domenica 11 maggio 2014

Billie Holiday - Strange Fruit



dedicata a Andrea Cristina Zamfir


Strange Fruit


Gli alberi del sud producono uno strano frutto,
sangue sulle foglie e sangue alle radici,
un corpo nero che oscilla nella brezza del sud,
uno strano frutto appeso ai pioppi.

Scena pastorale del prode sud,
gli occhi sporgenti e le bocche contorte,
profumo di magnolia, dolce e fresco,
poi d'improvviso l'odore di carne che brucia.

Ecco il frutto che i corvi possono beccare,
che la pioggia inzuppa, che il vento sfianca,
che il sole fa marcire, che l'albero lascia cadere,
ecco uno strano e amaro raccolto.





Con questa scena viva ancora nel cuore, l'impiccagione di Thomas Shipp e Abraham Smith in Oregon il 7 agosto 1930, Abel Meeropol e Billie Holiday, a un tavolino del Café Society - uno dei pochi locali che permetteva alla gente di colore di entrare - scrissero il testo di " Strange Fruit". Era il 1939.
Il giornalista Harry Levin racconta di quando una sera Billie Holiday la cantò a casa di Arthur Herzog, l'autore di un'altra grande canzone della Holiday, " God bless the child": " Noi eravamo lì, storditi e incapaci di muoverci. Lei ci mise in contatto fisico con quella canzone. Nel mezzo della Seconda Guerra Mondiale, mentre stavamo combattendo per riportare la libertà, Billie ci stava dicendo che c'erano alcune cose incompiute con le quali l'America doveva confrontarsi".


brani estratti da: " Storie di strani frutti e diritti umani in musica" di Antonino Musco    

  

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