venerdì 31 agosto 2012

debussy weissemberg suite bergamasque 2.2.mp4

obbedire alla stessa musica..







" L'anima vaga senza sede, obbligata a percorrere l'Universo e a soffrire in ogni suo stato. Un viaggio che consuma varie esistenze umane. E di ogni esistenza non resta forse una particolare anima, una memoria? (....)  " Come l'hai riconosciuta?" - si sarebbe potuto sentir dire in una conversazione tra iniziati -. "Perchè obbediva alla stessa musica".


M. Zambrano 

essendo tuo schiavo, che altro posso fare..




Essendo tuo schiavo, che altro posso fare
se non attendere per ore ai desideri tuoi?
Non ha per me valore il tempo, nè incarichi
ho da assolvere, finchè tu non mi comandi.
Nè oso gridare gli interminabili istanti
mentre, mio sovrano, guardo l'ora in tua attesa;
nè penso all'amarezza del tuo distacco,
quando tu al tuo servo hai detto addio.
E neppure oso chiedere ai miei pensieri gelosi
dove tu sia o cosa tu stai facendo:
ma, come schiavo rattristato non penso ad altro
se non quanto felici fai coloro con cui ti trovi.
L'amore è tale sciocco che, dei tuoi capricci,
qualsiasi cosa tu faccia, egli non pensa male.


 Shakespeare


giovedì 30 agosto 2012

Comfortably Numb - David Gilmour - MeltDown Concert 2002 - with Bob Geld...

l'universalità di Dio..




" L'universalità di Dio consiste nella molteplicità infinita dei cammini che conducono a Lui, ciascuno dei quali è riservato ad un uomo".
Martin Buber

il tempo è l'orizzonte che..




" Il tempo è l'orizzonte che presenta la morte perdendosi in essa. Ciò vuol dire che per i mortali consapevoli la morte cessa di giacere nel fondo e se ne va più in là, oltre l'oceano del tempo, alla maniera di un fiore inimmaginabile che si schiude dal calice del tempo".



Maria Zambrano

mercoledì 29 agosto 2012

Anonymous: Berber lullaby [Berceuse Amazigh] for voice & instruments / M...

Io-phone, Io-pod, Io-pad









Io-phone, Io-pod, Io-pad.
L'individualismo protesizzato di questi Io digitali sembra affermarsi come la controparte caricaturale dell'individualità. Forse la coscienza di essere degli Io matura dal corpo-a-corpo quotidiano con delle protesi.


vincent



Vi è una solitudine dello spazio,
una solitudine del mare,
una solitudine della morte, ma queste
saranno una folla
a confronto di quel luogo più profondo
quella polare segretezza,
un'anima ammessa alla propria presenza-
finita infinità.
Emily Dickinson

martedì 28 agosto 2012

Preludio para el año 3001 - Eugenia León




Rinascerò in Buenos Aires
in una sera di giugno
con questa voglia di amare
e di vivere più che mai
rinascerò, è destino, nell'anno 3001
sarà una domenica di autunno
nella piazza  S. Martino.
I cani randagi 
abbaieranno alla mia ombra
col mio modesto bagaglio
giungerò dall'aldilà
e inginocchiata sulla riva
del mare trasparente
un cuore nuovo di sale
e di fango mi plasmerò.
Verranno un vagabondo
un pagliaccio e un mago
miei immortali compagni
diranno: " Forza! Su!
Così, così, coraggio fratello!
Nasci che è duro!
Ma difficile è il lavoro di morire
e di rinascere poi!"
Rinascerò, rinascerò, rinascerò,
e una gran voce extraterrestre mi darà
la forza antica e dolorosa di nascere
per ritornare, credere e lottare,
e un fiore rosso all'occhiello porterò
e se nessuno è mai rinato, io potrò!
Mia Buenos Aires, secolo trenta tu vedrai:
rinascerò, rinascerò, rinascerò.
Rinascerò dalle cose
che ho amato tanto tanto
quando le ombre della casa
diranno piane qui
io bacerò il ricordo
dei tuoi occhi taciturni
per terminare il poema
che tralasciai a metà.
Rinascerò dalla frutta 
di un mercato rionale
e dalla sciocca atmosfera 
di un romantico caffè
e dalle rovine di un piccolo
paese terremotato
e dalla rabbia della gente
del sud rinascerò.
Tu vedrai che rinasco
nell'anno 3001
con gente che non c'è stata
ma che allora ci sarà,
benediremo la terra
terra nostra te lo giuro
che una nuova Buenos Aires
insieme si fonderà.
Rinascerò, rinascerò, rinascerò..     



