giovedì 29 giugno 2017



È un po' filosofo, tutti i buoni meccanici lo sono, forse lei non ci crederà, Monsieur, ma a studiare le automobili si capiscono tante cose, la vita è un ingranaggio, una rotella qua, una pompa là, e poi c'è una cinghia di trasmissione che collega tutto e trasforma l'energia in movimento, proprio come nella vita, un giorno mi piacerebbe capire come funziona la cinghia di trasmissione che lega tutti i pezzi della mia vita, il concetto è lo stesso, bisognerebbe aprire il cofano e stare lì a studiare il motore che ronza, collegare tutto, tutti gli istanti, le persone, le cose, dire: è Albert, fu il motorino di avviamento, questo ero io, i pistoni con la camera da scoppio, e questa è la candela che fece scoccare la scintilla dell'accensione; e ora a bordo, si parte.


Antonio Tabucchi, " Rebus "




venerdì 23 giugno 2017

about Mrs. Robinson


.. l'immagine di quella donna di alto rango ma non fuori rango, reale e super ma non surreale, infelice perché ben maritata, bellissima perché di mezza età, amara e perciò alcolizzata, disillusa e perversa, composta, lucida e ancora " non salvata " dalle femministe.


Francesco Merlo




mercoledì 21 giugno 2017


Al tempo che cadevano le albicocche 
il mondo era tutto verde
e noi stavamo sotto una capanna
che era fatta di canne
e di strisce di cielo.
Al tempo che cadevano le albicocche 
si sentivano dei tonfi
che mai mi son scappati dalla memoria 
come se fosse il tempo
che bussa dentro il tempo.


Nino Pedretti





giovedì 15 giugno 2017



Se la pornografia consiste nel restare attaccati al fantasma dell'esibizione, l'amore si libera invece del fantasma tornando dal grido al sussurro e al silenzio.


Jean-Luc Nancy, Del sesso





mercoledì 14 giugno 2017




" Non c'è stata nessuna presa della Bastiglia, niente di paragonabile all'incendio del Reichstadt, e l'incrociatore Aurora non ha ancora sparato un solo colpo di cannone. Eppure di fatto l'assalto è avvenuto, ed è stato coronato da successo: i mediocri hanno preso il potere. "


Alain Deneault




martedì 13 giugno 2017

Rapa Iti



In una piccola città situata nelle propaggini dei Vosgi, un bambino di sei anni è tormentato da un sogno ricorrente nel quale qualcuno gli insegna una lingua completamente sconosciuta. Ben presto il piccolo Marc Liblin non la parla fluentemente soltanto in sogno, pur senza sapere da dove venga o se esista davvero. Marc è un bambino solo, molto dotato e assetato di sapere. Da adolescente divora più libri che pane. All'età di trentatré anni vive appartato dal mondo, in Bretagna. Qui, alcuni ricercatori dell'Università di Rennes lo notano, vogliono decifrare la lingua dei suoi sogni e tradurla. Per due anni alimentano i loro enormi calcolatori con gli strani suoni di Marc. Inutilmente. Un giorno, i ricercatori hanno l'idea di andare per i bar del porto a chiedere ai marinai in libera uscita se qualcuno abbia già sentito quella lingua da qualche parte. In un'osteria di Rennes, Marc Liblin si esibisce in un assolo, monologando davanti a un gruppo di tunisini. A un certo punto l'uomo dietro il banco, un ex appartenente alla Marina, si intromette e dichiara che ha già sentito una volta quella parlata, sulla più solitaria di tutte le isole della Polinesia. E conosce un'anziana signora, la moglie divorziata di un militare, che abita in una casa popolare di periferia e che parla proprio in quel modo. L'incontro con la signora polinesiana cambia la vita di Liblin: Meretuini Make apre la porta, Marc la saluta nella sua lingua e lei risponde subito nell'antico Rapa della sua terra. Marc Liblin, che non ha mai lasciato l'Europa, sposa la sola donna che lo capisce e nel 1983 parte con lei per l'isola dove si parla la sua lingua.


Judith Schalansky, Atlante Tascabile delle Isole Remote

Mi sono chiesto: saranno vissuti tutti felici e contenti?
Non esattamente. Succede che gli indigeni di Rapa Iti trattano i nuovi arrivati - Marc, la moglie e il figlio che vedete in foto - con sospetto, anzi con crescente, spiccata avversione.
Ma d'altra parte, cosa c'è di rassicurante in gente che con la propria storia personale mette in totale discussione le coordinate per tutti noi così pacifiche e tranquillizzanti di spazio e tempo?





domenica 11 giugno 2017

Caetano Veloso & Gilberto Gil - Drão (Milano, Villa Arconati, 11 Luglio ...


