martedì 22 settembre 2020








" Grande trampoliere silenzioso, la Leica indolentemente e morbidamente appesa alla estremità del braccio destro, come una fionda a quello di un monello, l'ho visto intrufolarsi nelle assemblee e nelle folle con la grazia e la sicurezza di un eroe di Beaumarchais ".





Jean Clair, descrivendo Henri Cartier Bresson




 
 

giovedì 17 settembre 2020

Diavoleria 32









" Semplice, potente, spettacolare "
È invisibile, ma vedrai. "


Come da figura, si tratta dell'aura magica che emana dalla campagna pubblicitaria del wifi di Sky. Difficile immaginare qualcosa di più efficace per descrivere le prerogative e l'azione del Covid19. Perché se volessi provare a indovinare quali parole userebbe un Demiurgo Celeste, uno di quegli Arcangeli passati dalla parte dei cattivi, per spiegare a un collega l'impatto che da lì a poco avrà sul mondo lo strumento diabolico da lui messo a punto, quello che gli uomini chiameranno Covid19, ecco, lo ripeto , non potrei trovare di meglio che: " È invisibile, ma vedrai. " " Semplice, potente, spettacolare "



vincent    





 

sabato 12 settembre 2020









Senza "corpi all'opera " niente formazione! Intendo corpi pesanti, contigui, soggetti alle variazioni dell'umore, intendo uno spazio nel quale quei corpi si raccolgono, un tempo limitato durante il quale devono convivere e relazionarsi, un ordine, una disciplina alla quale devono sottomettersi facendo violenza alla loro vitalità. Grazie agli impacci dell'on line, abbiamo " visto" che la presenza non è accessoria al sapere e alla sua " trasmissione " , ma è essenziale. Il sapere, infatti, non è questione soltanto teorematica, così come la didattica non concerne soltanto la trasmissione di quel sapere. Il sapere è impregnato nella carne. Senza un "contatto " non c'è comunità educativa e per " contatto " si intende qui qualcosa di più di una stabile connessione: si intende quella " erotica dei corpi " che, da sempre, i classici hanno posto alla base del fatto pedagogico, considerandola la scintilla che accende il fuoco della dialettica ( " dialettica " era il nome che gli antichi davano al nesso insegnamento-apprendimento ).

La questione è infatti antica. Coloro che si sono interrogati sui limiti della didattica " on line " hanno spesso fatto riferimento al Platone della VII lettera che rimproverava Dionigi, tiranno di Siracusa, di aver scambiato la dialettica filosofica con la dottrina sintetizzata in un libro. La critica platonica della scrittura alfabetica è la critica di una formidabile tecnologia che per la prima volta nella storia dell'umanità permette una straordinaria " didaché " ( didattica ) " in absentia ". Non c'è bisogno del locutore, non c'è bisogno della presenza del padre del discorso, perché il libro può fare le sue veci. E non c'è bisogno di comunità educativa, vale a dire di quei corpi raccolti in un luogo determinato e in un tempo determinato, perché la scrittura alfabetica si dà a tutti, come una donna di malaffare. Non sceglie a chi rivolgersi, né come né quando. Al superbo tiranno, Platone obiettava che quando il sapere si emancipa dal contatto, per virtualizzarsi nel segno, ebbene allora non c'è più sapere, ma solo un suo simulacro.



Rocco Ronchi, Didattica del virus
doppiozero.com   





Senza corpi all'opera 

 

lunedì 7 settembre 2020





Chi ha vissuto a contatto con i parassiti, nel campo di sterminio, fra pulci, pidocchi, il rischio del tifo e di altre patologie contagiose, chi ha tratto dalle scalate in montagna una lezione morale, non disprezza l'impuro. In uno dei racconti di " Storie naturali " ( 1966 ), Primo Levi attribuisce alla tenia ( è lei "L'amico dell'uomo " a cui allude il titolo del racconto ) una capacità poetica, a ricordarci che la creatività affonda le sue origini, non nella testa, ma nell'intestino, in quelle zone oscure piene di spore di cui si compone anche il nostro Es, luogo informe di mescolanze da cui può sorgere il nuovo. Dal letame sorge la fertilità del terreno agricolo, nascono i fiori in " Via del campo ", anche " nella storia, come nella natura, il marciume è il laboratorio della vita ", ricordava il Marx del " Capitale ". Rievocando, nel capitolo " Azoto " del " Sistema periodico " ( 1975 ), le prime esperienze da chimico del dopoguerra, Levi racconta la vana ricerca di escrementi di gallina per trarne rossetto con cui abbellire le labbra delle donne. " L'idea di ricavare un cosmetico da un escremento,  ossia aureum de stercore, mi divertiva e mi riscaldava il cuore come un ritorno alle origini, quando gli alchimisti ricavavano il fosforo dall'urina (....). Così fa la natura: trae la grazia della felce dalla putredine del sottobosco, e il pascolo dal letame, e " laetamen " non vuol forse dire " allietamento "? così mi avevano insegnato al liceo, così era stato per Virgilio, e così ritornava ad essere per me ".
L'episodio suona conferma della lezione politico-morale che Levi - lo ricorda il capitolo " Zinco " - aveva ricevuto nel suo primo giorno di laboratorio all'Università torinese, nel 1938, al tempo delle leggi razziali. Il tenero zinco, il " metallo noioso " con cui si facevano i mastelli per la biancheria, è arrendevole di fronte agli acidi, ma " resiste ostinatamente all'attacco " quando è molto puro. Levi non cede alla tentazione, " disgustosamente moralistica " di elogiare la virtù immacolata o la purezza come protezione dal male. Solo l'impurezza " dà adito ai mutamenti, cioè alla vita. ( .... ) Perché la ruota giri, perché la vita viva, ci vogliono le impurezze, e le impurezze delle impurezze: anche nel terreno, come è noto, se ha da essere fertile. Ci vuole i dissenso, il diverso, il grano di sale e di senape: il fascismo non li vuole, li vieta, e per questo tu non sei fascista; vuole tutti uguali e tu non sei uguale ".   




Mario Porro, La tenacia del parassita
Doppiozero.com        

mercoledì 2 settembre 2020






Come può un seme liberare un germoglio senza schiudersi?
E cosa ne sarebbe del mondo se un seme, sapendo che il germoglio che libererà da lì a poco sarà travolto da un uragano, si rifiutasse di generarlo?



vincent

 







E se fosse ormai urgente condurre finalmente la coscienza incontro al respiro?



vincent

 

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