È dei forti la lotta nel clamore-
ma schiere ancora più intrepide conosco:
nell'intimo esse assaltano-
la cavalleria del dolore.

Vincono senza folla che li acclami-
soccombono ignorati-
i loro occhi morenti
nessuna patria guarda con amore.

Noi confidiamo che li scorteranno-
gli angeli a schiere
in processione lieve-
passi ritmati, uniformi di neve.


Emily Dickinson


lunedì 27 agosto 2012

DAVID GILMOUR - JE CROIS ENTENDRE ENCORE - HQ



Je crois entendre ancore
caché sous les palmiers
sa voix tendre et sonore
comme un chant de ramiers

Oh nuit enchanteresse
divin ravissement
oh souvenir charmant
folle ivresse, doux rève!

Aux clartes des étoiles
je crois encore la voir
entr'ouvrir ses longs voiles
aux vents tiedes du soir

George Bizet, I pescatori di perle  

Carlos Saura - Flamenco pt2





Se la metamorfosi è gioco delle forme capace di evitare la sofferenza,
allora ogni sofferenza è appello alla metamorfosi.


vincent

domenica 26 agosto 2012

The Tango Lesson - Pensalo bien




Il Tango


Il tango muove passi di guerra, progredisce per scatti, bruschi arresti, delinea figurazioni di contrasto, inscena un dramma. Perché nel tango è il sangue a danzare, e nel sangue la forza oscura incantata nel ferro e nel fuoco delle viscere e l'Io umano che s'arrischia a governarne il capriccio.
Qualcuno ha detto che il tango è " pensiero triste che si balla"; so che Borges non era d'accordo.
Il sangue non è nè triste nè allegro. È di ben altro che si tratta. Nel sangue è l'intera creazione che spasima chiedendo di essere ricondotta all'uno.


vincent



2001: A Space Odyssey docking sequence - Blue Danube




Il valzer


Il valzer, volo dalla gravità all'immateriale angelico, fuga dal peso, fruscìo d'ali.
Valzer, Danza del Respiro.
Questa scena, dove tutto fluttua alla deriva, liquidamente abbandonato in un gesto di resa, ne dà una perfetta traduzione in immagini; la penna sottratta alla caduta sembra sospendere quello stesso apparato di congegni che permette il viaggio dell'astronave. Il respiro nostalgico del valzer, alitando sugli strumenti della tecnica, li sfiora riscaldandoli, quasi a suggerire la loro prossima fatale retrocessione a modernariato di serie b.
Vale a dire, nulla di più precario di ciò che scintilla nel " moderno".
E un ufficiale in missione intergalattica, in fondo, è solo un bambino addormentato, vegliato dallo sguardo amoroso del materno femminile che non è né antico né moderno: è eterno.  


vincent

venerdì 24 agosto 2012

con i miei amati fiori..



Con i miei amati fiori hai preso il raffreddore da fieno
con il mio dolce amore hai fatto indigestione di marmellata
con la storia della mia vita la pizza delle pizze
con le mie care lettere barchette su barchette
le mie poesie le hai accompagnate di corsa all'asilo
insomma affinità elettive pochine pochine nessuna
( sarà per questo che brilli così nel  mezzo del mio cielo? )

Vivian Lamarque

DAVID GILMOUR - SHINE ON YOU CRAZY DIAMOND - ACOUSTIC VERSION

incorporea, la chiarezza del mattino..




