Pandemia o pandemonio?
Il mio medico, con un intenso messaggio vocale, pone l’interrogativo.
E suggerisce di chiamarla “ La prova dell’aria “.
Come fosse una delle dodici fatiche di Ercole, affrontiamo un intenso corpo a corpo con l’aria.
Il campo di battaglia: i seicento milioni di alveoli dove l’aria viene a vivificare il sangue.
Essenziale per la vita.
E noi tutti sappiamo quali sono le condizioni che rendono la vita degna di essere vissuta.
Quanti di noi negli ultimi anni hanno deciso di rifiutarsi di vivere una vita che non era più tale?
Costretti all’immobilità e totalmente dipendenti da macchine.
E non c’è nulla di più libero dell’aria, nulla che possa paragonarsi al bene che riceviamo da un cielo terso.
Zizek ci ha regalato una definizione del virus tagliente per la sua efficacia:
“ Il virus è la vita colta nella stupidità apicale della ripetizione e della moltiplicazione “.
Perfetto! Aggiungerei a moltiplicazione l’aggettivo “ meccanica “.
Ora sappiamo di cosa parliamo; di un meccanismo totalmente privo e perciò avido di vita che prova in tutti i modi a saturare i luoghi di incontro dove la vita s’accende.
Se in questi strani giorni ci viene vietato di incontrarci è perché una quantità incalcolabile di questa sorta di interruttori impediscono lo scambio tra l’elemento vitale dell’aria e il nostro sangue.
Scambio amoroso essenziale alla vita.
La fisiologia medica lo definisce: processo di ossigenazione del sangue.
Ma il mio medico, che non si accontenta, parla di “ metabolismo della luce “.
E mi spiega che per farsene un’idea bisogna prima di tutto immaginare una polarità.
In questo caso tra forza e forma.
E piazzare il sangue dalla parte della forza e l’aria-luce dalla parte della forma.
Questo vuol dire che, a scambio avvenuto, il sangue avrà ricevuto dall’aria-luce un impulso ordinatore e l’aria- luce dal sangue una sorta di alito di calore.
Adesso capisco perché si consiglia a chi è in preda all'agitazione di respirare profondo: un benefico soffio proveniente da misteriose geometrie stellari interverrà a calmarci.
Ma non finisce qui. Lui mi spiega ancora che ogni essere umano, a condizione che abbia in fondo all'anno un certo numero di cieli tersi generosi di buona luce, immagazzina nel suo organismo - come fosse un fienile - una certa quantità di luce.
Ma non si tratta della stessa luce che ha assorbito. Gli esseri umani, a differenza degli animali, sono
Creatori e Produttori di Luce Originale.
A che scopo? Suppongo per i tempi bui.
Riassumendo: tutti noi possediamo la capacità di metterci da parte una certa quantità di " luce privata ", a condizione naturalmente che i nostri cieli siano stati generosi.
La conseguenza di una carenza di luce interna può provocare tendenza ad obesità e infiammazioni.
Cosa c'entra questo con la domanda iniziale?
In che modo una pandemia si trasforma in un pandemonio?
Le domande sono utili solo quando fanno sorgere ulteriori domande..
A presto, vincent
Zizek ci ha regalato una definizione del virus tagliente per la sua efficacia:
“ Il virus è la vita colta nella stupidità apicale della ripetizione e della moltiplicazione “.
Perfetto! Aggiungerei a moltiplicazione l’aggettivo “ meccanica “.
Ora sappiamo di cosa parliamo; di un meccanismo totalmente privo e perciò avido di vita che prova in tutti i modi a saturare i luoghi di incontro dove la vita s’accende.
Se in questi strani giorni ci viene vietato di incontrarci è perché una quantità incalcolabile di questa sorta di interruttori impediscono lo scambio tra l’elemento vitale dell’aria e il nostro sangue.
Scambio amoroso essenziale alla vita.
La fisiologia medica lo definisce: processo di ossigenazione del sangue.
Ma il mio medico, che non si accontenta, parla di “ metabolismo della luce “.
E mi spiega che per farsene un’idea bisogna prima di tutto immaginare una polarità.
In questo caso tra forza e forma.
E piazzare il sangue dalla parte della forza e l’aria-luce dalla parte della forma.
Questo vuol dire che, a scambio avvenuto, il sangue avrà ricevuto dall’aria-luce un impulso ordinatore e l’aria- luce dal sangue una sorta di alito di calore.
Adesso capisco perché si consiglia a chi è in preda all'agitazione di respirare profondo: un benefico soffio proveniente da misteriose geometrie stellari interverrà a calmarci.
Ma non finisce qui. Lui mi spiega ancora che ogni essere umano, a condizione che abbia in fondo all'anno un certo numero di cieli tersi generosi di buona luce, immagazzina nel suo organismo - come fosse un fienile - una certa quantità di luce.
Ma non si tratta della stessa luce che ha assorbito. Gli esseri umani, a differenza degli animali, sono
Creatori e Produttori di Luce Originale.
A che scopo? Suppongo per i tempi bui.
Riassumendo: tutti noi possediamo la capacità di metterci da parte una certa quantità di " luce privata ", a condizione naturalmente che i nostri cieli siano stati generosi.
La conseguenza di una carenza di luce interna può provocare tendenza ad obesità e infiammazioni.
Cosa c'entra questo con la domanda iniziale?
In che modo una pandemia si trasforma in un pandemonio?
Le domande sono utili solo quando fanno sorgere ulteriori domande..
A presto, vincent
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