venerdì 28 agosto 2020








" Il Tuffatore ", un affresco ritrovato in una tomba del 480 a.c., di autore anonimo, raffigura un uomo che si lancia dall'alto verso il mare, il modo in cui la figura inarca in sospensione prima dell'impatto sull'acqua è perfetto.L'opera si trova a Paestum ed è interessante per due aspetti contrapposti. Nell'intento dell'autore c'è un apparente contrasto tra l'uomo perfetto che si tuffa in mare - rimando chiaro all'arte omoerotica - e il fatto che il dipinto stia su una tomba. L'uomo si butta verso il mare che non è solo acqua, ma anche, in questo caso, l'impatto con l'ignoto, con la morte. Cosa fanno i nuotatori nel mare aperto oltre ad affermare la loro smania di libertà e il desiderio di stare dentro quella speciale solitudine fatta d'acqua? Credo che stringano un patto con la morte, a ogni bracciata le si avvicinano e, nel contempo, la scacciano via. Sotto l'acqua è l'ignoto, sopra il respiro, chi nuota sta in mezzo. La nuotatrice o il nuotatore sono stranieri che passano il tempo lungo il confine più complicato del mondo, lo fanno dal 480 a.c., da prima, da chissà quando, e continueranno a farlo.
Lo spazio del nuoto è lo spazio del respiro.




Gianni Montieri, Nuotare
Doppiozero.com     
 

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