martedì 31 marzo 2020








Cos’hai? Beh, ho delle abitudini. In effetti è ragionevole. Abbiamo le nostre abitudini, e siccome sono nostre possiamo farci quello che vogliamo, anche cambiarle. Oppure no. Io, ad esempio, sto opponendo una ferma resistenza all’ingiunzione profilattica di cambiare le mie buone abitudini di socialità. Non ho nessuna intenzione di cambiarle, ma, unicamente, dato lo stato di eccezione che ho accettato di condividere, di sospenderle, e farlo per il tempo strettamente necessario. Un baratro separa sospendere da cambiare. Peccato invece che non mi si chieda di cambiare le cattive, sarebbe un buon momento per farlo. La più cattiva che ora mi viene in mente in fatto di profilassi e cura e pubblica sanità, è l’inveterata acquiescenza a un sistema economico che alimenta sé stesso dissanguando i viventi.



Maurizio Maggiani 

pandemia o pandemonio?








Pandemia o pandemonio?
Il mio medico, con un intenso messaggio vocale, pone l’interrogativo.
E suggerisce di chiamarla “ La prova dell’aria “.
Come fosse una delle dodici fatiche di Ercole, affrontiamo un intenso corpo a corpo con l’aria.
Il campo di battaglia: i seicento milioni di alveoli dove l’aria viene a vivificare il sangue.
Essenziale per la vita. 
E noi tutti sappiamo quali sono le condizioni che rendono la vita degna di essere vissuta.
Quanti di noi negli ultimi anni hanno deciso di rifiutarsi di vivere una vita che non era più tale?
Costretti all’immobilità e totalmente dipendenti da macchine.
E non c’è nulla di più libero dell’aria, nulla che possa paragonarsi al bene che riceviamo da un cielo terso. 

Zizek ci ha regalato una definizione del virus tagliente per la sua efficacia: 
“ Il virus è la vita colta nella stupidità apicale della ripetizione e della moltiplicazione “.
Perfetto! Aggiungerei a moltiplicazione l’aggettivo “ meccanica “.
Ora sappiamo di cosa parliamo; di un meccanismo totalmente privo e perciò avido di vita che prova in tutti i modi a saturare i luoghi di incontro dove la vita s’accende.
Se in questi strani giorni ci viene vietato di incontrarci è perché una quantità incalcolabile di questa sorta di interruttori impediscono lo scambio tra l’elemento vitale dell’aria e il nostro sangue.
Scambio amoroso essenziale alla vita.
La fisiologia medica lo definisce: processo di ossigenazione del sangue.
Ma il mio medico, che non si accontenta, parla di “ metabolismo della luce “.
E mi spiega che per farsene un’idea bisogna prima di tutto immaginare una polarità.
In questo caso tra forza e forma.
E piazzare il sangue dalla parte della forza e l’aria-luce dalla parte della forma.
Questo vuol dire che, a scambio avvenuto, il sangue avrà ricevuto dall’aria-luce un impulso ordinatore e l’aria- luce dal sangue una sorta di alito di calore.
Adesso capisco perché si consiglia a chi è in preda all'agitazione di respirare profondo: un benefico soffio proveniente da misteriose geometrie stellari interverrà a calmarci.
Ma non finisce qui. Lui mi spiega ancora che ogni essere umano, a condizione che abbia in fondo all'anno un certo numero di cieli tersi generosi di buona luce, immagazzina nel suo organismo - come fosse un fienile - una certa quantità di luce.
Ma non si tratta della stessa luce che ha assorbito. Gli esseri umani, a differenza degli animali, sono 
Creatori e Produttori di Luce Originale.
A che scopo? Suppongo per i tempi bui.
Riassumendo: tutti noi possediamo la capacità di metterci da parte una certa quantità di " luce privata ", a condizione naturalmente che i nostri cieli siano stati generosi.
La conseguenza di una carenza di luce interna può provocare tendenza ad obesità e infiammazioni.

Cosa c'entra questo con la domanda iniziale?
In che modo una pandemia si trasforma in un pandemonio?

Le domande sono utili solo quando fanno sorgere ulteriori domande..


