lunedì 30 aprile 2012

Léo Ferré. Je vous vois encore

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 La gran pretesa della felicità, ecco l'enorme impostura! Quella che complica tutta la vita! Che rende la gente così velenosa, canaglia, insopportabile. Niente felicità nell'esistenza, solo infelicità più o meno grosse, più o meno tardive, evidenti, segrete, differite, striscianti..." È con le persone felici che si fanno i migliori dannati". Il principio del diavolo non fa una grinza. Aveva ragione come sempre, lui, di inchiodare l'Uomo alla materia. Non è che ci sia voluto molto. In un paio di secoli, pazzo d'orgoglio, dilatato dalla meccanica, è diventato impossibile. E così lo vediamo oggi, stravolto, saturo, ubriaco d'alcol, di petrolio, diffidente, pretenzioso, universo col potere in secondi! Sbalordito, smisurato, irrimediabile, montone e toro mischiati insieme, anche un pò iena magari. Graziosissimo. Il minimo impraticabile buco del culo si vede Giove allo specchio. Ecco il gran miracolo moderno. Una fatuità gigantesca, cosmica. L'invidia rende il pianeta rabbioso, tetanico, sopraffuso. Succede senza scampo il contrario di ciò che si voleva. Ogni creatore appena apre bocca si trova schiacciato dagli odi, macinato, vaporizzato. Il mondo intero si ritrova critico, vale a dire orribilmente mediocre. Critica collettiva, torva, leccaculesca, ottusa, schiava al cento per cento.
Abbassare l'Uomo alla materia è la legge segreta, nuova, implacabile...

L. F. Céline," Mea Culpa", 1937

     

Miles Davis - It Never Entered my Mind

l'inaugurazione del Baron





" Basta, vogliamo della musica europea", chiese qualcuno dal fondo della sala, aiutato da una coppa di champagne di troppo. La banda dell'esercito turco lasciò morire una malinconica canzonetta ottomana e attaccò Deutsch-land Deutsch-land Uber Alles. Nel salone risuonò uno schioccar di tacchi: gli ufficiali tedeschi scattarono sull'attenti. Rimasero così, impettiti, solenni, e un pò incongrui, nella folla di arabi, armeni, turchi e altri stranieri. L'inno si avvitò fra i lampadari a candeliere e i finti ori del salone a rendere omaggio alla grande, temibile Germania, decisa ad oscurare il potere francese ed inglese in Medioriente.
Quando l'ultima nota si spense e le trombe attaccarono Eine feste burg, gli ufficiali del Kaiser uscirono dalla rigidità legnosa imposta dall'amor di patria e dalla presenza di tutti quegli stranieri venuti per la festa dei Mazloumian.
Era il novembre del 1911. Si festeggiava la nascita del più grande, più moderno e più chiacchierato hotel della metropoli nel nord della Siria: un avvenimento mondano di prima grandezza nell'Aleppo dell'epoca. A fornire la spina dorsale musicale, indispensabile al ballo di inaugurazione, il comando turco aveva inviato la banda creata su modello prussiano: tamburi, pifferi, ottoni e alamari quanti ne può sognare la vanità marziale.

Flavia Amabile- Marco Tosatti, I baroni di Aleppo     

domenica 29 aprile 2012




" Essendo la libertà sinonimo di desiderio, come posso io entrare fino in fondo in " unione" con i miei desideri e con quelli di ogni altro se non esiliandomi da quel me che ho appassionatamente esplorato, per trasmutare le mie pulsioni e i miei stessi desideri, attraverso l'ascolto della libertà di ogni altro, dell'Ogni Altro? Questo patto, che tiene sotto il suo imperio l'uomo e la donna in cerca di etica, non si riduce alle sole leggi morali; le trasforma in amore assoluto".

Julia Kristeva    

venerdì 27 aprile 2012

ah, viaggiare!





