mercoledì 29 settembre 2021







" L'Universo è fatto di storie, non di atomi "



Muriel Rukeyser

 

sabato 25 settembre 2021






Un giorno i Gebusei, che abitavano a Gerusalemme ed erano i discendenti dei figli di Heth,
 dissero che i loro antenati avevano ceduto la grotta di Makhapelah ad Abramo  soltanto a condizione che i loro discendenti non sarebbero mai stati cacciati da Gerusalemme.
Tutto questo dovette ricordare David, quando attaccò Gerusalemme. Non gli bastò l'avventurosa e prodigiosa conquista militare. Volle ripetere il gesto di Abramo. Offri denaro per quell'altro pezzo di terra che era la città intera: seicento sheqel. Ogni tribù di Israele contribuì per la sua parte. E i Gebusei rilasciarono nelle mani di David una ricevuta che comprovava la vendita.
Gerusalemme è il contrario della città originaria degli Ebrei. Gerusalemme è la città che gli ebrei hanno comprato dai Gebusei. Ma come era accaduto per la grotta di Makhpelah, dove ora si trovava la tomba di Sara, i precedenti proprietari avevano chiesto di non essere mai cacciati da Gerusalemme. Perciò Gerusalemme non poteva essere altro che una società mista, dove si mescolavano proprietari presenti e passati.





Roberto Calasso, Il Libro di Tutti i Libri  

 

giovedì 23 settembre 2021

Sogno pandemico








Sappiamo tutti quanto possano essere bizzarri i sogni.
Anche, e forse soprattutto, quelli delle persone più razionali, quelli con i piedi per terra.. Ma l’ultimo che mi è capitato li supera tutti.
La scena:
È già autunno inoltrato, i primi freddi umidi, le prime nostalgie della luce estiva e, come nelle peggiori previsioni, le terapie intensive in pieno stress da superlavoro.
Ma come? E l’85% di vaccinati? Vabbè, la colpa sarà di quel 15% di incoscienti che continua a traccheggiare.. insomma, campagna vaccinale o no, la situazione vira decisamente al peggio.
Il governo, usando l’ennesimo dpcm, decide per l’obbligo.
E senza perdere tempo invia squadre formate da forze dell’’ordine e personale sanitario casa per casa, in pratica un rastrellamento in piena regola.
I più determinati fra i free-vax provano a organizzare fuochi di resistenza, ma la risposta è tiepida. E così i resistenti si ritrovano tutti “ riuniti “ e controllati a vista  in uno stadio di una città che non so individuare.
Quanto a me, che come nella vita reale abito in aperta campagna, sono tutto impegnato a recintare con filo spinato l’aia della casa dopo aver piazzato, per maggior sicurezza, sul vialetto di ingresso un pick-up con un gruppo di talebani ben armati. In casa la tv è sintonizzata, manco a dirlo, sulla maratona di M.
Ma è da lì che, all’improvviso, e a dire il vero del tutto inaspettato, arriva l’assoluto inconcepibile, a tal punto inconcepibile che mi ritrovo più sbalordito che capace di provare un qualche sollievo.
Sì, perché M. - gli dei l’abbiano in gloria - nel frattempo aveva messo a segno lo scoop del millennio, quello che strapazza la concorrenza, quella che era, e sarebbe stata per i tempi a venire la madre di tutte le notizie.
Curiosi? Ve la dico:
Eravamo stati per quasi due anni su scherzi a parte.
Non so se vi rendete conto, ma questo significava, per esempio, che i camion dell’esercito erano vuoti, e questo rendeva giustizia alla raccomandazione del CTs - Comitato Tecnico Scientifico, la specifica è per coloro che hanno utilizzato il periodo della pandemia per partecipare a viaggi nello spazio - alla raccomandazione, dicevo, di non fare autopsie. Chiaro?
È difficile da immaginare cosa succedeva intanto nello studio televisivo di M.
Si abbracciavano tutti, Burioni e Cacciari che si davano il 5!
Devo confessare di aver provato un moto di riprovazione: e che diamine, ma ci si abbraccia così, senza protezioni?
Facevo fatica a pensare che non c’erano mai state persone da salvare, faticavo a immaginare come avevano potuto ingannare il tempo nelle reparti di rianimazione..