A presto, vincent 
     

lunedì 30 marzo 2020







Il Covid19 rischia di stare al capitalismo come la caduta del muro al comunismo: qui finirà il tempo che abbiamo vissuto, da qui nascerà qualcosa di nuovo. Una catena è forte quanto il suo anello più debole, mai come in queste ore comprendiamo quanto sia così: se Israel, il giovane messicano che teme la sete e il deserto più del coronavirus, manterrà il lavoro e le garanzie ottenute in tempo di pandemia, se il resto d’Europa, seguendo l’esempio del Portogallo, regolarizzerà la posizione di tutti gli immigrati in attesa di permesso di soggiorno consentendo alle fasce più disagiate di avere accesso al welfare, potremo dire che la società avrà usato la tragedia per migliorarsi. Se questo non accadrà, quando tutto ci sembrerà finito, avremo giusto un’ora d’aria prima che arrivi la prossima catastrofe.



Roberto Saviano

venerdì 27 marzo 2020

Scambi








Il sangue che nel polmone 
riceve il sottile 
respiro del Cosmo.

Il Cosmo che nel polmone 
s’accosta ad ascoltare
il racconto del sangue.

Scambi.

Già, a proposito:
ma non c’è stato tempo fa
un incidente ferroviario causato
da un problema a uno scambio?



vincent 







Non ce la fai a stare chiuso in casa? Sei annoiato da tv e videogiochi? Preoccupato perché mangi troppo? Bombardato da messaggi, stanco di disinfettarti e fare la fila ai negozi? In crisi di nervi perché i bambini sono insopportabili e non puoi uscire a far jogging, o angosciato da strade vuote e silenzio? Bene. Ora immagina che ti tolgano il gas. Niente cottura, niente riscaldamento, niente acqua calda. Immagina di avere elettricità tagliata: niente luce, telefono,computer, tv; niente scuola online, niente telelavoro, niente ascensore; e niente acqua, nemmeno per la toilette. Immagina che il termometro sia sotto zero e di camminare per casa con dieci strati di roba. Immagina che, invece di aspettare nella fila del supermercato, sei in fila con i bidoni per prendere acqua a tre chilometri da casa. Immagina che invece di fare jogging devi tagliare l’albero di un parco per scaldarti o stare in fila ore per un pacco di aiuti umanitari. Immagina che sei ferito mentre fai la fila per il pane o colpito da un cecchino mentre vai a respirare in terrazza. E che, invece del silenzio, hai granate che cadono ogni tre minuti. Ecco, è Serajevo durante l’assedio.




Azra Nuhefendić

giovedì 26 marzo 2020








Ora, il rapporto con la morte, e con la paura della morte, è una cosa innanzitutto individuale, una faccenda che ognuno si gestisce da sé.
Ma in seconda battuta la paura della morte è anche un sentimento collettivo che le comunità degli umani sono da sempre attente a edificare, limare, correggere, controllare. Per dire, la civiltà di mio nonno, che aveva ancora bisogno delle guerre per tenersi in vita, stava attenta a tenere alta una certa “ capacità di morte “. Noi siamo una civiltà che ha scelto la pace ( in linea di massima ) e dunque abbiamo smesso di coltivare una collettiva abitudine a pensare la morte. Come comunità la combattiamo, ma non la pensiamo. Invece, la meraviglia di una civiltà di pace sarebbe proprio riuscire a pensare la morte di nuovo, e accettarla, non con coraggio, con saggezza; non come un’offesa indicibile ma come un movimento del nostro respiro, una semplice inflessione del nostro andare, forse la cresta di un onda che siamo e che non smetteremo mai di essere.




Alessandro Baricco

mercoledì 25 marzo 2020









Virus, la vita colta nella stupidità apicale della ripetizione e moltiplicazione.


Zizek






La differenza fra me e il mio simile, non consiste per nulla nel fatto che noi viviamo in mondi spirituali diversi, ma nel fatto che, da un comune mondo di idee, egli riceve intuizioni diverse dalle mie.




Rudolf Steiner

domenica 22 marzo 2020







“ Non vedo proprio cosa ci sia di strano a restare in casa “
disse la lumaca.



