mercoledì 30 novembre 2011



Les chercheuses de poux

Quand le front de l'enfant, plein de rouges tourmentes,
Implore l'essaim blanc des rèves indistincts,
Il vient près de son lit deux grandes soeurs charmantes
Avec de frèles doigts aux ongles argentins.

Elles assoient l'enfant devant une croisée
Grande ouverte où l'air bleu baigne un fouillis de fleurs,
Et dans ses lourds cheveux où tombe la rosée
Promènent leurs doigts fins, terribles et charmeurs.

Il écoute chanter leurs haleines craintives
Qui fleurent de longs miels végétaux et rosés,
Et qu'interrompt parfois un sifflement, salives
Reprises sur la lèvre ou désir de baisers.

Il entend leurs cils noirs battant sous les silences
Parfumés; et leurs doigts électriques et doux
Font crépiter parmi ses grises indolences
Sous leurs ongles royaux la mort des petits poux.

Voilà que monte en lui le vin de la Paresse,
Soupir d'harmonica qui pourrait délirer;
L'enfant  se sent, selon la lenteur des caresses,
Sourdre et mourir sans cesse un désir de pleurer.   


 Le cercatrici di pidocchi

Quando la fronte giovane, rossa per le bufere,
Implora il bianco sciame dei bei sogni indistinti,
Accanto al letto vengono due graziose sorelle
Che hanno fragili dita dalle unghie argentine.

Fan sedere il ragazzo a una finestra aperta
dove l'azzurro inonda una macchia di fiori,
E nei capelli grevi coperti di rugiada
Muovon le dita fini, terribili e maliarde.

Egli ascolta cantare quegli aliti sospesi,
Odorosi di un miele lungo e rosa di pianta,
interrotti talvolta da un sibilo, saliva
Ripresa sulle labbra o bramosia di baci.

Ode le ciglia nere battere nel silenzio
Profumato e le dita elettriche e soavi
Che fanno crepitare nella grigia indolenza
Sotto l'unghie regali la morte dei pidocchi.

Ecco che sale in lui il vino dell'Accidia,
Sospiro di un'armonica che potrebbe impazzire;
Secondo la lentezza delle carezze, sente
Sorgere in lui e spegnersi una voglia di pianto.

Arthur Rimbaud

lunedì 28 novembre 2011

..quella tela bianca



"Esiste un aneddoto leggendario che riguarda il lavoro di Emilio Vedova come insegnante presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia. Quando un allievo si trovava paralizzato di fronte alla tela bianca, incapace di procedere, vittima dell'inibizione, il maestro interveniva immergendo uno spazzolone in un secchio di colore e imprimendo un violento colpo sulla tela. Questa offesa traumatica sortiva un effetto immediato; l'allievo liberato dall'angoscia e dall'inibizione poteva procedere nel suo lavoro. Il gesto del maestro contiene una duplice verità. La prima verità è che se l'arte, come dichiara Lacan, è una "organizzazione del vuoto", questo non significa affatto che il vuoto sia un dato di partenza per l'artista. Piuttosto si tratta di produrre il vuoto come condizione basica di ogni processo creativo. Il colpo di spazzolone che si getta con forza sulla tela immacolata cerca il vuoto, cerca l'aria, l'ossigeno. Il vuoto della tela infatti non è affatto vuoto; è piuttosto sempre troppo pieno. Pieno di cosa? Di tutta la storia dell'arte, di tutte le immagini già viste nell'arte che ci ha preceduti. La tela bianca è affollata di saperi, di opere, di citazioni, di stereotipi, di ciò che è già stato fatto, visto e conosciuto. Ogni tela porta su di se il peso di ieri; è una stratificazione invisibile di memoria. Filosofie dell'arte, standard della composizione, esperienze pittoriche, citazioni, correnti di pensiero, stili, maniere, tutto un sapere invisibile ma denso si deposita sul bianco della tela ricoprendolo di una ragnatela impercettibile che genera sudditanza e inibizione.
Cosa ci insegna il colpo di spazzolone del maestro? Se questo pieno non si svuota non c'è possibilità di creazione; è necessario un azzeramento preliminare, una sospensione, uno svuotamento di questo pieno. Non di meno questo gesto ci mostra anche che la presenza ingombrante di segni morti non è mai un'esperienza contingente. La tela bianca è sempre piena di saperi morti, di elementi inerti, di ideali monumentali, di opere irraggiungibili. Ogni processo creativo eredita la memoria di ciò che è già avvenuto. Ma questa eredità può essere tradita nella forma della ripetizione scolastica oppure può dare vita a un atto autenticamente creativo. Il colpo di spazzolone vuole allentare l'obbedienza del soggetto alle regole codificate della tradizione affinchè qualcosa di nuovo possa venire alla luce. Per questo occorre fare il vuoto, occorre una quota necessaria di oblio, una dimenticanza, una sospensione di quel codice. La condizione di possibilità di ogni processo creativo è che vi sia vuoto. Altrimenti il soggetto resta ipnotizzato dalla tela bianca, resta trattenuto perchè ogni atto sarebbe inadeguato rispetto all'Ideale della tradizione. Accade anche ai nostri studenti davanti alla propria tesi di laurea. Bisogna dimenticare quello che si è letto, quello che già si sa, occorre fare il vuoto, per provare a dire qualcosa di proprio. Per questo per Vedova essere pittore significava, come egli usava dire, essere tutti i giorni sull'orlo del precipizio, sul bordo del vuoto."


