giovedì 23 maggio 2019







Non è una foto di Lee Miller, ma è l’immagine che immediatamente si associa alla sua storia. Forse è la sua foto più famosa. Viene scattata da David Scherman nell’appartamento di Hitler a Monaco, che solo poche ore prima era stato preso dall’esercito americano come luogo deputato alla comunicazione. Lee abbandona i suoi anfibi militari, si immerge nella vasca da bagno, il posto più impuro di Europa, e con un gesto liberatorio ne inverte la polarità: la sua bellezza purifica quel luogo e nello stesso tempo, nel tempio dell’orrore, compie il gesto di liberarsi per un istante dal dolore che, nel cuore dell’Europa, ha inghiottito il suo sguardo. 
Si percepisce la convivenza tra ethos e pathos, puro stato affettivo e possibilità dell’azione. Un altra oscillazione. Qui sembra che la sua celebre frase: “ preferisco fare una foto che essere una foto “, venga messa in discussione dalla stessa fotografa. Essere e fare si confondono. Il soggetto, la fotografa, si sovrappone all’oggetto, o meglio si sdoppia nell’oggetto, poiché in questo tempo e in questo spazio, essere una foto è più importante che farla.




Silvia Mazzucchelli, Costruire la vita con le immagini: Lee Miller e Inge Morath
Doppiozero.com

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