" Incorporea, la chiarezza del mattino danza. Chi non ha visto nel chiarore del mattino, nella danza perfetta che è metamorfosi, una varietà di figure disegnate e dissolte che senza farsi corpo si trasformano infaticabilmente? Nascono e si disfano, si allacciano e si ritirano, si nascondono per riapparire, così come fa il bambino quando gioca, o l'uomo quando gioca a quei giochi in cui l'infanzia si eterna: musica, poesia".


Maria Zambrano

mercoledì 22 agosto 2012

Διονύσης Σαββόπουλος- Νέο Κύμα



 



Rifugiati nelle cose che restano
dopo di te e contro la tua morte:
vegliano la tua vita e ne sono
del tutto estranee. Non ti sanno
e per questo ti conserveranno.


Michele Ranchetti

qualcuno deve andare laggiù..






Sono, dall'alto in basso, Mika Yamamoto, Marie Colvin, Remi Ochlik e Gilles Jacquier, i quattro giornalisti stranieri uccisi in Siria perchè, come ebbe a dire uno di loro: " Qualcuno deve andare laggiù e vedere cosa succede". 

ci sono culture..




" Ci sono culture che vegetano a un gradino inferiore della storia e per esse il problema di maturare, di assurgere a quel virile tragico istante che è l'equilibrio dell'individuale e del collettivo, è lo stesso che per l'anarchico ribelle in calzoni corti il problema di crescere tragico eroe, consapevole della storia".


Cesare Pavese

martedì 21 agosto 2012

lunedì 20 agosto 2012

Kaori Muraji : Roland Dyens -Saudade No 3

tecnica militare e democrazia




" Volevo dire che, se traduciamo il Senatus populusque con il Senato e il popolo, facciamo una traduzione letterale ma falsa. Per popolo oggi intendiamo il corpo civile. Orbene, il vero senso di populus fu in origine quello del corpo armato. Ma chi vuole dare il significato più profondo di questa formula, secondo lo spirito di  Roma, deve invertire in modo paradossale i termini e dire " il popolo e l'esercito". Nella mente romana il civile era il senato, i signori terrieri, le vecchie famiglie o gentes  che si sposavano per confarreatio e potevano lasciare eredi. Questi eredi - che ereditano tutto, proprietà e pieni poteri - sono gli unici figli di padre, i patrizi. Gli altri non hanno padre, in puro stile giuridico romano, ma solo genitore: sono prole, e di qui proletari. Questi vecchi agricoltori, il popolo civile, combattono con le armi in mano ma hanno bisogno di ausiliari per le loro campagne e allora organizzano intorno a sè un corpo di combattenti - il populus - composto di piccoli proprietari di terra che stanno in campagna. (.....) Il populus in un primo tempo non interviene che in questioni di guerra e il suo ingresso in politica si fa a forza di scioperi militari. Quando il nemico si avvicina ai colli, il populus si rifiuta di partire per la guerra. Di qui le innumerevoli e leggendarie ritirate su questo o quel monte - Aventino, Sacro, Gianicolo - che hanno rotto la testa a tanti eruditi. (.....) Non si può capire la storia romana se non si capisce questo dualismo di grandi terrieri che vivono nell'urbe e di piccoli proprietari che vivono in campagna. Fra gli uni e gli altri si accendono le grandi lotte politiche fino all'epoca di Cesare. I signori del senato sono gli ufficiali: i contadini sono i soldati. Gli uni hanno bisogno degli altri e questo origina l'ammirevole, l'organica coesione dell'azione romana fino al secolo II avanti Cristo.
In questo modo la parola più docile e civile di tutte, popolo, a cui ricorsero i pacifisti, ha un'inquietante origine bellica. E, senza dubbio, lo stesso accade con l'altra parola che simbolizza la pace in diverse lingue: villaggio in tedesco è dorf che nell'antico tedesco è thorp, da dove viene la nostra truppa: come in russo, popolo è polk e significa esercito".