" Il posto è tra i più belli di Islay, un Nord indimenticabile. Grandi scogliere a picco sul mare, il vento, il volo dei cormorani attorno al vecchio faro che si leva dall'isoletta di Orsay, le greggi delle pecore Shetland sui prati che la pioggia di ieri ha reso vivi, fragranti. Su uno sperone il piccolo cimitero marino di Port-nahaven, in lontananza le coste irlandesi. Le caverne dei distillatori clandestini s'aprono sulla spiaggia. Qui giungevano in piena notte le imbarcazioni con l'orzo, la torba e l'acqua di fiume, per poi ripartire- qualche notte più tardi- con l'alcol appena distillato da traghettare sulla terraferma."

Sandro Viola, viaggio alle Ebridi 




Caro direttore, mi ha dato una speciale emozione ( come definirla? storico-acustica: collegata ad eventi e alla memoria dei suoni ), su " La Repubblica" del 3 febbraio scorso, la splendida corrispondenza di Vittorio Zucconi dedicata alla cessazione, dal primo febbraio, definitiva, di tutte le segnalazioni in Morse tra le due sponde atlantiche. Ecco là due date significative del secolo: il 12 dicembre 1901 Marconi riceve a Terranova la prima segnalazione in TSF proveniente dalla Cornovaglia, e la prima lettera che varca a quel modo spazio e tempo è una esse, tre punti; il primo febbraio 1997 dalla costa francese della Bretagna parte l'ultimo messaggio transoceanico in linee e punti, e qui vorrei pregare Zucconi o altri d'informarmi del contenuto di questo irripetibile addio di un suono, di una comunicazione umana. 
Lo S.O.S. in Morse ( tre punti-tre linee-tre punti ) è un messaggio ispirato e folgorante, reso banale dall'uso, logorato dall'abuso, ma formidabile concentrazione in una sigla di ogni possibile grido umano. E Save Our Souls è Bibbia di re Giacomo: quasi certamente proviene dai Salmi, ma non so ritrovare, così a tastoni, il versetto d'origine. Dunque è molto antico, viene e va lontano: l' Authorized Version traduce alla lettera anime, ma in biblico il significato è vite. Il grido è rivolto a Dio , che abbiamo materializzato nel marconista ricevente, in posti d'ascolto. Al grido segue l'attesa del soccorso dal mare o dall'aria, la mano che lo batte è contratta sul tasto, finalmente qualcuno risponde, il grido è ripetuto, si allarga all'universo... Il Titanic trasmise il segnale per due ore e mezzo: fu raccolto perchè alcune di quelle anime supplicanti dovevano salvarsi.

da una lettera di Guido Ceronetti al quotidiano " La Repubblica ", febbraio 1997        



"Il ritmo semplicissimo ipnotizza l'individuo e lo incorpora vigorosamente nell'unità del corpo tattico."

Josè Ortega y Gasset 

giovedì 26 aprile 2012

crescita?





" Non siamo più nella crescita, siamo nell'escrescenza. Siamo in una società della proliferazione, ossia di ciò che continua a crescere senza poter essere commisurato ai propri fini. (.....) Il paragone più appropriato è con il processo delle metastasi cancerose. (.....) È la nausea di un mondo che cresce, che accumula, che prolifera, che si ipertrofizza, e che non riesce a partorire.


Jean Baudrillard



Un padre della testimonianza non può trasmettere cosa sia una via giusta o quale sia il criterio universale della felicità, perchè nessuno possiede questo sapere. Ciò che un padre della testimonianza può trasmettere è casomai proprio l'impossibilità stessa di questo sapere. Perché è solo sullo sfondo di questa impossibilità che si apre la possibilità di incarnare il proprio desiderio come vitale e capace di fruttificare.