                                                                                                                 Massimo Recalcati

sabato 26 novembre 2011

distico di Pietro Bembo per il sepolcro di Raffaello







" Ille hic est Raphael timuit quo sospite vinci rerum magna parens et moriente mori"
Ovvero:
" Qui giace Raffaello dal quale, egli vivente, la gran madre di tutte le cose, la Natura, temette di essere vinta e, lui morto, di morire."

Sirene e Serafini





Io dunque tutto le dissi per ordine, e poi mi parlava parole Circe sovrana: " Così tutto questo è compiuto; ma ora tu ascolta come io ti parlo: te lo rammenterà ancora il Dio. Alle Sirene prima verrai, che gli uomini stregano tutti chi le avvicina. Chi ignaro approda e ascolta la voce delle Sirene, mai più la sposa e i piccoli figli tornato a casa festosi l'attorniano, ma le Sirene col canto armonioso stregano, sedute sul prato: pullula in giro la riva di scheletri umani marcenti; sull'ossa le carni si disfano. Ma fuggi e tura gli  orecchi ai compagni, cera sciogliendo profumo di miele, perchè nessuno di loro le senta: tu invece, se ti piacesse ascoltare, fatti legare nell'agile nave i piedi e le mani ritto sulla scarpa dell'albero. A questo le corde ti attacchino sicchè tu goda ascoltando la voce delle Sirene."                                                                                                      

                                                                                                                           Omero, Odissea

In sanscrito, l'etimologia del nome Sirena si ricollega all'aggettivo " seirios", di Sirio, l'astro del sole ardente; e in ebraico " saraf" è ardere, splendere da cui Serafim, Serafino. 
In Ulisse, che è Nessuno e quindi tutti noi, rischiamo l'annientamento: l'Ardore degli dei è disumano! Meglio seguire il consiglio della maga, l'umanità ce la conquistiamo stando ben ritti sulla scarpa dell'albero, nella verticalità dell'Io.  

                                                                            vincent        

giovedì 24 novembre 2011

" Come ha sottolineato Marx e poi in modo più diffuso Simmel, tra l'espansione del ruolo del danaro e quella della libertà individuale esiste una correlazione fortissima. Il danaro possiede la straordinaria capacità di incrementare la libertà dell'individuo, perché chi desidera un bene oggi non deve chiedere l'autorizzazione a nessuno, seguire regole o principi,   ma solo possedere la somma necessaria per acquistarlo (.....)  espansione della libertà individuale ed espansione della forma danaro sono quindi due facce della stessa medaglia: da un lato il danaro favorisce la dissoluzione di tutti i legami che frenavano l'affermazione della libertà individuale, dall'altra l'espansione di quest'ultima richiede la smisurata estensione della forma danaro e del mercato".


F. Cassano

























































mercoledì 23 novembre 2011

da: " un pensiero profondo per la politica" B.Spinelli La Repubblica del 23,11,2011

" Anche la parola blindare andrebbe bandita: nasce dal linguaggio militare tedesco( lo scopo è rendere l'avversario cieco, blind)." 

contro lo stress alleva asini!