José Ortega Y Gasset


e d'altra parte, nel conflitto che vide affrontarsi Atene e la potenza Persiana:

" La seconda guerra fu decisa sul mare. Ogni nave - trireme - aveva bisogno di 150, 180 rematori; tre file di sessanta, più qualche soldato, il capitano e i piloti. Gli Ateniesi prepararono 127 navi. Ciò fa supporre un contingente di un 25000 uomini. Fino allora avevano combattuto gli uomini liberi e nobili - gli eupatridi - e la costituzione ateniese si era mantenuta, nella sua essenza, dentro i princìpi aristocratici. Dovendo mobilitare per la flotta tutti gli uomini validi di Atene, bisognò dare le armi ai thetes, alla classe del censo inferiore che non serviva nella falange. Ed ecco che questa grande politica imperialistica, ispirata da Temistocle ad Atene, porta con sè, per un bisogno di tecnica militare, lo statuto della democrazia. All'ampliamento dell'esercito bellico vien dietro automaticamente l'estensione della sovranità alle classi infime che non erano neppure libere. (.....) Vediamo, dunque, che il servizio militare generalizzato e la democrazia nascono insieme all'appetito imperialista, proprio come accadde nell'ottocento. Sarebbe bene che i " radicali" meditassero sulla frequenza con cui nella storia l'imperialismo è stato un frutto democratico e viceversa la democrazia una preda dell'imperialismo".

José Ortega Y Gasset 




Versare il sangue per la patria, dunque, fu privilegio riservato a pochi, e ciò che noi chiamiamo democrazia fece i primi incerti passi dalla necessità di vincere le guerre preservando così la vita della comunità.
A guardare alla composizione sociale degli eserciti attuali, viene da pensare ad un totale ribaltamento: progressivamente, nel corso della storia, quell'ambìto diritto a sacrificare la propria vita, insieme con il voto, se lo sono assicurato gli " ultimi": nelle trincee della prima guerra mondiale la mattanza riguardò per la quasi totalità milioni di contadini analfabeti. 
È un segno che la democrazia sta esaurendo il suo compito storico?
O  la democrazia ha ancora davanti un lungo cammino?
Un giornalista chiese a Gandhi cosa pensasse della democrazia, e lui , serpente e colomba qual'era  rispose: " Si tratta di un'idea eccellente, perché non provate a metterla in atto?".


vincent


      
     

Fabrizio de André - Il sogno di Maria - concerto '98 19

la stanza



La stanza


La stanza dove lavorava
tutta di porto odorava.
Che bianche e vive folate
v'entravano di vele alzate!

Prendeva di rimorchiatore
battendole in petto il cuore.
Prendeva d'aperto e di vita,
il lino, tra le sue dita.

Ragazzi in pantaloni corti,
e magri, lungo i Fossi,
aizzandosi per nome
giocavano, a pallone.

( Annina li guardava
di sottecchi, e come
- di voglia- accelerava
l'ago, che luccicava!  )

Giorgio Caproni   

domenica 19 agosto 2012

Nick Cave & the Bad Seeds - Love Letter

Ich bin dein Baum by Robert Schumann/ Aurelius and Grace Gori

molte persone sentono che..



" Molte persone sentono che nessuna conversazione potrebbe stare mai alla pari con l'ispirazione di una conferenza di prima qualità. Per questo motivo tendono a pensare che la conversazione è uno spreco di tempo che sarebbe impiegato meglio leggendo o ascoltando conferenze. Senza alcun dubbio le conferenze servono a importanti compiti. Accuratamente preparate convogliano concentrazioni di sostanza spirituale agli ascoltatori che siedono come di fronte a un cibo che qualcun'altro ha posto di fronte a loro. Ma, per continuare l'analogia, quelli che vanno alle conferenze è come se mangiassero sempre al ristorante senza mai imparare l'amabile arte della cucina casalinga. C'è qualcosa di tristemente unilaterale in un simile modo di vita. Esso non soltanto evita la responsabilità e trascura le opportunità di una crescita creativa: vuol dire rimanere infantilmente dipendenti nella fase più importante dell'evoluzione umana quando si dovrebbe progredire dall'avere una verità rivelata allo scoprire la verità come propria attività".


