti. Se il contatto è onesto funziona ed è l'unico possibile. (....) Quando scrivevo poesie per bambini ero io stesso un bambino che diceva poesie, che si divertiva e giocava. Io non conosco tutte le infanzie, conosco solo la mia infanzia. Quello che ricordo di allora è uno stato d'animo nel quale vivo ancora. L'infanzia è una cosa molto seria. Il mio ricordo è un periodo di solitudine assoluta, di sospetto, di mito continuo. Il tempo andava

 all'infinito, lo spazio andava all'infinito e la morte non esisteva. Questa infinità, questa perpetuità mi sgomentava e affascinava allo stesso tempo. Sapevo di essere un bambino, assumevo il ruolo con amarezza, o con dolcezza se era il caso, ma ero pur sempre io, non ero né bambino né altro.
La mia infanzia di allora è immersa in una sensazione di unicità. La mia infanzia sono io.



Toti Scialoja





  

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...