mercoledì 30 novembre 2016


Sarebbe stato utile che le élites capissero meglio che essere l'inventore di reality show è un vantaggio se devi ottenere milioni di voti, non perché il popolo bue segue la pancia, ma perché sai parlare facendo convivere realtà e fantasmagoria, sai come sospendere il potere performativo della parola. Sai offrire i piaceri dell'odio senza impegnarti ad odiare.


Chiara Cappelletto, Doppiozero.com





domenica 27 novembre 2016

Indulgere Genio


I latini chiamavano Genius il dio a cui ciascun uomo viene affidato in tutela al momento della nascita. ( .... ) Vi è un'espressione latina che esprime meravigliosamente il segreto rapporto che ciascuno deve saper intrattenere con il proprio Genius: " Indulgere Genio ". A Genius bisogna accondiscendere e abbandonarsi, a Genius dobbiamo concedere tutto quello che ci chiede, perché la sua esigenza è la nostra esigenza, la sua felicità la nostra felicità. Anche le sue - le nostre! - pretese possono sembrare sragionevoli e capricciose, è bene accettarle senza discutere. Se, per scrivere, avete - ah! - bisogno di quella carta giallina, di quella penna speciale, se ci vuole proprio quella luce fioca che spiove da sinistra, è inutile dirsi che qualunque penna fa il suo mestiere, che ogni carta e ogni luce sono buone. Se senza quella camicetta di lino celeste ( per carità, non la bianca con quel colletto da impiegato! ) non vale la pena di vivere, se senza quelle sigarette lunghe con la carta nera non ve la sentite proprio di andare avanti, non serve ripetersi che sono soltanto manie, che sarebbe ora di mettere giudizio. " Genium suum defraudare ", frodare il proprio genio, significa in latino: rendersi triste la vita, imbrogliare se stessi. E " genialis " è la vita che allontana lo sguardo dalla morte e risponde senza esitare alla spinta del genio che lo ha generato.


Giorgio Agamben, Profanazioni





mercoledì 23 novembre 2016


Listen to the hummingbird
Whose wings you cannot see
Listen to the hummingbird 
Don't listen to me.

Listen to the butterfly
Whose days but number three
Listen to the butterfly 
Don't listen to me

Listen to the mind of God
Which doesn't need to be
Listen to the mind of God
Don't listen to me.



Sono le parole di una " dolce piccola canzone ",  di un'ultima deliziosa fatica che ha occupato i giorni ultimi di Leonard Cohen.






martedì 22 novembre 2016


Oggi, il mio parere è che il male non sia mai radicale, che sia solo estremo, e che non possieda né profondità né dimensione demoniaca. Esso può invadere tutto e devastare il mondo intero precisamente perché si propaga come un fungo. Esso " sfida il pensiero " perché il pensiero cerca di attingere alla profondità, di pervenire alle radici, e dal momento in cui si occupa del male, viene frustrato perché non trova niente. È qui la sua banalità. Solo il bene ha profondità.


Anna Arendt, lettera a Scholem






giovedì 17 novembre 2016


" Humm, " fece Tom. " Ascolta, Ma'. È da in pò che passo giorno e notte nascosto qui da solo. Lo sai a chi pensavo? A Casy! Quello parlava un sacco. Io mi seccavo a sentirlo. Ma ora ho pensato alla roba che diceva, e me la ricordo... tutta quanta. Dice che una volta era andato nel deserto per cercare la sua anima, e aveva scoperto che lui non ce l'aveva un'anima tutta sua. Dice che aveva scoperto che lui aveva solo un pezzetto di un'anima grande e grossa. Dice che il deserto non andava bene, perché il suo pezzetto di anima non serviva a niente se non stava con tutti gli altri pezzetti, e non faceva un'anima intera. È strano che me lo ricordo. Mi pareva che manco lo stavo a sentire. Ma ora so che uno se sta da solo non serve a niente.


John Steinbeck, Furore






martedì 15 novembre 2016

LEONARD COHEN - The Last Interview (September 2016)



Steve Bannon, esponente di spicco del " nightmare team " di Donald Trump





Una città molto antica è come uno stagno: ha colori e riflessi propri, ha angoli di frescura e altri limacciosi, luoghi dove l'aria ribolle, spazi malefici, una vita latente. La città è femmina, con i suoi desideri e le sue repulsioni, slanci e rinunce, e pudori, soprattutto pudori.
Per entrarle nel cuore, per coglierne i segreti più intimi, si deve agire con la massima tenerezza e armarsi fino all'esasperazione di pazienza. Bisogna sfiorarla senza malizia, accarezzarla senza seconde intenzioni, insistere per secoli e secoli.
Il tempo lavora per chi sa mettersi fuori del tempo.


J. Yonnet, Le vie incantate di Parigi






lunedì 14 novembre 2016


" Giorni di catastrofe sono quelli in cui non succede nulla "


Italo Calvino




sabato 12 novembre 2016



Crediamo di sapere cos'è la vecchiaia, ma che cosa mai può essere la fine della vecchiaia? Come si vive nella fine della vecchiaia, se non è solo l'intervallo che separa dalla morte? Forse c'è un momento, che può essere breve o durare anni, passato il quale non si è più vecchi e nemmeno immortali, soltanto eterni. Non si è più parte della vita, ma la morte non ha ancora trovato il coraggio di guardarci in faccia. Con " You Want It Darker " Leonard Cohen ha raggiunto quell'altezza, al di sopra delle nebbie, dalla quale si vede tutto molto chiaro. Soprattutto, si distinguono i contorni di ciò che non è chiaro per niente, di quel Dio che è ancora ombra a se stesso e che risplende solo dal cuore di un'impenetrabile oscurità.