Marjorie Spock  

High Hopes - Remember That Night - David Gilmour - HD




" E una nube di strazio nera l'avvolse;
con tutte e due le mani prendendo la cenere arsa
se la versa sulla testa, insudicia il volto bello;
la cenere nera sporca la tunica candida
e poi nella polvere, grande, per gran tratto disteso,
giacque, e sfigurava con le mani i capelli strappandoli".

Iliade, Achille piange la morte di Patroclo


Ascoltando la musica e leggendo il brano dell'Iliade- i poemi omerici, a quel tempo, erano racconti accompagnati dalla musica- appare chiaro che un Omero di oggi, dovendo scegliersi la musica per il suo dramma, non potrebbe fare a meno del canto della chitarra di David Gilmour. È la voce dell' epica moderna. Senza alcun dubbio.  

                                                                          vincent
  

sabato 18 agosto 2012

Free Pussy Riot - Global Action Day April 19th 2012

Henri Dutilleux: Au gré des ondes (1946)




" La superiorità del Cristianesimo sulle sue origini monoteistiche è di non aver respinto l'immagine umana. C'è più rivelazione nelle immagini della tradizione cristiana che nelle sue Scritture, più luce nelle sue figure che in tutti i suoi libri. Il Cristianesimo, più che parola, è pittura".

G. Ceronetti
  

venerdì 17 agosto 2012

Caetano Veloso - Estranha Forma de Vida

In treatment | Laura




" Un analista, seduto tutto il giorno nella sua poltrona, è più consapevole dei minimi sprazzi di eccitamento nella sede della sua sessualità, di quanto non lo sia del grave disagio che nella stessa sede è prodotto dalla poltrona: dallo schienale che è mal costruito, dal rivestimento che trattiene il calore, dall'imbottitura rigida, dalla colla alla formaldeide. Il suo senso animale è stato educato a percepire soltanto una serie di propriocezioni, escludendo la realtà psichica della poltrona. Un gatto la conoscerebbe meglio".

James Hillman 

l'assenza di Afrodite




I romanzieri William Styron e George Orwell, e la filosofa Hanna Arendt, scrivendo sul male totalitario, e in particolare sui sistematici crimini nazisti, sono arrivati tutti alla conclusione che il male non è quello che ci aspetteremmo: crudeltà, perversione morale, abuso di potere, terrore; questi sono i suoi strumenti o i suoi effetti. Ma nel sistema totalitario il male più profondo è proprio quello che lo fa funzionare: la sua efficienza programmata, unilaterale, monotona; il formalismo burocratico, l'ottuso servizio quotidiano, lo standard, la noia, la parte a perfezione, le generalizzazioni, l'uniforme. Niente pensiero e nessuna reattività: Eichmann. La forma senz'anima diventa formalismo, conformismo, formalità, formule, moduli burocratici- forme senza luminosità, senza la presenza del corpo; lettere senza parole, società anonime. E intanto la bellezza è rinchiusa nei ghetti delle cose belle: musei, ministero della cultura, musica classica, la stanza oscura della canonica; Afrodite imprigionata.
Il " generale" e l' " uniforme" si verificano prima nel pensiero che nella strada; si verificano nel pensiero quando perdiamo contatto con i nostri riflessi estetici, quando il cuore non è più toccato. Il riflesso estetico non è davvero soltanto estetismo disinteressato: è la nostra stessa sopravvivenza. Quando siamo ottusi, annoiati, an-estetizzati, sono proprio queste emozioni di desolazione le reazioni del cuore alla vita anestetica della nostra civiltà, agli eventi che non ci lasciano senza fiato, che sono mera banalità. Il brutto è ora tutto ciò di cui non ci accorgiamo più, quello che semplicemente annoia, poichè è questo che uccide il cuore. La nostra salvezza è in Afrodite, e il nostro primo modo di scoprirla è nella malattia della sua assenza.

