sabato 30 maggio 2015


Chi potrebbe sostenere di aver creato a nuovo le elegie di Rilke o la Divina Commedia di Dante solo perché ne ha fatto delle fotocopie?


Johannes Wirz, sezione delle scienze naturali del Goetheanum




venerdì 29 maggio 2015


" Penso che sia importante essere diretti e onesti con la gente sul perché li stiamo fotografando e su quello che stiamo facendo. Dopotutto, ci stiamo prendendo un pezzo della loro anima".


Mary Ellen Mark




giovedì 28 maggio 2015



 Eleganza viene dal latino " eligere ", scegliere.
L'eleganza è dunque la capacità di scegliere tra più alternative possibili.


Monica Galloni, preside di un liceo romano




mercoledì 27 maggio 2015


E se l'unico patrimonio dell'Umanità fosse l'umanità ?


vincent




martedì 26 maggio 2015



Le lingue vivono come le piante, ma i suoni appartengono, al pari della terra in cui le piante hanno le radici, alla sostanza originaria del mondo.


Ernst Jünger, Foglie e Pietre





lunedì 25 maggio 2015

domenica 24 maggio 2015


L'Ippopotenusa


La nostra vocazione al massacro, alla superstizione, al materialismo, a un egotismo carnivoro è cambiata assai poco, nel corso della breve storia del nostro soggiorno sulla terra. E tuttavia questo mammifero miserabile e pericoloso ha generato tre ricerche, o tre assuefazioni, o tre giochi, che hanno tutta la dignità della trascendenza. Sono la musica, la matematica e il pensiero speculativo ( nel quale per me rientra anche la poesia, che si può definire " la musica del pensiero " ). Luminosamente inutili, spesso profondamente contro-intuitive, queste tre attività appartengono solo agli esseri umani, e sono la cosa che più si avvicina all'intuizione metaforica che noi siamo stati creati a immagine di Dio.


George Steiner


Mi permetto di segnalarne una quarta: la capacità di inventare geniali sciocchezze irriverenti come l'Ippopotenusa per aggirare il pericolo di prendersi troppo sul serio.
Anche questo, per nostra fortuna, è strettamente riservato all'essere umano.

vincent






" Vicoli a Napoli " foto di Mario Cattaneo





sabato 23 maggio 2015

biodegradabilità


Ciò che conta di più per i giovani, quindi, non è "definire un'identità ", ma mantenere la propria capacità di ridefinirla quando è ( o si pensa che sia arrivato ) il momento di darle una nuova definizione. Se i nostri antenati si preoccupavano della loro identificazione, oggi prevale l'ansia di reidentificazione. L'identità deve essere a perdere perché un'identità che non piace, non piace abbastanza, o semplicemente rivela la sua età rispetto a identità " nuove e migliori " disponibili sul mercato, deve essere facile da abbandonare. Forse la qualità ideale dell'identità più desiderata sarebbe la biodegradabilità.


Zygmunt Bauman





venerdì 22 maggio 2015


" Autos" è ciò che sopraggiunge quando..


" Autos " è ciò che sopraggiunge quando gli dèi, ovvero gli " altri ", si sono ritirati e non fanno più da referenti ( se non formalmente, in maniera convenzionale ), quando il loro " mythos " è dichiarato " finzione ". Autos sopraggiunge esattamente nello spazio e nel movimento di questo ritiro. Ne assume tutta la forza e tutto l'enigma: è a partire da sé, e non più da altri, che il linguaggio deve parlare, che la città deve ordinarsi, che la figura deve presentarsi. Di sé " come altro ".


Jean-Luc Nancy, L'Altro Ritratto




martedì 19 maggio 2015

Il dominio del godimento


Il dominio del Super-io è uno degli aspetti che accomuna la permissività postmoderna e il nuovo fondamentalismo. Ciò che li distingue è il luogo del godimento: nel primo caso a dover godere siamo noi;






nel fondamentalismo, a godere è Dio.

Slavoj Zizek







Condivisione totale la mia, tranne che per quella faccenda del godimento di Dio.
Si perché a mio avviso anche in quest'ultimo caso a godere siamo sempre noi. Si, noi, tutte le volte che ci prende l'insana follia di sentirci gli infallibili esecutori in terra del volere degli dei.


vincent

lunedì 18 maggio 2015



Zingari in viaggio


La tribù profetica dalle pupille ardenti
ieri s'è messa in viaggio caricandosi i piccoli
sulle spalle e offrendo ai loro fieri appetiti
il tesoro sempre presente delle mammelle pendenti.

Gli uomini vanno a piedi sotto armi lucenti
di fianco ai carrozzoni dove i loro si rannicchiano,
volgendo al cielo gli occhi appesantiti
dall'oscuro rimpianto di non aver speranze.

Dalla sabbia del suo rifugio il grillo,
vedendoli passare moltiplica il suo canto
Cibele, che li ama, stende tappeti erbosi

fa fiorire il deserto e zampillare la roccia
innanzi a quei viandanti ai quali si spalanca
l'impero familiare delle tenebre future.


Charles Beaudelaire








Foto di Josef Koudelka

giovedì 14 maggio 2015


Destra impresentabile 



Destra presentabile

Sinistra extraparlamentare 

mercoledì 13 maggio 2015


Giovanna Daffini, mondina e grande interprete di musica popolare.
Al suo funerale, al prete che pronuncia la formula di rito: " Signore, accogli l'anima della tua serva Giovanna ", il marito replica: " Mai fatto la serva a nessuno!".