Stefano Benni

venerdì 20 marzo 2020

Terrore senza nome







Il “ Terrore senza nome “ lo descrisse lo psicanalista Bion.
È una definizione perfetta per descrivere l’atmosfera che si respira le rare volte che usciamo dalle nostre tane. E nel silenzio, a volte spettrale, in assenza di una qualsiasi minaccia evidente, incrociamo rari esseri umani come noi ma vissuti come potenziali nemici.
Anche se non c’è nessun cecchino sui piani alti ad inquadrarci nel mirino del suo fucile di precisione, vorremmo essere invisibili.
La guerra affina la sua strategia: si affida all’infinitamente piccolo.
E ce ne fu un altro, infinitamente piccolo, che nel secolo passato fummo molto impegnati a scassinare.
Millenni prima, alcuni saggi di quell’epoca lontana l’avevano chiamato Atomo.
A-tomo che significa L’Indivisibile.
Quegli uomini s’erano fatti un’immagine di un “ qualcosa “ che non avrebbe potuto essere frantumato dalla conoscenza, di uno spazio sacro la cui invasione avrebbe comportato seri rischi.
E non perché non sia legittimo per l’uomo indagare il mistero.
Piuttosto perché per inoltrarsi nell’ambito del sacro è necessario che, come ebbe a dire Rudolf Steiner, un passo nella conoscenza venga accompagnato da tre passi nella moralità.
Non rispettando questa condizione si evocano spettri.
Lo spettro di Chernobyl, lo spettro di Fukushima.
La materia torturata sprigiona la sua controparte spettrale.
I legami di amore che tengono insieme gli esseri di natura, forzati da una conoscenza puramente tecnica e meccanica, distaccata dalla moralità, si rovesciano nella loro controimmagine e si manifestano come terrore senza nome. Il nostro.
A questo punto non è difficile immaginare che poteri anonimi e senza scrupoli, magari gli stessi che finanziano la fissazione dell’atomo o la mappatura del codice genetico, proveranno in tutti i modi di fruttare questo terrore per perfezionare i sistemi di controllo della popolazione, e soprattutto della sua élite critica, quella parte di Umanità che “ in direzione ostinata e contraria “ vorrebbe tanto continuare a esercitare l’antico vizio del pensiero.

Rimane il punto di domanda sulla natura di questo infinitamente piccolo.
I virologi, quelli che li hanno studiati, sanno molto bene che questi indefinibili esserini privi di vita, i virus, da millenni hanno fatto del nostro corpo vivo la loro casa.
Abitano letteralmente dentro di noi.
Ma c’è un tema che risulta poco o per nulla discusso: quali sono le cause che determinano quel sottosopra misterioso che li trasforma da innocui inquilini a violenti distruttori di tutto il condominio.
Dipende dalla loro “ cattiveria “?
O c’entriamo anche noi ?

vincent 

A presto..


mercoledì 18 marzo 2020

Il mondo appare fuori.. ma abita dentro









Il mondo appare fuori..ma abita dentro.
Detto in altro modo: 
ciò che si manifesta nel mondo esteriore è pura parvenza e acquista realtà solo se riusciamo a tessere le relazioni che lo collegano con la nostra vita interiore.
E l’unico strumento che abbiamo per farlo è l’esercizio del pensare.
Quindi è sicuro: stiamo assistendo ad un attacco violento alla facoltà del pensare.
La diffusione del panico la paralizza e, poiché è dal pensare che prende impulso il volere, la conseguenza ultima è quest’ingorgo caotico che ci separa dalla nostra volontà.
Non so se per voi è lo stesso, ma la mia personale difficoltà è dipanare questa matassa di messaggi-allarmi-battutinedispirito-cori di celafaremo-appelli disperati, quasi sempre contraddittori con i quali ci confrontiamo dal mattino a notte inoltrata.
Impossibile non farne parte.
È come decidere di non far più parte dell’Umanità.
Ma allo stesso tempo come si fa a non accorgersi che è proprio l’Umano nella sua interezza che generando questo caos ha deciso di porre a ciascuno di noi la domanda cruciale: 
“ Sei capace di individuare i fili giusti? Sei in grado di riconoscere le priorità, metterle in una sequenza sensata, esercitare l’unica facoltà che ti distingue nei regni di natura: 
“Riesci ancora a pensare? “
“ Certo che sono capace! “ molti di noi potrebbero rispondere, lo faccio per mezzo della Scienza,
lo faccio producendo e smerciando Tecnologia fabbricata a partire dalle incontrovertibili verità scientifiche. Giusto! Non è forse vero che è dalla Scienza che stiamo aspettando il gioioso messaggio 
che ci libererà dai domiciliari?
Ma ci potrebbe essere una complicazione.
Se fosse vero che “  Il mondo appare fuori..ma abita dentro “
Vi ricordate la poesia del post precedente?