James Hillman   

giovedì 16 agosto 2012

YALLAH IRHAL, YA BASHAR! - Dai vattene, oh Bashar! [IBRAHIM QASHOUSH]

la parola apocalittico..




" La parola apocallittico ha origini interessanti. Deriva dal termine greco apokaluptein che vuol dire scoprire, rivelare. Apo è un prefisso greco che significa da; kaluptein vuol dire coprire. Un termine affine a kalube, il cui significato è capanna, e a kalumne, che indica il velo di donna. Per conseguenza, apocalittico significa: " ciò che viene rivelato quando si alza il velo della donna".

Leonard Cohen

martedì 14 agosto 2012

diavolerie 13




" Un giorno il diavolo e un suo amico uscirono per fare una passeggiata sulla Terra quando notarono un uomo chinarsi di scatto per raccogliere qualcosa dal terreno. L'amico del diavolo disse: " Dovevi stare più attento, perchè quell'uomo laggiù ha raccolto una particella di Verità".
Il diavolo sorrise senza mostrarsi per nulla turbato. " Non cambia niente", replicò, " l'organizzeranno e la sistematizzeranno, non c'è da preoccuparsi".


Krishnamurti




tentativi ripetuti di solitudine






FANNY E ALEXANDER FILM di BERGMAN 1961 CLASSICAL MUSIC

lunedì 13 agosto 2012

l'Arabia Saudita progetta..




" L'Arabia Saudita progetta la costruzione di una città per sole donne, in modo da rendere compatibili le aspirazioni femminili ad una carriera lavorativa con la divisione dei sessi  sulla base di una stretta osservanza della sharia, la legge islamica. La costruzione di Hafuf, la futura città delle donne nell'est del paese, dovrebbe iniziare l'anno prossimo. L'obiettivo è creare 5mila posti di lavoro con industrie tessili, farmaceutiche e alimentari dirette da donne, con personale femminile e linee di produzione dedicate alle donne".


Daily Mail   

Matisse e la chiesa di Vence




" Quando Matisse si mise all'opera per la chiesa di Vence si trovò a fronteggiare un dramma che non era il suo. Sofferenza, espiazione, resurrezione cristiana erano estranee non dico alla sua visione della storia umana, ma certo alla cosmologia della luce che muove il suo talento. Pure, a quanto è dato arguire, anche il dramma cristiano si risolve in senso matissiano: e cioè in una teofania della luce, in un rito della solarità. Infatti l'artista sottopone il concetto di miseria e di peccato a una trasformazione in chiave di disarmonia e quello della Resurrezione in chiave di trionfale chiarità e armonia. Non occorre pensare a una gnosi particolare alla quale Matisse sia stato iniziato; basta riflettere che anche il dramma cristiano si esprime nell'unico linguaggio che per il pittore conta, quello della luce come essenza del mondo: anche il verbo di Cristo ne è una manifestazione".


Mario Luzi 

domenica 12 agosto 2012

David Gilmour Wish you were here live unplugged

al "festino" di s. Rosalia




" Il mese scorso, durante quello che a Palermo viene chiamato " festino", alla Cala, proprio di fronte al mare, c'era una famiglia numerosissima in contemplazione dei fuochi d'artificio. Seduta nell'afa, sonnambolica, la pelle intorno agli occhi smaltata di sudore, al vertice di questa piramide familiare una ragazzina impugnava uno stecco in cima al quale si arrotondava un dolce  color rubino simile a un organo interno. Mentre nel cielo nero i fuochi esplodevano a raggiera lei- assorta, inconsapevole, il suo appetito serale come lo scudo che difende dalla caducità genitori zii fratelli sorelle- brucava la piccola zolla meraviglia. Ha dato ancora un morso di labbra, piano, a quel cuore tetro. L'ho guardata a lungo: aveva qualcosa di immortale".

