mercoledì 25 dicembre 2019








La lucentezza della notte s’insedia. Una
luna dal pallore cistercense 
ha scalato la vetta del firmamento, vi si è 
installata,
socia adesso nell’affare del buio.
E un sospiro sale da ogni minuscola cosa
terrena,
da libri, carte, vecchie giarrettiere, dai
bottoni di sottomaglie 
e mutandoni 
riposti in una scatola di cartone bianco
chissà dove, e tutte le versioni
inferiori di città rase al suolo dalla
livella della notte.
L’estate troppo esige, troppo prende,
ma la notte, schiva, reticente, dona più di
ciò che sottrae.




John Ashbery

domenica 22 dicembre 2019







Penso alle accuse dei dogmatici che credono di dover avere le idee chiare su tutto, senza dubitare di nulla, mentre io credo che un contrasto vitale sia per tutti la salvezza dal mummificare l’esistenza, cioè tendere l’orecchio e il cuore a qualcosa che si è dimenticato. Ci risveglia l’abbraccio del panno caldo che durava sul lettone quando si veniva stesi dentro il bianco camicione cattolico e ricordava ancora l’odore di canapa bagnata.



Federico Fellini

venerdì 6 dicembre 2019








Angelo diceva che la morte è un paravento di fumo tra i vivi e gli altri. Basta affondarci la mano per passare dall’altra parte e trovare le solidali dita di chi ci ama.



Gesualdo Bufalino, Diceria dell’Untore

mercoledì 27 novembre 2019

Diavoleria 31: Arbre Magique








Lista delle cose da distruggere: arbre magique.
Per prima cosa compro la fabbrica dell’arbre magique e la distruggo. Bisogna andare all'origine, non basta la distruzione al dettaglio. Quando infatti salendo su un taxi che aveva l’arbre magique offrivo diecimila lire se lo avessero buttato, capivo poi che era inutile perché la puzza sarebbe restata per sempre.
Sarà una distruzione pubblica, esemplare. Il problema sono le scorie. È una puzza così potente che va trattata come fossero scorie atomiche. Bisogna trovare un posto per seppellirle.




Patrizia Cavalli, Con passi giapponesi

lunedì 25 novembre 2019







Si è continuamente esposti a ogni genere di notizie e per sopravvivere si sviluppa l’indifferenza. In contrapposizione a questa fuga ( la fuga delle galassie ) nascono i buchi neri. La maggior parte degli umani si sta trasformando in buchi neri. Tutto viene inghiottito e trasformato in un punto pesante e cieco che non rimanda la luce, impenetrabile e inavvicinabile: buchi neri in movimento che assorbono musica, parole e amore nel congelamento perpetuo della massa.




Patrizia Cavalli, Con passi giapponesi

martedì 19 novembre 2019







Un commesso mi venne incontro: neanche il tempo di indicargli l’oggetto della mia impazienza, ed eccolo in ginocchio che mi infilava le scarpe giuste della misura giusta. Com’è energetico e rassicurante sentirsi stringere i lacci! Quel commesso li stringeva con così dolce fermezza che, al nodo finale, i miei piedi, tintinnanti di gioia, presero a girovagare in un balletto festoso che si spargeva a caso un po’ a destra e un po’ a sinistra, fino a che non raggiunse lo specchio. Allora, fermandomi del tutto, annunciai decisa: “ Le prendo “; e una pace, mesta, calò su di noi, o almeno su di me. Eccomi qui, pensavo, con queste belle scarpe - sono mie, le ho ai piedi, ci ho pure ballato -, e invece di restare in quel piacere, restarci almeno fino al momento di andarci a letto, io me le tolgo e  le faccio metter via, al chiuso, in una scatola.
Ah, ma perché non si è mai pronti per la felicità evidente? Per quale orrenda timidezza, o stupido pudore, o disgustosa ignavia, ci si scosta dalla cosa amata, dalla sua gioia scalpitante, e solo dopo averla sottoposta alla prova della distanza e della privazione, la si riammette nella nostra intimità.
Cos’è questo desiderio coscienzioso che all’ingorda e ingenua impazienza del piacere antepone la calma cerimonia del possesso? Cosa si stava preparando, un matrimonio? O un fidanzamento d’altri tempi?