M. Recalcati, Cosa resta del padre?

mercoledì 25 aprile 2012





" La violenza è un principio straordinariamente semplificatore; nessuna meraviglia che trovi la comprensione delle masse. E fossero solo primitive queste masse moderne, fossero solo masse di barbari gagliardi e giocondi, sarebbe ancora possibile mettersi d'accordo con loro; ma oltre a ciò esse hanno due qualità che le rendono semplicemente terribili: sono " sentimentali" e sono " filosofiche" in un modo catastrofico."

Thomas Mann 





"L'arte non può essere moderna. L'arte è eterna."


Egon Schiele

martedì 24 aprile 2012




" Se li ascoltassimo con attenzione, ci accorgeremmo forse che tutto quel loro discorrere ha un unico, ossessivo argomento: il Tempo, e come esso trasformi le cose. Quelli che ci apparivano frantumi e stanche ripetizioni sono il linguaggio coatto di chi è sotto il dominio di uno stupore, e ancor più di un trauma. La sua voce ripete che è così, che è andata così, che così vanno le cose, e nient'altro. Può infastidirci, ma è un linguaggio forte, e ha rapporto con verità che altri linguaggi escludono."

Giovanni Mariotti 

lunedì 23 aprile 2012

Berggasse n.19




Nel nono distretto di Vienna, al numero 19 della Berggasse, si trova la casa dove, dal 20 settembre 1891 al 5 giugno 1938, abitò Sigmund Freud. Qui scrisse la maggior parte dei suoi libri, analizzò i suoi pazienti e allevò i suoi figli. E qui nacque e si sviluppò, nelle riunioni che si tenevano ogni mercoledi, il movimento psicoanalitico. (.....) A cento metri dalla Berggasse morì Beethoven; Freud non ebbe invece la ventura di morire qui: i nazisti, che avevano bruciato nelle piazze i suoi pericolosi libri, che avevano confiscato la casa editrice, che avevano escluso i suoi figli dal libero esercizio delle loro professioni ( e che poi gli stermineranno quattro sorelle nei campi di concentramento ), lo costrinsero a lasciare ottantaduenne, stanco, malato, non solo la sua casa invasa più volte, ma anche il suo amatissimo paese, pur di vivere e poi morire in quella libertà sociale così indissolubilmente legata alla libertà interiore che, certamente da tempo, aveva conquistato.

Rodolfo Reichmann  

domenica 22 aprile 2012





" La più sicura difesa contro il male è un individualismo estremo, l'originalità di pensiero, la bizzarria, perfino, se volete, l'eccentricità. Qualcosa, cioè, che non può essere simulato, falsificato, imitato; qualcosa che metterebbe in imbarazzo anche un provetto impostore. Qualcosa, in altre parole, che non può essere diviso con altri, come la vostra pelle: nemmeno con una minoranza. Il male ha un debole per la solida normalità. Va matto per le grosse cifre, per la fiducia granitica, per la purezza ideologica, per gli eserciti ben addestrati e per i bilanci ben assestati."


Josif Brodskij

Leonard Cohen & Jennifer Warnes - Joan Of Arc





.. E come non sospettare, allora, che per incrinare l'idea di famiglia il modo più efficace, anzi l'unico, sia quello di farsene una?


Noris Cordelli 

sabato 21 aprile 2012




Il sesso senza la religione è come un uovo senza il sale.

Louis Buñuel



" Sto lavorando duro per preparare il mio prossimo errore."


B. Brecht

venerdì 20 aprile 2012




"Quando il fascismo stava per finire, nel novembre 1944, un giornalista americano che conosceva bene l'Italia, Herbert Matthews, scrisse un'articolo molto scomodo, sul mensile Mercurio diretto da Alba De Céspedes. S'intitolava " Non lo avete ucciso", e ci ritraeva, noi italiani e i nostri nuovi politici, incapaci di uccidere la bestia da cui in massa eravamo stati sedotti. Una vera epurazione era impossibile, soprattutto delle menti, dei costumi. (......) Il giornalista conclude che la lotta al fascismo doveva durare tutta la vita: " È un mostro col capo d'idra, dai molti aspetti, ma con un unico corpo. Non crediate di averlo ucciso."