Giorgio Vasta


   

Mahler: Symphony No. 5: Part I: Mov. 1 - Part 1 of 2




Leonard Bernstein fu sepolto con le braccia che stringono la partitura della quinta sinfonia di Mahler.

epigrafe tombale 1




Qui riposa in pace
e guarda alla terra ormai
lontana.
Non lasciò il suo nome
a nessun piccolo, disarmante figlio di
puttana.
E a nessuna fermata di metropolitana.


                                                                             vincent

sabato 11 agosto 2012

Lennie Tristano - Requiem




New York, 11 giugno 1955

guarda questi begli anemoni..




Guarda questi begli anemoni colti
l'altra sera ai colli di Settignano,
alcuni viola, altri più chiari; erano
mezzi moribondi, così sepolti

quasi, fra le tue mani, quasi emigrati
di là, fra le cose che si ricordano,
e invece, vedili, come piano piano
si son ripresi, nell'acqua, esaltati

da una mite speranza di rivivere
si ricolorano su dal corrotto
gambo che la tua forbice recise;

fan come noi, si parlano nel folto
della lor famigliola, e paion dire
molto del breve tempo, molto, molto.


Carlo Betocchi 



Corneau [1/2] - Per cosa è fatta la musica

venerdì 10 agosto 2012

Achab, Perseo e la notte di s. Lorenzo




" Il capitano Achab era sul cassero, non pareva aver indosso segni di una comune malattia fisica, nè di convalescenza alcuna. Aveva l'aspetto di un uomo staccato dal rogo quando il fuoco ha devastato, trascorrendole, tutte le membra, ma senza consumarle o rubar loro una sola particola della compatta e vecchia robustezza. Tutta la sua figura alta e grande sembrava fatta di solido bronzo e forgiata in uno stampo inalterabile, come il Perseo fuso del Cellini".


Herman Melville, Moby Dick




Sorprende il parallelo tra Achab e Perseo. Sorprende ma, a pensarci, è del tutto pertinente.
E convince se proviamo a disegnare un'immagine in cui Achab e Perseo sono  zenith e nadir, cotrapposti e necessari l'uno all'altro.
Dunque Perseo che nasce da Danae ingravidata dalla pioggia dorata del seme di Zeus, e da lei intensamente amato. Ma un pretendente al cuore di lei lo vuole allontanare, e lo sfida chiedendogli come dono-trofeo la testa di Medusa. Perseo, tutt'altro che uno sprovveduto, sa che alla guerra si va armati e si procura dei sandali alati, una sacca magica- per riporvi la testa recisa- l'elmo di Ade che rende invisibili e riceve due preziosissimi doni: da Hermes un falcetto di diamante affilatissimo e da Athena uno scudo molto singolare, uno scudo a tal punto lucido da riflettere perfettamente ogni immagine. Il potere conferitogli da questi oggetti sacri fa di lui l'eroe vittorioso: invisibile grazie all'elmo di Ade, lo sguardo concentrato sull'immagine riflessa dallo scudo, Perseo recide il capo di Medusa, tacita il sibilo dei serpenti che sormontano la sua testa, raccoglie il sangue che cola dal corpo decapitato; quello colato dalla vena sinistra si rivelerà come un veleno mortale, quello dalla vena destra un rimedio capace di restituire la vita ai morti. E un solo ricciolo di quei capelli, narra il mito, mostrato ad un esercito nemico, avrà il potere di annientarlo.
Compiuta la sua missione, Perseo sposerà la donna amata, Andromeda, avrà molti figli, fonderà la città di Micene e alla sua morte riceverà da Athena l'ultimo riconoscimento del suo valore, sarà trasformato nella costellazione che porta il suo nome. La stessa dalla quale si libera lo sciame meteorico delle Perseadi, conosciuto anche con il nome di " Lacrime di S. Lorenzo".
La pioggia benefica di  meteoriti che sfolgora in modo particolare nel cielo dal 10 al 12 agosto spingendoci, naso all'insù, ad interrogare il cuore segreto del nostro de-sider-io. 