Patrizia Cavalli, Con passi giapponesi

martedì 12 novembre 2019








Forse siamo ormai in grado di farci un’idea esatta di cosa sia un capolavoro:
è un qualcosa che riesce a sopravvivere all’assalto quotidiano di 30000 esseri umani riuniti in un unico devastante famelico plotone di esecuzione.




vincent 

venerdì 8 novembre 2019







Oh I am a lonely painter 
I live in a box of paints 



Sono una pittrice solitaria
Vivo in una scatola di colori



Joni Mitchell

lunedì 4 novembre 2019








Tutta la poesia consiste in questo. Improvvisamente, si vede qualcosa.



Louis Zukofsky

domenica 3 novembre 2019






Forse una volta c’era un progetto che poi è stato dimenticato, come è accaduto al progetto della Chiesa per la salvezza dell’uomo. In origine deve esserci stato un messaggio sul quale è stata poi costruita una tale rete di protezioni e di cerimoniali che l’ha fatto dimenticare. È rimasto soltanto il labirinto dei rituali, senza più ricordarsi l’entrata e l’uscita, e anche il senso del labirinto.



Federico Fellini sul termine “ Politica “


martedì 29 ottobre 2019







Come nel porno, tutti i corpi si somigliano e non raccontano più nulla.




Filippo Ceccarelli 

lunedì 14 ottobre 2019







Nei circhi arriva il mangiatore di CO2, accompagnato dalla Ballerina Eolica, al cui ruotare obbedisce il Veicolo Elettrico la cui corrente è alimentata a carbone. E il cerchio si chiude.




Massimo Bucchi

domenica 13 ottobre 2019







Restando fedele 
a ciò che mi è caro e che è la cosa più 
importante,
impedendo in tal maniera che si
cancelli con gli anni,
sentirò poi forse
del tutto inatteso
il brivido della durata
e ogni volta per gesti di poco conto
nel chiudere con cautela la porta,
nello sbucciare con cura una mela,
nel varcare con attenzione la soglia,
nel chinarmi a raccogliere un filo.



Peter Handke

sabato 12 ottobre 2019








Gli esseri più longevi finora trovati provengono dal mare. Svensson cita la vongola oceanica Ming pescata nel 2006 lungo le coste islandesi: 507 anni. Gli scienziati hanno stimato che fosse nata intorno al 1499, poco dopo la scoperta dell’America e mentre regnava in Cina la dinastia Ming. Tuttavia analizzandola gli scienziati l’hanno uccisa accidentalmente. Quanto sarebbe vissuta ancora? E qual’è la coscienza di una vongola?



Marco Belpoliti, L’anguilla e l’antropocene
Doppiozero.com

sabato 5 ottobre 2019







Per essere davvero medioevali bisognerebbe non avere un corpo.
Per essere davvero moderni, bisognerebbe non avere un’anima.
Per essere davvero greci bisognerebbe essere nudi.



Oscar Wilde

mercoledì 25 settembre 2019







Cosa c’è di più sacro che rispettare la vita delle generazioni future, dei non-nati? 
“ Gli occhi di tutte le generazioni future sono su di voi “, ha detto alla fine della sua invettiva. Una frase di una estrema protervia e presunzione, le stesse che manifestano i profeti, perché solo chi ha avuto la parola grazie alla chiamata di Dio, come accadde al balbuziente profeta Geremia, può pronunciare parole simili.



Marco Belpoliti

lunedì 16 settembre 2019








Soltanto e unicamente quando ogni Io è così libero e indipendente da poter anche non amare, soltanto allora il suo amore è un dono del tutto libero.




Rudolf Steiner

martedì 10 settembre 2019








Io sono dei vostri, alberi, sono dei vostri 
animali eleganti, io sono dei vostri. Credetelo.
Sono dei vostri. Ci separa soltanto un fiato infantile,
ma lo so, lo so, sono io tutto quel 
manto, sono io il tronco e lo storno e il
falco. Ci separa un niente, colore, capello,
piccolo piccolo nome: l’impianto del
respiro è solo apparente diverso.

Ci guarderemo fraternamente.
Io sarò migliore.
Larga come l’andare di un fiume
grande, ci capiremo con l’albero e col seme,
capiremo l’insetto e la grandine.