Ma ora viene il difficile.
Perché dovete sapere che questo improvviso rovesciamento della narrazione, o come si dice adesso di paradigma, passata la prima, fugace euforia, mi lasciava dentro uno strano sentimento.
Provo a dirlo, mi sentivo abbandonato.
Sì, abbandonato.
Perché? Penso perché cominciavo ad ammirare la precisione chirurgica con la quale un evento di natura poteva riscrivere l’intera nostra cultura.
Cominciavo a subire il fascino di quel suo potere di far emergere alla luce tutto ciò che come un magma indistinto serpeggiava un minuto prima nelle coscienze di noi tutti. Ecco, mi sentivo tradito perché per tutto quello che da quasi due anni stavamo vivendo io ormai provavo una misteriosa, inquietante attrazione.
Tutto, compreso il mio stesso ammalarmi, tutto, compresa la fatica indicibile della terapia intensiva.. Sì, anche quello.
Scusate, ma se era tutta una finzione, io dove ero stato?

È con questi pensieri che, nella vaghezza del sogno, mi vedo brindare allo scampato pericolo con i talebani - brindisi rigorosamente analcolico - , vedo loro avviarsi sulla strada del ritorno agitando nell’aria i Kalashnikov..
E sarei rimasto in quello stato d’animo esitante e confuso se non avessi acceso la tv - quella che posseggo nella realtà - 
Lo so, non è mai consigliabile, specie al mattino.
Ma stavolta mi è stata di aiuto.
Il ministro della salute - che nome, come se potesse esistere un ministero per la malattia - concludeva in quel preciso istante uno dei suoi appelli alla nazione, e lo fece con il suo inconfondibile:
“ Mi raccomando, non è ancora arrivato il momento di abbassare la guardia! “
Come non fosse nascosta dalla mascherina d’ordinanza, vedevo bene la piega amara ai lati della bocca, non deve essere facile ripetere all’infinito una frase vuota, perseverare svuota gli animi, anche i più intrepidi.  
Ma fu musica per le mie orecchie. Era tutto vero, ero di nuovo a casa.


vincent



venerdì 17 settembre 2021

giovedì 9 settembre 2021




" Il gelato è squisito. Che peccato che non sia illegale "




Voltaire


 

lunedì 6 settembre 2021










Alla domanda del giornalista che gli chiede se non prova paura all'idea di finire in un reparto di terapia intensiva, il filosofo Giorgio Agamben risponde con una frase di Michel de Montaigne:

" Non sappiamo dove la morte ci aspetta.
Aspettiamola ovunque.
La meditazione della morte è meditazione della libertà.
Chi ha imparato a morire ha disimparato a servire.
Saper morire
ci libera di ogni soggezione e di ogni costrizione "


Michel de Montaigne 



 

venerdì 3 settembre 2021







È possibile stare insieme, raccoglierci insieme intorno all'impossibilità dello stare insieme e del gesto di raccoglierci? Tanti tragitti della democrazia, tante impasse di quello che pomposamente si chiama l'Occidente, tante poste in gioco di quella che è la nostra contemporaneità più bruciante - leggi l'Afghanistan - hanno a che vedere con questo bordo estremo in cui l'Occidente incontra se stesso ed espone a se stesso il suo limite, o espone a se stesso il fatto nudo e crudo che quel se stesso è un limite, una soglia. Con tutta la precarietà di questa che non si sa se chiamare conclusione o apertura, inizio o finale di partita. Con tutta la fragilità di questa soglia, che le nostre democrazie non sanno se assumere o mettere in questione, democrazia essendo forse la tensione tra l'assumere e il mettere in questione quella soglia. [......]
Ecco, questa soglia, questo pensiero del corpo che è sempre un corpo in bilico, questa indagine dei luoghi in cui prende corpo il tremito di un bilico indecidibile, questa consistenza che si spalanca tra l'assumere un limite che abbiamo visto e incarnato fino al midollo e il fare uso di quel limite vedendo anche altro, facendo di noi stessi anche qualcosa d'altro da quella cosa che incarniamo fino al midollo: ecco uno dei pensieri più difficili, più aporetici, più problematici, più paralizzanti, che Jean-Luc Nancy ci lascia.




Federico Leoni, Doppiozero   in ricordo di Jean-Luc Nancy 26 luglio '40 - 23 agosto 2021

 

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