venerdì 10 agosto 2012

Achab, Perseo e la notte di s. Lorenzo




" Il capitano Achab era sul cassero, non pareva aver indosso segni di una comune malattia fisica, nè di convalescenza alcuna. Aveva l'aspetto di un uomo staccato dal rogo quando il fuoco ha devastato, trascorrendole, tutte le membra, ma senza consumarle o rubar loro una sola particola della compatta e vecchia robustezza. Tutta la sua figura alta e grande sembrava fatta di solido bronzo e forgiata in uno stampo inalterabile, come il Perseo fuso del Cellini".


Herman Melville, Moby Dick




Sorprende il parallelo tra Achab e Perseo. Sorprende ma, a pensarci, è del tutto pertinente.
E convince se proviamo a disegnare un'immagine in cui Achab e Perseo sono  zenith e nadir, cotrapposti e necessari l'uno all'altro.
Dunque Perseo che nasce da Danae ingravidata dalla pioggia dorata del seme di Zeus, e da lei intensamente amato. Ma un pretendente al cuore di lei lo vuole allontanare, e lo sfida chiedendogli come dono-trofeo la testa di Medusa. Perseo, tutt'altro che uno sprovveduto, sa che alla guerra si va armati e si procura dei sandali alati, una sacca magica- per riporvi la testa recisa- l'elmo di Ade che rende invisibili e riceve due preziosissimi doni: da Hermes un falcetto di diamante affilatissimo e da Athena uno scudo molto singolare, uno scudo a tal punto lucido da riflettere perfettamente ogni immagine. Il potere conferitogli da questi oggetti sacri fa di lui l'eroe vittorioso: invisibile grazie all'elmo di Ade, lo sguardo concentrato sull'immagine riflessa dallo scudo, Perseo recide il capo di Medusa, tacita il sibilo dei serpenti che sormontano la sua testa, raccoglie il sangue che cola dal corpo decapitato; quello colato dalla vena sinistra si rivelerà come un veleno mortale, quello dalla vena destra un rimedio capace di restituire la vita ai morti. E un solo ricciolo di quei capelli, narra il mito, mostrato ad un esercito nemico, avrà il potere di annientarlo.
Compiuta la sua missione, Perseo sposerà la donna amata, Andromeda, avrà molti figli, fonderà la città di Micene e alla sua morte riceverà da Athena l'ultimo riconoscimento del suo valore, sarà trasformato nella costellazione che porta il suo nome. La stessa dalla quale si libera lo sciame meteorico delle Perseadi, conosciuto anche con il nome di " Lacrime di S. Lorenzo".
La pioggia benefica di  meteoriti che sfolgora in modo particolare nel cielo dal 10 al 12 agosto spingendoci, naso all'insù, ad interrogare il cuore segreto del nostro de-sider-io. 

E dal cielo, luogo dove si compie la vicenda eroica di Perseo, eccoci richiamati in terra dalla livida figura di Achab, dal sordo rintocco sul legno del Pequod della sua " barbarica gamba bianca sulla quale in parte poggiava". Uomo dalla precaria statura eretta che vota l'intera sua vita a una vendetta, alla caccia di un essere descritto come una massa indistinguibile tranne che per la sua " mascella storta". Storto l'incedere del comandante, storta la mascella della sua vittima.. Uomo che dall'equipaggio esige complicità, una inquietante " fratellanza" nell'odio, odio per scassinare quell'irriducibile altrove della natura che la balena bianca incarna ai suoi occhi. Vizio sommamente assurdo, il suo, perchè nessun rimedio alla cieca potenza della natura è dato all'uomo che non passi per l'esercizio del pensiero, lo scudo perfettamente riflettente che Athena dona a Perseo.
Perseo, forte del suo scudo, reciso il capo di Medusa, può nominare l'innominabile e fondare una città. Achab, barbaro dell'istinto, finisce crocifisso nell'indistinto di Medusa-MobyDick, archetipico Kronos che divora i figli che eludono la fatica di pensare la vita per trasformarla in storia.


vincent

            

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