Risplendiamo. Adesso.
Essere il mondo, voglio. Sentirmi
a casa nel cosmo. E le maree saranno
la strada del gonfio cuore. Sarà d’amore
se cresco. Se avanzo o calo. Sarà d’amore.
E luce voglio. Così m’impétalo, che mi spensiero,
che rido mentre corro, come la rondine,
mi moltiplico a stelo, gocciolo, mi biforco,
mi alzo e tramonto, mi slargo, mi infaldo,
divento cima e svetto, mi innevo e frano.

Tutto questo io voglio, dolcemente, perché 
fuori dell’umano il dolore è uno sparo
minimo e la più gran parte è ridere,
mi pare, il grande canto.

Lo senti il firmamento? Com'è sereno!
Anche noi siamo dentro.

Abbiamo polverine nelle vene, antiche come il cielo,
sono disciolte nel sangue, hanno dentro
l’impronta d’un andare semplice e grande,
come le grandi sfere. Abbiamo sfere nel sangue,
cartine geografiche con strade d’argento 
e vedute telescopiche fino ad
Aldebaran. Abbiamo Vega nel sangue
la stella prodigiosa, e istruzioni precise
per il viaggio per l'appontaggio
e coraggio abbastanza per ogni volo.


Mariangela Gualtieri, Fuoco Centrale e altre poesie per il teatro 

sabato 31 agosto 2019







Potete forse tenere i bambini fuori dai confini di oggi,
ma nel loro domani voi non ci sarete.



Michele Smargiassi

sabato 24 agosto 2019







Dei primi 12 presidenti americani, 10 erano proprietari di schiavi; all’inizio dell’800, l’uomo più ricco d’America era un broker di schiavi del Rhode Island; la Wall Street di New York si chiama così per il Muro, davanti al quale si svolgevano le compravendite degli schiavi.



Enrico Deaglio, L’America? Chiamatela Schiavocrazia

venerdì 23 agosto 2019







Conosco delle barche
che restano nel porto per paura
che le correnti le trascinino via con troppa violenza.
Conosco delle barche che arrugginiscono in porto
per non aver mai lasciato una vela fuori.
Conosco delle barche che si dimenticano di partire
hanno paura del mare a furia di invecchiare 
e le onde non le hanno mai portate altrove,
il loro viaggio è finito prima di iniziare.
Conosco delle barche talmente incatenate
che hanno disimparato come liberarsi.
Conosco delle barche che restano ad ondeggiare
per essere veramente sicure di non capovolgersi.
Conosco delle barche che vanno in gruppo
ad affrontare il vento forte al di là della paura.
Conosco delle barche che si graffiano un po’ 
sulle rotte dell’oceano dove le porta il loro gioco.
Conosco delle barche 
che non hanno mai smesso di uscire una volta ancora,
ogni giorno della loro vita
e che non hanno paura a volte di lanciarsi
fianco a fianco in avanti a rischio di affondare.
Conosco delle barche 
che tornano in porto lacerate dappertutto,
ma più coraggiose e più forti.
Conosco delle barche straboccanti di sole
perché hanno condiviso anni meravigliosi.
Conosco delle barche 
che tornano sempre quando hanno navigato.
Fino al loro ultimo giorno,
e sono pronte a spiegare le loro ali di giganti
perché hanno un cuore a misura di oceano.




Jacques Brel



lunedì 19 agosto 2019

Pasolini, ancora sul Vangelo - Elogio della vecchiaia






Chissà se riconsegnando la televisione al bianco e nero si potrebbe riottenere dagli ospiti di una trasmissione " culturale " questa antica gentilezza, questo rispetto per la parola, e più di tutto l'ascolto, questo educato ascolto delle ragioni dell' altro..


vincent

sabato 17 agosto 2019








Ogni aristocrazia è tale perché con una mano arraffa la roba,
e con l’altra scrive il galateo per consumarla.




