domenica 27 aprile 2014






" Bisognava visitarli sotto la pioggia battente, i duomi gotici: si destavano allora in vita i loro doccioni a forma di draghi, ne brillavano allora gli smalti colorati e, intasandosi, i loro condotti muggivano: ululavano le fauci di pietra, barrivano sputando i getti dell'acqua di vita. Bisognava udirle, le cattedrali. Anche alla scultura e alla pittura di molti popoli "primitivi" si deve porgere orecchio. I draghi con lingua penzoloni, che emettono dalla bocca piante, catene, nastri, li troviamo dalla Colombia britannica all'Oceania, fin sulle pareti della cattedrale di Fermo.
Vanno ascoltati, come vanno ascoltate le silenziose facce dei Maori e d'altri, tatuate di consimili motivi. Rappresentano l'urlo primordiale, il Verbo creatore, il vagito del cosmo. Stanno cioè dicendo: la realtà in ultima analisi è ondulatoria, ogni cosa si definisce dalla sua vibrazione specifica, cioè dal suo ritmo animatore; l'essenza delle cose è la loro musica: il musicista, specie il tamburino, la coglie e la riproduce, dunque tutto nasce, ha origine dal suono ed è in ultima analisi timbro e ritmo".



Elémire Zolla




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