Nel 1953 due ricercatori americani lo rivelarono al mondo.
Loro sono James Dewey Watson e Francis Crick.
L’oggetto della loro scoperta un acido, o meglio una serie di aminoacidi strutturati in determinate sequenze e disposti nello spazio a forma di spirale.
Da quella data diventa impossibile enumerare la serie di riconoscimenti ufficiali che quegli umili aminoacidi ebbero a ricevere dall’umana conoscenza.
Talmente tanti che da quegli anni in poi fu impossibile occuparsi in modo serio delle manifestazioni della vita prescindendo da loro.
Ma non bastava. Bisognava arrivare al punto fatale nel quale doveva succedere quel che oggi, mentre scrivo, si è compiuto: la perfetta, definitiva coincidenza tra loro e noi.
Ormai non esiste carattere o comportamento umano che non sia dipendente da loro.
Dal colore degli occhi alla tendenza alla fedeltà o al tradimento, sono loro a dettar legge, a fare di noi quello che siamo o non siamo.
Questa, che in passato si presentò come una domanda, ormai ha perso definitivamente per strada il punto interrogativo.
Vorrei profittare di questo difficile momento per provare a rimettercelo quel vecchio, buon punto di domanda: sono loro a fare di noi quello che siamo?
Non affrettatevi a dare la risposta che immagino.
Non è detto che ciò che riusciamo a comprendere con il cervello sia penetrato in noi sino al punto di abitare nei recessi del cuore.
Ho la certezza che sia questa la domanda che il dramma di questi giorni ci pone.
Come Edipo, siamo al cospetto della Sfinge.
E il quesito è sempre lo stesso: riguarda la natura dell’Essere Umano.
vincent
A presto con altre considerazioni..
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