Stefano Balassone

domenica 11 agosto 2019








Per scacciare il desiderio di mordicchiarsi le unghie, chiuse gli occhi e pensò alla danza d’amore delle aquile.
Iniziava con il maschio e la femmina che si studiavano, planando in cerchi simili a giri di walzer. Il maschio a quota più alta, la femmina più in basso. Potevano continuare per giorni. Toccava alla femmina decidere quando trasformare il walzer in un tango. Lo faceva con grazia, infischiandosene delle correnti d’aria e della forza di gravità, ruotando su sé stessa e librandosi in volo rovesciato: schiena alla terra e sguardo rivolto al futuro compagno. Un invito ad avvicinarsi. Lentamente, però, perché l’irruenza non era né concessa né ammessa. Una cabrata, un’altra più stretta. Le ali che si sfioravano, l’artiglio che lambiva le penne più robuste poi, se la femmina lo permetteva, una carezza alle piume morbide del ventre. Il tocco leggero fra i due rostri acuminati, il primo bacio, chiedeva al maschio di dare prova di forza e generosità. Il maschio quindi si allontanava, scrutava fra arbusti, alberi o rocce e non appena avvistava una lepre, una marmotta o un furetto, chiudeva le ali e a velocità folle piombava sulla preda, l’afferrava con gli artigli e tornava in cielo per offrirla alla femmina. E se lei accettava di mangiare dal suo becco, nella stessa maniera in cui aveva ricevuto il cibo quando era un pulcino, la danza si concludeva in un vortice di passione, trasformandosi nella melodia segreta che avrebbe accompagnato i due rapaci fino alla fine dei loro giorni. Perché l’amore delle aquile era strano, pericoloso e per sempre.



Luca D’Andrea, L’animale più pericoloso



Foto di Ouka Leele

venerdì 9 agosto 2019








Il tempo adesso a noi pare scaduto, qualunque sia l’iniziativa, governo horror che continua, governo che cade nell’horror, non tormentateci più. Ci dedicheremo alla caccia alle farfalle, alla rilettura del Manzoni, allo Judo, alle ricette senza besciamella, all'esperanto, ci iscriveremo al gruppo terrapiatta o a quello forse più attuale che sostiene l'estinzione del genere umano. Basta non vedere più la faccia demoniaca del nostro secondo figlio della povera Maria Vergine che chissà come è pentita di quel peccato. Dimenticare. Aspettare. Sperare in nuovi ultracorpi che invadano il Papeete Beach e altri luoghi di culto, per ridare il senno e la vita agli italiani attualmente sostituiti dai famosi non-morti del Trono di Spade.




Natalia Aspesi






“ Si è rotto il rapporto di fiducia. Non ci sono le condizioni per andare avanti “



Matteo Salvini

giovedì 8 agosto 2019

martedì 6 agosto 2019









Non riconosco alcun principio esterno al mio agire, perché ho trovato in me stesso la causa dell’azione, l’amore per l’azione. Non esamino razionalmente se la mia azione sia buona o cattiva: la compio perché l’amo.




Rudolf Steiner, La filosofia della libertà 

venerdì 2 agosto 2019







Il 1910 fu l’anno del passaggio della cometa di Halley. Ricorderò brevemente che la cometa era già apparsa in cielo nel 1835, l’anno di nascita di Mark Twain. Mark Twain disse che non sarebbe morto finché quella luce, quella polvere scintillante, non fosse ricomparsa in cielo; e così fu: nel 1910 la cometa di Halley tornò e Mark Twain morì.



Jorge Luis Borges, Il Tango

giovedì 18 luglio 2019

La fuga degli M49







C’è una vicenda parallela che merita l’attenzione di chi ha a cuore la Natura. L’orso M49 sta scappando per non affrontare i rigori del suo recinto. Poi c’è un irsuto vicepremier che dopo aver perso di vista Milioni49 - sta scappando per non affrontare lo stress di spiegare nel proprio recinto ( il Parlamento)  cosa ne sa dei rubli del Metropol. Entrambi sono creature selvatiche da rispettare. Uno - l’orso - perché ha bisogno di spazi liberi per vivere. L’altro - l’irsuto - perché è cresciuto su pratoni bagnati dal Po e rifiuta la cattività di un’aula. 
Salviamoli dalla prepotenza degli umani!