Drāo


Drāo,
L'amore della gente è come un chicco di grano,
Un seme di illusione,
Gli tocca morire per poter germinare,
Fare radici in un posto qualunque,
Prendere vita dalla terra.
È la nostra semina,
Chi mai potrà farlo morire?
È il nostro modo di camminare,
Il nostro duro cammino
Lungo strade oscure.

Drāo,
Non pensare a separazioni,
Non frantumare il tuo cuore,
Il vero amore è lieve,
Si estende, infinito,
Come immenso monolito,
È la nostra architettura,
Chi mai potrà farlo morire!
È il nostro duro cammino,
Il nostro giaciglio di tatami,
Per la vita intera.

Drāo,
I bambini sono tutti sani,
I peccati sono tutti miei,
Dio conosce la mia confessione,
Non c'è nulla da perdonare,
È per questo che c'è bisogno di più compassione,
Chi mai potrà farlo morire, quell'amore,
Se quell'amore è come un chicco di grano!
Muore-nasce grano,
Vive-muore pane.







sabato 10 giugno 2017


Sono morto perché non ho desiderio,
non ho desiderio perché credo di possedere,
credo di possedere perché non cerco di dare.
Cercando di dare, si vede che non si " ha " niente,
vedendo che non si ha niente, si cerca di dare se stessi,
cercando di dare se stessi, si vede che non si " è " niente,
vedendo che non si è niente, si cerca di divenire,
desiderando divenire, si vive.


René Daumal




martedì 6 giugno 2017

McCOY TYNER, Contemplation


Avete sentito quel silenzio assoluto che risuona sulla terra, poco prima che cali la notte? Solo un orecchio predisposto al dispiegarsi profondo degli esseri può captarlo, sfuggendo ai rumori che disturbano. Quello che chiamiamo una coppia, nel senso inaccessibile del termine, si forma quando due persone sentono questo dispiegamento ciascuna dentro di sé, reciprocamente e nel mondo circostante. Nessun'altra persona può entrarvi. È così che siamo diventati una sorta di coppia, lui ed io.


Julia Kristeva, L'Horloge enchantée




domenica 4 giugno 2017

Diavoleria 30



L'odio non scompare né nell'amore, né negli esseri parlanti che noi uomini siamo: tutti gli esseri viventi hanno " pulsioni " aggressive, e gli esseri umani di entrambi i sessi sono abitati da " affetti " che sono pulsioni accompagnate da rappresentazioni psichiche, tra esse l'odio è più antico dell'amore. (....)
Per di più, contrariamente all'oggetto d'amore, l'oggetto dell'odio non delude mai.


Julia Kristeva, Del Matrimonio considerato come un'arte





venerdì 2 giugno 2017


Se non ci sentiamo estranei a noi stessi, non incontreremo mai uno straniero, ivi compreso qualcuno che vive dietro l'angolo. (.....) Dunque, " per amore dell'altro ", vuol dire che mi aspettavo dall'altro - e aspetto sempre dall'altro che io stesso sono- delle sorprese.


Philippe Sollers




giovedì 1 giugno 2017


Non si dice mai, ma Bach da piccolo era un bambino particolarmente giocherellone, birbante, sfrontato, spesso fuggiva da casa. Al di fuori della passione precoce per la musica e della sua precisione nei compiti che gli venivano assegnati, lo si vedeva correre per la campagna, nei dintorni di Eisenach. Chi non lo ha visto svignarsela, partire, volare via, fermarsi bruscamente, ripartire a rotta di collo, stendersi con le braccia incrociate sul prato, rialzarsi, correre a perdifiato, poi sedersi e meditare a lungo, prima di riprendere le sue giravolte che hanno preoccupato tanto sua madre, non può capire nulla del suo modo di tenere il tempo, o più esattamente di " temporeggiare ", regolare la tempesta e questa atroce storia di crocifissione. Resuscitare le spirali, ecco il viaggio. Ed è ciò che rabbuia il volto del re di Prussia, presso il quale il vecchio Bach è appena giunto. Sono a tavola. Un valletto viene a riferire qualcosa al re. Si alza e dice: " Signori, il vecchio Bach è arrivato ". Allora tutti quanti si alzano, dopo che si è alzato il re. Se ne infischiano, certamente, va messo alla tastiera il vecchio Bach. Non si sa se ha cenato. Ha viaggiato sotto la neve, e deve esibirsi, non è certo lì per mangiare. È proprio questo che rabbuia il volto del re: la gioia sbalorditiva e infantile del vecchio Bach sulla quale il tempo non ha nessuna presa, la sua ininterrotta preghiera, il movimento di perpetua adorazione, in breve il suo amore.


Philippe Sollers, " Les Voyageurs du Temps " ed. Gallimard




Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...