Alessandro Carrera





venerdì 11 novembre 2016

Che l'ardente vita del nostro cuore ti raggiunga
Come un soffio di calore
Laddove tu puoi sentire freddo
Di frescura laddove tu puoi bruciare.
Che i nostri pensieri vivano nei tuoi, caro Leonard
Che i tuoi pensieri, caro Leonard, vivano nei nostri.

Ciò che vive nell'universo non esiste che creando in sé
I germi di una nuova vita.
L'anima cede alla morte
Solo per evolvere in uno slancio immortale;
Va verso forme di vita senza posa rinnovate.

Nel principio era il Verbo
E il Verbo era presso Dio
Ed il Verbo era un Dio.
Egli era in principio presso Dio:
Tutto è stato fatto per mezzo di Lui,
E senza di Lui niente è stato fatto
Di tutto ciò che esiste.
In Lui era la vita
E la Vita era la Luce degli uomini.


Tratto da: " Preghiera per i defunti " di Rudolf Steiner







Leonard Cohen 21 settembre 1934 - 10 novembre 2016





" La morte: un atto che si compie obbedendo "

Maria Zambrano

Fotografia e Giudizio Universale



Che cosa mi affascina, mi tiene incantato, nelle fotografie che amo? Credo si tratti semplicemente di questo: la fotografia è per me in qualche modo il luogo del Giudizio Universale, essa rappresenta il mondo come appare nell'ultimo giorno, nel Giorno della Collera. ( .....) Che ciò sia vero sin dall'inizio della storia della fotografia, un esempio lo mostra con assoluta chiarezza. Conoscete certamente il celebre dagherrotipo del Boulevard du Temple fotografato da Daguerre dalla finestra del suo studio in un'ora di punta. Il boulevard doveva essere stracolmo di gente e di carrozze e, tuttavia, dal momento che gli apparecchi dell'epoca esigevano un tempo di esposizione estremamente lungo, di tutta quella massa in movimento non si vede assolutamente nulla. Nulla, tranne una piccola sagoma nera sul marciapiede, in basso a sinistra nella foto. Si tratta di un uomo che si stava facendo lucidare gli stivali ed è dunque rimasto immobile abbastanza a lungo, con la gamba appena sollevata per poggiare il piede sul banchetto del lustrascarpe.
Non saprei fantasticare un'immagine più adeguata del Giudizio Universale. La folla degli umani - anzi l'umanità intera - è presente ma non si vede, perché il giudizio concerne una sola persona, una sola vita: quella, appunto, e non altra. E in che modo quella vita, quella persona è stata colta, afferrata, immortalata dall'angelo dell'Ultimo Giorno - che è anche l'angelo della fotografia? Nel gesto più banale e ordinario, nel gesto di farsi lustrare le scarpe! Nell'istante supremo, l'uomo, ogni uomo, è consegnato per sempre al suo gesto più infimo e quotidiano. E tuttavia, grazie all'obiettivo fotografico, quel gesto si carica ora del peso di un'intera vita, quell'atteggiamento irrilevante, persino balordo compendia e contrae in sé il senso di tutta un'esistenza.


Giorgio Agamben






mercoledì 9 novembre 2016


Generazioni e generazioni ad immaginare il " Big one " e me lo dite chi mai avrebbe potuto scatenare la fantasia fino a tanto?



martedì 8 novembre 2016



Prima di cena, prima che le lampade scaldino i letti e il fogliame degli alberi sia verde-buio e la notte deserta. Nel breve spazio del crepuscolo passano intere sconosciute stagioni; allora il cielo si carica di nubi, di correnti che sollevano ceppi e rovi. Contro i vetri della finestra batte l'ombra di una misteriosa bufera. L'acqua rovescia i cespugli, le bestie barcollano sulle foglie bagnate. L'ombra dei pini si abbatte sui pavimenti; l'acqua è gelata, di foresta: il tempo sosta, dilegua. Di colpo, nella quiete solenne dei viali, nel vuoto delle fontane, nei padiglioni illuminati per tutta la notte, l'ospedale ha lo sfolgorio di una pietroburghese residenza invernale.


Antonella Anedda






sabato 5 novembre 2016


Secondo me una causa maggiore di confusione è nel linguaggio che parla di differenza come se fosse qualcosa che sta tra donne e uomini spartendo l'umanità in due. ( ....) La differenza non è tra. Essa è in me, mi è interna e immanente, mi impedisce di identificarmi con quella che sono. Non c'è un'identità sicura e stabile nell'essere chiamata donna, e in questo si comincia finalmente a vedere un pregio.


Luisa Muraro





mercoledì 2 novembre 2016



 
"  Il mondo esiste solo grazie al respiro dei bambini nelle scuole " 

Rabbi Jacob Ben Asher





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