Massimo Marnetto

lunedì 8 luglio 2019






Il re è nudo e ci tiene a farcelo sapere, dunque lo svelamento diventa più difficile 



Luca Bottura

domenica 30 giugno 2019





“ Seguitemi, vi farò pescatori di uomini “


Marco 1, 14-20






Ci innamoriamo dei personaggi? Che il malato sia trattato come un personaggio in sangue e carne, come gli eroi di romanzi e serie. Chi ha pianto per una sfortunata signora russa come potrebbe non dannarsi per la paziente Anna Careni? Il medico è scrittore: osserva, ascolta, dà un nome alle cose e non può curare se non sa comunicare. Fino a quando i medici non saranno narrativi sentiremo ancora rispondere a un paziente col tumore che chiede della sua febbre: “ È iatrogena e para neoplastica. Punto “.
La mappa non è il territorio, la malattia non sarà mai il malato. Il territorio-malato ha storie, odori e sentimenti esclusivi che si riconoscono solo dopo interazioni narrative, prima della Tac. Gli scrittori-medici sono malati perché hanno letto molto, i malati sono scrittori perché hanno molto letto.
La forma è sostanza, la precisione è vita. Le parole devono essere esatte come in un cruciverba che inizia dall’uno. Co-incidere come bisturi. Il Malato è uno orizzontale, Il Medico deve essere uno verticale.




Gabriele Bronzetti, cardiologo pediatra

Michael Stipe - "The Man who Sold the World" (David Bowie cover)

mercoledì 26 giugno 2019








Una volta vide un topo correre qua e là senza meta ( non cercava un luogo per dormire né aveva paura delle tenebre né desiderava alcunché di ciò che si ritiene desiderabile) così trovò rimedio alle sue difficoltà.



Diogene Laerzio, Vita di Diogene di Sinope

martedì 25 giugno 2019








Non si inventa mai nulla se non divenendo soffio, ma non si diviene soffio, non si mette piede sul terreno dello spirito, se non trascinati fuori di sé dalla distanza che ci separa dall’altro con il quale abbiamo stretto alleanza, con il quale si è stabilito un patto del genere di quello che lega la strega al suo demonio. Allora sì, ma allora soltanto, si cavalcano praterie su un manico di scopa.




Paolo Godani, Sul piacere che manca






Gli Italiani perdono le guerre come fossero partite di calcio 
e perdono le partite di calcio come fossero guerre



Winston Churchill

domenica 23 giugno 2019









Il credo attuale della della buona società, soprattutto in Francia ( e ritengo che nessuno osi affermare il contrario), è questo: “ Credo nella natura e non credo che nella natura ( ci sono buone ragioni per questo ). Credo che l’arte sia e non possa essere che la riproduzione esatta della natura ( una setta timida e dissidente vuole che siano esclusi gli oggetti ripugnanti come un vaso da notte o uno scheletro). Sicché l’industria che ci desse un risultato identico alla natura sarebbe l’arte assoluta “.
Un Dio vindice ha esaudito i voti di questa moltitudine. Daguerre fu il suo Messia. E allora essa disse tra sé: “ Giacché la fotografia ci dà tutte le garanzie di esattezza che si possono desiderare ( credono questo gli insensati! ) l’arte è la fotografia “. Da quel momento, l’immonda compagnia si precipitò, come un solo Narciso, a contemplare la propria triviale immagine sul metallo. Una follia, uno straordinario fanatismo si impadronì di tutti questi nuovi adoratori del sole. Strane abominazioni si manifestarono.



Charles Beaudelaire, 1859

giovedì 20 giugno 2019






CLOWN




Un giorno,
Un giorno, forse presto.
Un giorno libererò l’ancora che tiene la mia nave lontana dai mari.
Con quella specie di coraggio che ci vuole a non essere proprio niente, lascerò andare ciò che sembrava essermi legato indissolubilmente.
Lo taglierò, lo rovescerò, lo romperò, lo farò scorrere via.
In un sorso, disciolto l’ingorgo del mio pudore miserabile, delle miserabili combinazioni e degli accoppiamenti giudiziosi.
Estratta da me la spina di essere qualcuno, tornerò a bere lo spazio fecondo.
A colpi di ridicolo, di degradazioni ( che cos’è la degradazione? ), di disintegrazioni, a furia di vuoto, per dissipazione- derisione-depurazione, espellerò da me la forma che sembrava così aderente, composta, coordinata, così ben inserita nella mia cerchia e tra i miei simili, così degni, così degni i miei simili.
Ridotto a un’umiltà di catastrofe, a un livellamento assoluto come dopo una fifa colossale.
Smisuratamente ricondotto al mio rango reale, all’infimo rango che non so quale idea-ambizione mi fece disertare.
Annullato rispetto al suo rilievo, alla sua reputazione.
Perduto in un luogo lontano ( o anche no ), senza nome, senza identità.