B. Spinelli, La Repubblica   

giovedì 19 aprile 2012




"Quale sia il ruolo di Beppe Grillo nel MoVimento da lui battezzato ( quella V maiuscola in mezzo al nome è la reliquia venerata dell'evento fondatore, il V-day, giorno del gran Vaffa, 8 settembre del 2007, Bologna, decine di migliaia di fans ), sta nell'articolo 3 del non-statuto che cita Grillo come "unico titolare dei diritti d'uso" di nome e simbolo del movimento 5 Stelle, in sostanza il proprietario del marchio senza il quale non si può agire a nome del movimento. Imprimatur amministrato con decisione, come sanno liste e gruppi e singoli a cui è stato negato con diffida scritta degli avvocati del non-leader. Movimento "dal basso" gestito dall'alto, movimento in cui " uno vale uno" ma dove Uno possiede personalmente la legittimazione di tutti

M. Smargiassi, La Repubblica 




Con questa foto vi segnalo il blog " Il Merletto Veneziano" di Ombretta Panese.
Qualcuno ha detto che sarà la bellezza a salvare il mondo, eccolo servito!




Con la morale correggiamo gli errori dei nostri
istinti,
e con l'amore
gli errori della nostra
morale.

Josè Ortega y Gasset

augurio






Sia grazia essere qui,
grazia anche l'implorare a mani giunte,
stare a labbra serrate, ad occhi bassi
come chi aspetta la sentenza.
Sia grazia essere qui,
nel giusto della vita,
nell'opera del mondo. Sia così.


Mario Luzi, Augurio

sulla fedeltà




Create in voi stessi una capacità infallibile
di percepire la fedeltà.
Quella che di solito viene definita tale,
dura troppo poco.
Che la vostra fedeltà sia questa:
vivrete dei momenti,
momenti fuggevoli con l'altra persona.
La sua essenza umana vi apparirà
come se fosse colma, illuminata
dall'archetipo del suo Spirito.
E poi ci potranno essere,
senza dubbio ci saranno altri momenti.
Lunghi periodi nei quali gli esseri umani saranno oscurati.
Ma in tali periodi
imparerete a dire a voi stessi:
" Lo Spirito mi rende forte."
" Io ricordo l'archetipo. Una volta l'ho visto."
" Nessuna illusione, nessun inganno potranno sottrarmelo."
Lottate sempre per l'immagine che avete visto,
questa lotta è la fedeltà.
Saremo vicini l'uno all'altro,
come se fossimo dotati
della potenza protettrice degli Angeli.

R. Steiner, meditazione sulla fedeltà
 


mercoledì 18 aprile 2012





" La successione non è il tempo, ma il suo cadere nell'incantesimo dello spazio."


M. Scaligero





" A ogni essere molte altre vite mi sembrano dovute."


Arthur Rimbaud

martedì 17 aprile 2012






Anima mia, fa' in fretta.
Ti presto la bicicletta,
ma corri. E con la gente
( ti prego, sii prudente )
non ti fermare a parlare
smettendo di pedalare.

Arriverai a Livorno
vedrai, prima di giorno.
Non ci sarà nessuno
ancora, ma uno
per uno guarda chi esce
da ogni portone, e aspetta
( mentre odora di pesce
e di notte il selciato )
la figurina netta,
nel buio, volta al mercato.

Io so che non potrà tardare
oltre quel primo albeggiare.
Pedala, vola. E bada
( un nulla potrebbe bastare )
di non lasciarti sviare
da un'altra sulla stessa strada.

Livorno, come aggiorna,
col vento una torma
popola di ragazze
aperte come le sue piazze.
Ragazze grandi e vive
ma, attenta! , così sensitive
di reni ( ragazze che hanno,
si dice, una dolcezza
tale nel petto, e tale
energia nella stretta )
che, se dovessi arrivare
col bianco vento che fanno,
so bene che andrebbe a finire
che ti lasceresti rapire.

