giovedì 8 novembre 2012

il sig. Erik Weiss, in arte Houdini..




Il sig. Erik Weiss, in arte Houdini, passò la vita - traendone fama imperitura- totalmente concentrato in due idee-guida. La prima, liberare se stesso dai più coercitivi strumenti di immobilizzazione che l'uomo nel frattempo s'era dato la pena di inventare. Catene, manette, contenitori di vario genere ermeticamente sigillati e, come se non bastasse, immersi nell'acqua. Dall'inizio della sua carriera- era l'anno 1900 tondo tondo-  passa il primo quarto del ventesimo secolo a sbalordire il mondo: chiede di essere ammanettato, imprigionato, sepolto, scommette sulla sua capacità di sgusciare via libero e vince sempre la sua scommessa! La seconda, confutare con tutte le sue forze l'esistenza dello " spirituale" , smascherando tutti quelli che lo invocano a suffragio delle loro imprese terrene. Ci pensate: il secolo diciannove, come un bravo entomologo che infilza le sue farfalle, sta ancora ultimando il suo lavoro di classificazione della realtà quando appare sulla scena del mondo un ebreo-americano, figlio di un rabbino, che, applicando determinazione e tanta, tanta pazienza - sono parole sue- mostra al mondo come si scappa dalla galera della materia. Evidentemente, dal momento che molto si diede da fare per negare la realtà dello spirito, mai ebbe a sospettare che la determinazione e la pazienza con le quali sciolse i suoi lacci erano (e sono) virtù dello spirituale che anima l'essere umano. Fu così che, con le più serie intenzioni antispirituali, indicò una via di fuga dalla prigione scientista che l'800 più rigorosamente materialista aveva  costruito. Lo fece nei modi in cui si esprime l'estro di un artista di strada. Dopo di lui la fisica quantistica continuò a demolire quelle stesse mura. Anche per loro merito oggi siamo in grado di pensarci " liquidi".


vincent


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