Dai trulli pugliesi a Teramo e poi fino in Spagna per salvare dall'estinzione il pregiato asino di Martina Franca. Un'avventura sposata dal dipartimento di scienze cliniche veterinarie della facoltà di
Medicina Veterinaria di Teramo che ha preso a cuore la causa della razza meglio nota come " mammut". Per far riprodurre le asine e rinforzare così la specie sono stati scelti asini di razza catalana che, ai tempi della dominazione spagnola, si era già incrociata con quella di Martina Franca, " rinsanguando", come si dice, la specie.  

lunedì 21 novembre 2011




Mohamed Bouazizi   29 marzo 1984 - 4 gennaio 2011         Angelo dell'indignazione

l'annunciazione di R.M.Rilke




Tu non sei più vicina 
a Dio di noi;
siamo lontani tutti.
Ma tu hai stupende mani benedette,
nascono chiare a te dal manto,
luminoso contorno:
io sono il giorno, la rugiada,
ma tu, tu sei la pianta.
Sono stanco ora, la strada è stata lunga,
perdonami, ho scordato
ciò che Egli, immenso sul trono gemmato
e assiso sul sole,
manda a dire a te che mediti
( mi ha vinto la vertigine).
Vedi: io sono l'origine,
ma tu, tu sei la pianta.
Ho steso le mie ali,
immenso nella piccola casa;
quasi manca lo spazio
alla mia grande veste.
Eppure non fosti mai così sola,
vedi, mi senti appena;
nel bosco io sono un soffio di vento,
ma tu, tu sei la pianta.
Gli angeli tutti sono presi
da un turbamento nuovo:
certo il desiderio non fu mai
così immenso e vago.
Forse ora s'annunzia qualcosa
che tu comprendi in sogno.
Salute a te, la mia anima vede:
tu sei pronta e attendi:
tu sei la grande,eccelsa porta,
presto verranno ad aprirti.
Tu che sola intendi il mio canto:
in te si perde la mia parola
come nella foresta.
Sono venuto a compiere
il sogno millenario.
Dio mi guarda, mi abbacina...
ma tu, tu sei la pianta.

tepori

Schiuma nella brace un legno,
il succo di remote primavere
sbava, frigge e
muore;
il cuore,
un sacrificio
mi riscalda.




vincent


domenica 20 novembre 2011

il regolo calcolatore



" Il regolo calcolatore consta di due sistemi di numeri e lineette combinati con straordinaria accortezza: due tavolette scorrevoli verniciate di bianco, a sezione trapezoidale piatta, mediante le quali si risolvono in un baleno i più intricati problemi, senza sciupare inutilmente un solo pensiero; è un piccolo simbolo che si porta nella tasca del panciotto e si sente come una riga dura e bianca sul cuore."                                                                                              

                                                     Musil, l'uomo senza qualità                                                             

sabato 19 novembre 2011



"Le navi in porto sono al sicuro; ma non è per questo che sono state costruite!"

Benazir Bhutto

L'Angelus di Jean Francois Millet





" Forse suonerà paradossale, ma è vero che coloro che nella città devono dimenticare come cresce un chicco di avena, o uno di segale o di miglio, nei loro cuori vengono purtroppo separati dalle sorgenti morali più profonde della nostra esistenza."

R. Steiner

venerdì 18 novembre 2011

errata corrige

Non sai mai dove sei,
non sei mai dove sai.

giorgio caproni

pavimento della villa romana del tellaro

 
 
 
Ulisse, Achille, Diomede e, poco visibile, il corpo senza vita di Ettore nell'angolo in basso a destra.
Liberi dalla tirannide del tempo, fissano un punto che potrebbe essere scambiato per un vuoto; non penso si tratti di un vuoto, credo sia un'origine, forse la mano del burattinaio


vincent.

giovedì 17 novembre 2011

amore e paura

" Ho amato troppo profondamente le stelle per aver paura della notte"
G. Galilei




Immagino notti insonni.. l'ardore della richiesta incessante di verità, come mai la paura avrebbe potuto distrarti con il suo piagnisteo?

mercoledì 2 novembre 2011

gattità

. ... ma acciambellata com'eri,
regale ed innocente come il tao,
a strapazzarmi l'anima
non ti bastò che un miao.


vincent
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