" Il teatro della sovranità perduta "


Wendy Brown



martedì 12 maggio 2015

Non c'è grande letteratura in difesa della pena di morte, né della tirannia, né tantomeno delle forze dell'ordine. La letteratura, semplicemente, non riconosce l'autorità di nessun capitano, sarà sempre dalla parte dell'equipaggio.


Björn Larsson






domenica 10 maggio 2015

The defiant cellist of Baghdad




A Baghdad, in eroica solitudine.
La solitudine di chi osa sfidare il traffico.
Il traffico che segue puntuale ogni puntuale carneficina.

vincent

sabato 9 maggio 2015


L'Europa e i suoi caffè 


Dal locale di Lisbona amato da Fernando Pessoa ai cafès di Odessa frequentati dai gangster di Isaac Babel. Dai caffè di Copenaghen, quelli di fronte ai quali passava Kirkegaard nel suo meditabondo girovagare, fino a quelli di Palermo. Non si trovano caffè archetipici a Mosca, è già la periferia dell'Asia. Ce ne sono pochissimi in Inghilterra, dopo una fugace moda nel diciottesimo secolo. Non ce ne sono nell'America del nord, con l'eccezione dell'avamposto francese di New Orleans. Basta disegnare una mappa dei caffè e avremo gli indicatori di una certa idea di Europa. Il caffè è il luogo degli appuntamenti e delle cospirazioni, del dibattito intellettuale e del pettegolezzo. È aperto a tutti, e al tempo stesso è un club, una massoneria di identità artistiche o artistico-letterarie. Frequentarlo implica già una scelta programmatica. L'ultimo incontro tra Danton e Robespierre ha avuto luogo al caffè Procope. Quando si spensero le luci d'Europa, nel 1914, Jaurès venne assassinato in un caffè. Ed è stato in un caffè di Ginevra che Lenin ha scritto il suo trattato sull'empirio-criticismo e giocato a scacchi con Trotzkij.


George Steiner, Una certa idea di Europa

 




Nella foto: Jean Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Michelle e Boris Vian al café de Flor, 1949

venerdì 8 maggio 2015




Adesso io ho una nuova casa bella
anche adesso che non v'ho messo mano
ancora. Tutta grigia e malandata,
con tutte la finestre rotte, i vetri
infranti, il legno fradicio. Ma bella
per il sole che prende ed il terrazzo
ch'è ancora tutto ingombro di ferraglia,
e perché da qui si può vedere quasi
tutta la città. E la sera al tramonto
sembra una battaglia lontana la città.
Io amo la mia casa perché è bella
e silenziosa e forte. Sembra d'aver
qui nella casa un'altra casa, d'ombra,
e nella vita un'altra vita, eterna.


Beppe Salvia






giovedì 7 maggio 2015

mercoledì 6 maggio 2015


Le favole dove stanno?
C'è n'è una in ogni cosa:
nel legno del tavolino,
nel bicchiere, nella rosa.
La favola sta lì dentro
da tanto tempo, e non parla:
è una bella addormentata
e bisogna svegliarla.
Ma se un principe, o un poeta,
a baciarla non verrà 
un bimbo la sua favola
invano aspetterà.


Gianni Rodari






lunedì 4 maggio 2015


Vestiario


Vestiario


Ti togli, ci togliamo, vi togliete
cappotti, giacche, gilè, camicette
di lana, di cotone, di terital,
gonne, calzoni, calze, biancheria,
posando, appendendo, gettando su
schienali di sedie, ante di paraventi;
per adesso, dice il medico, nulla di serio
si rivesta, riposi, faccia un viaggio,
prenda nel caso, dopo pranzo, la sera,
torni fra tre mesi, sei, un anno,
vedi, e tu pensavi, e noi temevamo,
e voi supponevate, e lui sospettava;
è già ora di allacciare con mani ancora tremanti
stringhe, automatici, cerniere, fibbie,
cinture, bottoni, cravatte, colletti
e da maniche, borsette, tasche, tirar fuori
-sgualcita, a pois, a righe, a fiori, a scacchi - la sciarpa
riutilizzabile per protratta scadenza.


Wislawa Szymborska 





domenica 3 maggio 2015

Mappa


Piatta come il tavolo
Su cui è posata.
Sopra di lei niente si muove
Né muta posto.
Sopra di lei il mio respiro umano
Non crea vortici d'aria
Né sfuma affatto i suoi nitidi colori.
Perfino i mari sono sempre amichevolmente turchini
Sui suoi bordi sdruciti.
Qui tutto è piccolo, accessibile, vicino.
Con la punta dell'unghia posso schiacciare vulcani,
Accarezzare i poli senza spessi guanti,
Con una sola occhiata
Posso abbracciare ogni deserto
Assieme ad un fiume proprio qui accanto.
Le foreste sono indicate da pochi alberelli
In mezzo a cui è impossibile perdersi.
A est e a ovest
Sopra e sotto l'equatore
Si sgrana il silenzio,
E dentro ogni seme nero
Gente che vive.
Niente fosse comuni e macerie improvvise
In questo quadro.
I confini tra paesi sono appena visibili,
Come se esitassero: - essere o non essere?
Amo le mappe perché mentono
Perché non ammettono le verità aggressive
Perché con magnanimo e bonario humor
Mi dispiegano sul tavolo un mondo
Non di questo mondo.



Wislawa Szymborska








Foto di Larry Towell




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