Mia anima, non aspettare,
no, il loro apparire.
Faresti così fallire
con dolore il mio piano,
e io un'altra volta Annina,
di tutte la più mattutina,
vedrei anche a te sfuggita,
ahimè, come già alla vita.

Ricòrdati perchè ti mando;
altro non ti raccomando.
Ricordati che ti dovrà apparire
prima di giorno, e spia
( giacchè, non so più come,
ho scordato il portone )
da un capo all'altro la via,
da Cors'Amedeo al Cisternone.

Porterà uno scialletto
nero, e una gonna verde.
Terrà stretto sul petto
il borsellino, e d'erbe
già sapendo e di mare
rinfrescato il mattino,
non ti potrai sbagliare
vedendola attraversare.

Seguila prudentemente,
allora, e con la mente
all'erta. E, circospetta,
butta la sigaretta,
accòstati a lei soltanto,
anima, quando il mio pianto
sentirai che di piombo
è diventato in fondo
al mio cuore lontano.

Anche se io, così vecchio,
non potrò darti mano,
tu mòrmorale all'orecchio
( più lieve del mio sospiro,
messole un braccio in giro
alla vita ) in un soffio
ciò ch'io e il mio rimorso,
pur parlassimo piano,
non le potremmo mai dire
senza vederla arrossire.

Dille chi ti ha mandato:
suo figlio, il suo fidanzato.
D'altro non ti richiedo.
Poi, va pure in congedo. 


Giorgio Caproni, Ultima Preghiera





 Mi lamento spesso con Claudia. ( la moglie )
Prima ero un romano che sapeva; ora sono un romano che dubita.
E mia moglie ride e batte le mani come se facessi per lei un numero da giocoliere.
" Dubitare e credere sono la stessa cosa, Pilato.
Solo l'indifferenza è atea."

da: " Il vangelo secondo Pilato" di Eric-Emmanuel Schmitt     

lunedì 16 aprile 2012

Nina Simone Feelings






 Una spilla sul petto che riproduce la Rinascente Card, la carta di fidelizzazione dei clienti, lanciata da febbraio. Se la devono appuntare tutte le commesse, un'ottantina. Sotto c'è scritto: " Averla è facile. Chiedimi come."

Ilaria Ciuti, La Repubblica 







" La zizzania e il grano continuano a crescere insieme. Siamo figli di quei peccati e di quelle omissioni, ne portiamo il peso, ne paghiamo il prezzo. Oggi, nell'Italia impoverita, pessimista, delusa dalla politica, stritolata dalle organizzazioni mafiose, la tenacia e la battaglia democratica degli inquirenti, delle parti civili, di tanta società civile forniscono l'insegnamento più prezioso: vale comunque la pena lavorare, si riesce a consolidare un corpo vivente di carte, prove, voci, immagini che ci raccontano cosa è accaduto intorno a noi. Le assoluzioni non bastano a cancellarlo. Cantava De Andrè: " Per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti".


Benedetta Tobagi, a proposito delle assoluzioni per la strage di piazza della Loggia, Brescia 28 maggio 1974, ore 10,12

domenica 15 aprile 2012







Supplica a mia madre


È  difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.

Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d'ogni altro amore.

Per questo devo dirti ciò ch'è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.

Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.

E non voglio esser solo. Ho un'infinita fame
d'amore, dell'amore di corpi senza anima.

Perchè l'anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:

ho passato l'infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile, di un impegno immenso.

Era l'unico modo per sentire la vita,
l'unica tinta, l'unica forma: ora è finita.

Sopravviviamo: ed è la confusione
di una vita rinata fuori dalla ragione.

Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile...

venerdì 13 aprile 2012

preghiera






Grazie Signore, che anche oggi ci dai da mangiare, e grazie perchè ci dai da bere. Ma non ti dimenticare di chi non ha niente. E non ti dimenticare di chi non ama niente e nessuno e vuole solo nascondersi. Trovalo nella sua buca e rimettilo a tavola con noi, Amen.