E dal cielo, luogo dove si compie la vicenda eroica di Perseo, eccoci richiamati in terra dalla livida figura di Achab, dal sordo rintocco sul legno del Pequod della sua " barbarica gamba bianca sulla quale in parte poggiava". Uomo dalla precaria statura eretta che vota l'intera sua vita a una vendetta, alla caccia di un essere descritto come una massa indistinguibile tranne che per la sua " mascella storta". Storto l'incedere del comandante, storta la mascella della sua vittima.. Uomo che dall'equipaggio esige complicità, una inquietante " fratellanza" nell'odio, odio per scassinare quell'irriducibile altrove della natura che la balena bianca incarna ai suoi occhi. Vizio sommamente assurdo, il suo, perchè nessun rimedio alla cieca potenza della natura è dato all'uomo che non passi per l'esercizio del pensiero, lo scudo perfettamente riflettente che Athena dona a Perseo.
Perseo, forte del suo scudo, reciso il capo di Medusa, può nominare l'innominabile e fondare una città. Achab, barbaro dell'istinto, finisce crocifisso nell'indistinto di Medusa-MobyDick, archetipico Kronos che divora i figli che eludono la fatica di pensare la vita per trasformarla in storia.


vincent

            

Karajan - Mahler symphony no.5 (IV) - Adagietto. Sehr Langsam (1 of 2)

l'addio a Mahler


" la sepoltura di Mahler", A. Schonberg, olio su tela



Vienna, cimitero di Grinzing, 18 maggio1911, il corpo di Mahler venne portato dalla cappella alla tomba sotto una pioggia scrosciante, e non appena il corteo funebre giunse nel luogo della sepoltura, il feretro fu calato senza ulteriori cerimonie. Le centinaia di persone ancora presenti non osavano il minimo mormorìo.
Allora dal cielo la pioggia cessò, un arcobaleno fece dono dei suoi sette colori, mentre il canto di un usignolo penetrava il silenzio.
Fu allora che caddero le zolle di terra.
E tutto ebbe compimento.  

giovedì 9 agosto 2012

Max Raabe & Palast Orchester - Dream, a little dream

Hermann Hesse, cinquant'anni dalla morte




" La felicità?" disse il bell'uccello e rise
con il suo becco dorato,
" la felicità, amico, è ovunque,
sui monti e nelle valli,
nei fiori e nei cristalli".

Hermann Hesse, Favola d'Amore


 

ma nel gran capodoglio..


volto di medusa



" Ma nel gran capodoglio quell'alta e possente dignità divina che inerisce alla fronte è così immensamente ampliata che, se lo guardate bene sentite la divinità e le tremende potenze più fortemente che alla vista di qualunque altra cosa vista nella natura. Non vedete nessun singolo punto, nessun tratto distinto, nè naso, nè occhi, nè orecchi, nè bocca, nessuna faccia perchè il capodoglio non ne ha, tranne quell'unico firmamento della fronte pieghettato di enigmi, silenziosamente gravato del destino di navi, lance e uomini".


Herman Melville, Moby Dick




"Una bella fronte umana che pensa è come l'Oriente tormentato del mattino".


Herman Melville, Moby Dick

mercoledì 8 agosto 2012

Léo Ferré interprète Arthur Rimbaud - Nuit de l'enfer diavolerie 12

il tempo del trauma non è..




" Il tempo del trauma non è affatto il tempo evanescente del sogno; il tempo del trauma non è il tempo che dura una sola notte, ma è il tempo che si ripete uguale a se stesso. È un tempo senza possibilità di oblìo e senza possibilità di lutto. Nella ripetizione ritorna un frammento reale, qualcosa che non è stato simbolicamente elaborato, una traccia impossibile da cancellare. I soldati traumatizzati, diversamente dalle isteriche, non soffrono a causa della rimozione ma a causa di una fissazione psichica inconscia al male del trauma. Il loro problema non è la dimenticanza ma l'impossibilità di dimenticare".


M. Recalcati 

Michel-Claudio Lolli

sia benedetto l'istante!




Sia benedetto l'istante!
solo al suo lampo
è dato
sollevare il velo
di quel niente,
che ci nasconde il cielo. 


vincent
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