Virus porta la corona,
ma di certo non è un re,
e nemmeno una persona:
ma allora che cos’è?

vincent


Alla prossima..



martedì 17 marzo 2020







Virus porta la corona,
ma di certo non è un re,
e nemmeno una persona:
ma allora, che cos’è?




Roberto Piumini

lunedì 16 marzo 2020

Il problema del materialismo è che funziona!








Nel 1953 due ricercatori americani lo rivelarono al mondo.
Loro sono James Dewey Watson e Francis Crick.
L’oggetto della loro scoperta un acido, o meglio una serie di aminoacidi strutturati in determinate sequenze e disposti nello spazio a forma di spirale.
Da quella data diventa impossibile enumerare la serie di riconoscimenti ufficiali che quegli umili aminoacidi ebbero a ricevere dall’umana conoscenza.
Talmente tanti che da quegli anni in poi fu impossibile occuparsi in modo serio delle manifestazioni della vita prescindendo da loro.
Ma non bastava. Bisognava arrivare al punto fatale nel quale doveva succedere quel che oggi, mentre scrivo, si è compiuto: la perfetta, definitiva coincidenza tra loro e noi.
Ormai non esiste carattere o comportamento umano che non sia dipendente da loro.
Dal colore degli occhi alla tendenza alla fedeltà o al tradimento, sono loro a dettar legge, a fare di noi quello che siamo o non siamo.
Questa, che in passato si presentò come una domanda, ormai ha perso definitivamente per strada il punto interrogativo.
Vorrei profittare di questo difficile momento per provare a rimettercelo quel vecchio, buon punto di domanda: sono loro a fare di noi quello che siamo?
Non affrettatevi a dare la risposta che immagino.
Non è detto che ciò che riusciamo a comprendere con il cervello sia penetrato in noi sino al punto di abitare nei recessi del cuore.
Ho la certezza che sia questa la domanda che il dramma di questi giorni ci pone.
Come Edipo, siamo al cospetto della Sfinge.
E il quesito è sempre lo stesso: riguarda la natura dell’Essere Umano.

vincent 

A presto con altre considerazioni..

domenica 15 marzo 2020

Bill Gates: The next outbreak? We’re not ready





primavera 2015, sul palco di un Ted Talk, uno di quegli eventi in cui ti vengono concessi 8 minuti per esprimere la tua opinione.







Usciti dal frastuono del troppo,
vediamo più chiaro.



Paolo Rumiz

giovedì 12 marzo 2020







Tacciono i seminatori di paura.
Sanno che la paura ha germinato.
Presto innalzerà stelo e foglie.
Per fruttificare.

mercoledì 11 marzo 2020








La polmonite si manifesta con febbre alta e difficoltà di respiro, non si accompagna al classico raffreddore. Potreste avere la sensazione di annegare.
In questo caso rivolgetevi immediatamente al medico.




Dott.ssa Livia Rota Vender, ematologa

lunedì 9 marzo 2020





Buttate un occhio al cognome della pasticcera che si è aggiudicata la vittoria nell’ultimo talent di pasticceria e capirete il perché della recente fuga pazza verso il nostro tanto denigrato sud..


vincent 

domenica 8 marzo 2020









Se il male e il bene procedessero in parallelo, come due giocatori che si battono cercando di accumulare più punti dell’altro, la vita sulla terra obbedirebbe a una contabilità dominabile e prevedibile. Ma le mosse dei due giocatori si intrecciano - e, pur senza volerlo, l’uno può favorire con le sue conquiste le mire dell’altro. Il male può servire al bene così come il bene può servire al male. Sempre esposti a folate di favore o sfavore di cui non si conosce l’origine o il motivo.



Roberto Calasso, Il libro di tutti i libri
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