Marco Lodoli, Sorella 

lunedì 9 aprile 2012






Se ora tu bussassi alla mia porta
e ti togliessi gli occhiali
e io togliessi i miei che sono uguali
e poi tu entrassi dentro la mia bocca
senza temere baci disuguali
e mi dicessi: " Amore mio,
ma che è successo?", sarebbe un pezzo
di teatro di successo.

Patrizia Cavalli


domenica 8 aprile 2012






" Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto."


Giovanni, 12, 24

la neve dei narcisi..





La neve dei narcisi era rimasta vergine di qualsiasi impronta umana; i rapitori di Dio avevano camminato nel cielo. Il giardiniere curvo verso terra stava sarchiando un'aiuola: alzò la testa sotto quel cappellaccio di paglia che lo aureolava di sole e d'estate; io caddi in ginocchio, invasa da quel dolce tremito delle donne innamorate che si sentono traboccare per tutto il corpo la sostanza del proprio cuore. Aveva sulla spalla il rastrello che gli serve per cancellare le nostre colpe: stringeva nella mano il gomitolo di filo e le cesoie affidati dalle Parche al loro fratello eterno. Si apprestava a scendere all'inferno per la strada delle radici. Conosceva il segreto del rimorso delle ortiche, dell'agonia del verme: il pallore della morte non lo aveva abbandonato, e così pareva essersi travestito da giglio.

Marguerite Yourcenar
Maria Maddalena o Della Salvezza


Anche se a propulsione spirituale, per troppo tempo l'immagine del Risorto l'abbiamo descritta come quella di un dio-uomo-missile che, concluso il viaggio terrestre, si allontana più veloce della luce per riprendere il suo posto alla destra del Padre.
Ecco che invece Maria di Magdala incontra un giardiniere, nulla di più inutile se immaginato nell'altrove del cielo o nel vecchio buon Eden dove mai ci fu bisogno di rastrelli.
Dunque un giardiniere, uno che trascorre il suo tempo a proteggere radici, potare rami, contenere muretti che spanciano, controllare lune, e poi seminare, trapiantare, innaffiare.. immaginare.
Tutte assunzioni di responsabilità e nessuna pretesa di proprietà.
Felice Pasqua di Resurrezione!


vincent



sabato 7 aprile 2012

un luogo all'uomo..






Questa Croce,dunque, è Lei che ha congiunto tutte le cose per mezzo del Logos e ha posto un limite agli esseri generati e inferiori; quindi, si è espansa in ogni cosa. Ma questa non è la croce di legno che tu vedrai, quando discenderai di qui. Nè quello sulla croce sono io, che ora tu non vedi, ma ne odi solo la voce. Fui creduto quello che non sono, non essendo quello che ero per molti altri. Quello che poi diranno di me è misero e indegno di me.( ....) Tu odi che io ho sofferto, e che non ho sofferto; che non ho sofferto, e che ho sofferto; che fui trafitto e che non fui trafitto; che fui appeso e non fui appeso; che il sangue scorse da me, e non scorse; in breve, quello che altri dicono di me, non l'ho sperimentato, ma quello che gli altri non dicono, io l'ho sofferto. Ciò che questo significa te lo spiego; so che tu lo comprenderai. Riconoscimi dunque come l'arresto del Logos, il trafiggimento del Logos, il sangue del Logos, la ferita del Logos, l'appendimento del Logos, il dolore del Logos, l'inchiodatura del Logos, la morte del Logos. E così io parlo, dopo aver dato un luogo all'uomo. Riconosci, dunque, dapprima il Logos, quindi conoscerai il Signore e per terzo l'uomo e ciò che ha sofferto.

