lunedì 25 aprile 2022


 

Gli studenti della scuola più ambita della Silicon Valley non toccano un computer, un iPad o lo smartphone fino alla fine delle medie. La cosa più


curiosa è che questi ragazzi sono in gran parte figli di ingegneri o manager impiegati nelle più famose aziende tecnologiche del mondo, dalla Apple a Google. Gente che vive di computer e gadget, ma è determinata a tenerli il più a lungo possibile fuori dall’esperienza educativa dei propri figli. Questo miracolo, o questo assurdo spreco di risorse, avviene nella Waldorf School of the Peninsula, ed è finito nelle pagine del New York Times. Tutto comincia nella Germania del primo dopoguerra, dove il filosofo Rudolf Steiner, fondatore dell’antroposofia, si affanna per comunicare la sua visione sociale finalizzata a ricostruire il paese distrutto. Non riesce a farsi capire dai concittadini, però, e attribuisce il fallimento al sistema scolastico, che chiude le menti dei ragazzi. Quindi crea una scuola presso l’azienda di sigarette Wadorf Astoria di Stoccarda. È un istituto che predilige forme di insegnamento aperte, mirate al coinvolgimento emotivo e pratico degli allievi. Il successo è veloce e planetario, al punto che oggi esistono circa mille Waldorf School in una sessantina di paesi. Una di queste sorge a Los Altos, nel cuore della Silicon Valley, e sta rivoluzionando il modo di vedere l’istruzione nell’era digitale. Gli studenti della Waldorf School of the Peninsula non usano computer, ma solo lavagne e gesso. Scrivono su quaderni di carta usando le matite e imparano le frazioni tagliando fette di torta. Lavorano a maglia con lunghi aghi di legno, perché secondo i loro insegnanti aiuta a sviluppare la capacità di risolvere i problemi. Studiano la poesia, ma lo fanno mentre si lanciano dei sacchetti “ bean bag “ perché favoriscono la sincronizzazione tra corpo e cervello. A volte usano il fango come strumento di apprendimento, perché bisogna adoperare anche le mani per diventare persone complete (…..) Tra le persone che l’hanno scelta c’è Alan Eagle, 50 anni, che ha studiato informatica al college di Dortmouth e ora lavora nel reparto comunicazioni di Google, dove scrive discorsi per il ceo Eric Schmidt: “ Io - dice -
 rigetto l’idea che siano necessari supporti tecnologici alle elementari. Il fatto che un iPad possa aiutare i miei figli a leggere o a far meglio le addizioni è ridicolo “.La figlia Andie è in quinta elementare e non sa ancora usare Google: “ Ci sarà tempo per imparare. Li facciamo apposta semplici questi strumenti, perché sia facile usarli. Ma se lavorassi alla Miramax e producessi bei film vietati ai minori, non vorrei che i miei figli li vedessero prima di aver compiuto l’età giusta.


Da un articolo de “ La Stampa “, novembre 2011





giovedì 21 aprile 2022

La superstizione negativa

 Oggi qualcuno costruisce una macchina; lo fa credendo che in realtà non capita nulla se non che costruisce la macchina, e che peraltro quest’ultima produce qualcosa. Ma abbandonarsi a questa credenza, sarebbe fondare quello che oggi è generalmente diffuso e che si può chiamare superstizione negativa. La superstizione, è la credenza in spiriti là dove non ve ne sono; ma si può anche non crederci là dove ve ne sono: è la superstizione negativa, alla quale una numerosa umanità si dedica oggi senza saperlo inizialmente, perché non ci si è ancora abituati a pensare in una prospettiva morale illuminata dall’insieme dei legami cosmici; oggi, da questo punto di vista, si pensa solo da un punto di vista meccanico.


Rudolf Steiner, Dornach 26 Novembre 1916







Il computer ENIAC, “ pensato “ nella scuola elettrotecnica di Moore, in Pennsylvania. Pesava 30 tonnellate.

mercoledì 6 aprile 2022

  





“ Possediamo già le macchine per addizionare, sottrarre, etc.: è comodo, non c’è più bisogno di calcolare. Si procederà nello stesso modo per tutto. Ciò non si farà attendere a lungo, uno o due secoli e la partita sarà giocata; non ci sarà più bisogno di pensare, né di riflettere: si premerà un bottone. Per esempio, si scriverà: “ 330 pacchi di cotone, Liverpool “ - oggi si rifletterebbe un istante, non è vero? Ma allora si premerà semplicemente un pulsante e la questione sarà risolta.E in futuro, affinché nulla possa turbare lo status quo dei rapporti sociali, si passerà dalle leggi che non diranno precisamente: il pensiero è vietato, ma che avranno come effetto che qualunque pensiero individuale sarà eliminato. (…..) Vedete che la nostra vita attuale non è alla fin fine così spiacevole in confronto. Se non si oltrepassano certi limiti, si ha ancora il diritto di pensare oggi, non è vero? Certo, non bisogna superare certi limiti, ma se si rimane entro quei limiti, si può ancora pensare. Ciò che ho appena descritto è immanente all’evoluzione occidentale e, attraverso di esso, verrà senza tardare.




Rudolf Steiner, La libertà di pensare e le menzogne del nostro tempo
Quarta conferenza, 4 aprile 1916











 

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