venerdì 25 novembre 2022






 La guerra, quindi, se la giudichiamo secondo i criteri delle guerre precedenti, è mera impostura. È simile alle battaglie di certi ruminanti, le cui corna hanno un’angolazione tale che impedisce loro di farsi male a vicenda. Ma sebbene sia irreale non è priva di significato. Divora l’eccellenza di beni di consumo e contribuisce a conservare la specifica atmosfera mentale necessaria a una società gerarchica. La guerra, come si vedrà, è ora un’affare puramente interno. In passato i gruppi dirigenti di tutti i paesi, sebbene potessero riconoscere il comune interesse e quindi limitare la distruttività della guerra, combattevano effettivamente gli uni contro gli altri, e il vincitore saccheggiava sempre il vinto. Al giorno d’oggi non combattono affatto gli uni contro gli altri. Ogni gruppo dirigente fa la guerra ai suoi subordinati, e l’obiettivo della guerra non è favorire o prevenire la conquista di nuovi territori bensì mantenere intatta la struttura della società. La parola stessa “ guerra “ è diventata fuorviante. Forse sarebbe più appropriato dire che, diventando continua, la guerra ha cessato di esistere. La particolare pressione che esercitava sugli esseri umani tra il Neolitico e i primi del Novecento è scomparsa, sostituita da qualcosa di ben diverso.



George Orwell, 1984

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