Atti di Giovanni   

giovedì 5 aprile 2012







" La mia entrata nella sala del banchetto bloccò ogni mascella; gli Apostoli si alzarono in tumulto temendo di essere infettati dal contatto con la mia gonna: agli occhi di quei benpensanti io ero impura come se fossi continuamente mestruata. Dio soltanto se n'era rimasto sdraiato sul suo sedile di cuoio: io riconobbi d'istinto quei piedi consumati fino all'osso a forza di camminare su tutte le strade del nostro inferno, quei capelli pullulanti di parassiti d'astri, quegli immensi occhi puri come i soli frammenti che gli restassero del suo cielo. Era brutto come il dolore; era sporco come il peccato. Caddi in ginocchio, ringhiottendo il mio sputo, incapace di aggiungere un sarcasmo all'orribile peso di quella desolazione di Dio. Vidi subito che non lo avrei potuto sedurre dal momento che non mi fuggiva. Mi sciolsi i capelli come per coprire meglio la nudità del mio peccato; vuotai davanti a lui la fiala dei miei ricordi. Capivo come quel Dio fuorilegge avesse dovuto sgusciare un mattino fuori dalle porte dell'alba, lasciandosi dietro le persone della Trinità sbalordite di essere rimaste in due. Aveva preso alloggio nella locanda del tempo; si era prodigato con innumerevoli passanti che rifiutavano di dargli l'anima ma pretendevano da lui ogni sorta di gioie tangibili. Aveva sopportato la compagnia dei banditi, il contatto dei lebbrosi, l'insolenza dei gendarmi: accettava come me l'orribile sorte di appartenere a tutti."


Marguerite Yourcenar, Maria Maddalena o Della Salvezza

Leonard Cohen - Lullaby - 2009

jacques Brel _ La Chanson des Vieux Amants

oggi, s. vincenzo ferreri 1350, 1419







..Avendogli il Priore proibito di far miracoli- correva voce che ne facesse troppi- Vincenzo, obbedendo, decise di contenersi. Ma un giorno, passando per una strada, vide un uomo che precipitava da un'alta impalcatura. Intercedette per lui e l'uomo fu fermato a mezz'aria. Con profondo senso di umiltà andò a chiedere al Priore il permesso per portare a compimento l'atto che avrebbe salvato la vita al pover'uomo. Giunto sul luogo, il Priore incredulo non potè non riconoscere la potenza d'amore di Vincenzo e volentieri concedette la dispensa.  
 

mercoledì 4 aprile 2012






L'uomo di sistema tende a essere molto saggio nel suo giudizio e spesso è talmente innamorato della presunta bellezza del suo progetto ideale di governo, che non riesce a tollerare la minima deviazione da esso. Sembra ritenere di poter sistemare i membri di una grande società con la stessa facilità con cui sistema i pezzi su una scacchiera.

Adam Smith 


martedì 3 aprile 2012





Due corpi, uno di fronte all'altro,
sono a volte due onde
e la notte è oceano.

Due corpi, uno di fronte all'altro,
sono a volte due pietre
e la notte deserto.

Due corpi, uno di fronte all'altro,
sono a volte radici
nella notte intrecciate.

Due corpi, uno di fronte all'altro,
sono a volte coltelli
e la notte lampo.


Octavio Paz

lunedì 2 aprile 2012





... è nostro compito imprimere in noi questa terra provvisoria e cadùca, con tanta profondità, sofferenza e passione, che il suo essere risorga " invisibile " in noi. Siamo le api dell'Invisibile.


R. M. Rilke

domenica 1 aprile 2012





" Ora osservo soprattutto i movimenti corporei dei monti, delle acque, degli alberi, dei fiori. Tutto mi richiama alla mente i movimenti analoghi del corpo umano, i moti analoghi di gioia e sofferenza delle piante. La sola pittura non mi basta: so che con i colori è possibile creare qualità intrinseche, si può presentire intimamente, nel profondo del cuore, un albero autunnale in piena estate. Io vorrei dipingere questa malinconia."

Egon Schiele



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