CLOWN, che abbatte nello scherno, nel grottesco, in uno scoppio di risa l’immagine sublime che mi ero fatto della mia rilevanza.
Mi tufferò.
Senza peso nell’infinito-spirito sostrato aperto a tutto,
aperto io stesso a una nuova incredibile brina
a forza d’essere nessuno 
raso terra
risibile...




Henri Michaux

Ives: The Unanswered Question / Premil Petrovic / No Borders Orchestra

martedì 4 giugno 2019







Mari immensi 
cieli infiniti
crociere nel bidet




Gabriele Romagnoli 












Il transgendering non confonde i sessi, ma li distingue non meno che nella Genesi dove Dio crea l’essere umano “ maschio e femmina “. E il transgendering si rifà, in sostanza, a quell’ordine quando la natura invece lo confonde mettendo una femmina in un corpo con appendici e ormoni maschili, e viceversa. Ma se con Dio tutto fila liscio, è con il mondo invece che nascono i problemi, perché fratelli, genitori, parenti, amici per conciliarsi con l’idea che tu porti ordine e non confusione, devono loro stessi diventare un po’ divini.




Stefano Balassone

giovedì 23 maggio 2019

Palermo, ecco la ricerca anti-Salvini che ha messo nei guai la docente






Gentile Prof.ssa, non provi neanche per un attimo vergogna, amarezza o rimorso per quanto accaduto, sebbene ora sia costretta a subire un provvedimento grave e riprovevole e a vedere il suo viso triste comparire su tutte le testate giornalistiche, come fosse colpevole di una condotta illegale o, peggio, di un comportamento diseducativo nei confronti dei suoi allievi. Sia invece orgogliosa del pensiero critico che ha saputo instillare nei suoi studenti, della libertà di manifestazione del pensiero che non è solo formale, ma sostanziale e praticata nella sua scuola, della levatura culturale di un gruppo di studenti che non si limita ad imparare pedissequamente la data di una battaglia, ma riflette, analizza criticamente e crea un suo pensiero indipendente, manifesta i suoi dubbi e la sua contrarietà. ...... Gioisca perché, pur inconsapevolmente, ha palesato la verità di questo governo allergico al diverso, allo straniero, all'oppositore, che si serve di una squadra della Digos per fare irruzione in un liceo. Sia fiera dei suoi studenti perché il paradosso di quanto è accaduto è che hanno mostrato, con i fatti susseguenti al video incriminato, che un dubbio ragionevole esiste sull'accostamento di questo governo ad una condotta di regime. Alzi lo sguardo, perché noi non ce lo facciamo abbassare.


Irene Carmina, Palermo






Non è una foto di Lee Miller, ma è l’immagine che immediatamente si associa alla sua storia. Forse è la sua foto più famosa. Viene scattata da David Scherman nell’appartamento di Hitler a Monaco, che solo poche ore prima era stato preso dall’esercito americano come luogo deputato alla comunicazione. Lee abbandona i suoi anfibi militari, si immerge nella vasca da bagno, il posto più impuro di Europa, e con un gesto liberatorio ne inverte la polarità: la sua bellezza purifica quel luogo e nello stesso tempo, nel tempio dell’orrore, compie il gesto di liberarsi per un istante dal dolore che, nel cuore dell’Europa, ha inghiottito il suo sguardo. 
Si percepisce la convivenza tra ethos e pathos, puro stato affettivo e possibilità dell’azione. Un altra oscillazione. Qui sembra che la sua celebre frase: “ preferisco fare una foto che essere una foto “, venga messa in discussione dalla stessa fotografa. Essere e fare si confondono. Il soggetto, la fotografa, si sovrappone all’oggetto, o meglio si sdoppia nell’oggetto, poiché in questo tempo e in questo spazio, essere una foto è più importante che farla.




Silvia Mazzucchelli, Costruire la vita con le immagini: Lee Miller e Inge Morath
Doppiozero.com

venerdì 17 maggio 2019







L’amore è infatti sia la cosa più fisica che quella apparentemente più spirituale che si aggira in noi; attiene in tutto e per tutto al corpo, ma solo quale simbolo, metafora della persona intera e di tutto ciò che si insinua attraverso la porta dei sensi nel più recondito della nostra anima, per risvegliarla.



Lou Andreas Salomé, Riflessioni sull’amore
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