giovedì 31 luglio 2025

Bottino




Una delle primissime parole indiane entrate nella lingua inglese fu il termine gergale hindustani per “ bottino “: loot. Secondo l’Oxford English Dictionary questo lemma era usato raramente al di fuori delle pianure dell’India del Nord fino alla fine del diciottesimo secolo, allorché si diffuse improvvisamente in tutta la Gran Bretagna. Per comprendere come e perché attecchì e prosperò in un terreno così remoto è sufficiente visitare Powis Castle, nelle Marche Gallesi.
L’ultimo principe ereditario del Galles, dal memorabile nome di Owain Gruffydd ap Gwenwynwyn, fece costruire il forte dirupato di Powis Castle nel tredicesimo secolo; la tenuta era la sua ricompensa per aver rinunciato al Galles in favore della monarchia inglese. Ma i suoi tesori più spettacolari risalgono a una data assai posteriore, al periodo delle conquiste coloniali britanniche.
Powis Castle, infatti, è semplicemente stracolmo di bottino indiano: le sue stanze traboccano di spoglie imperiali estorte nel diciottesimo secolo dalla Compagnia delle Indie Orientali. Vi sono più manufatti moghul accatastati in questa villa privata nella campagna gallese che esposti in qualsiasi luogo dell’India - incluso il National Museum di Delhi. I tesori comprendono huqqa di oro brunito intarsiati di ebano imporporato; spinelli del Badakhshan e pugnali ingioiellati superbamente incisi; rubini scintillanti color sangue di piccione e manciate di smeraldi verde lucertola. Vi sono teste di tigre incastonate con zaffiri e topazi gialli; ornamenti di giada e d’avorio; paramenti di seta ricamati con papaveri e loti; statue di divinità indù e bardature per elefanti. Nel posto d’onore spiccano due grandi trofei di guerra, sottratti ai loro proprietari sconfitti e uccisi: il palanchino che Siraj ud-Daula, il nawab del Bengala, lasciò dietro di sé quando fuggì dal campo di battaglia di Plassey, e la tenda militare di Tipu Sultan, la Tigre del Mysore. 
Tale è l’abbaglio di quei tesori che, quando li visitai l’estate scorsa, mi lasciai quasi sfuggire l’immensa tela incorniciata che illustra il modo in cui quell’enorme bottino finì per ritrovarsi lì. Il quadro è appeso nella penombra, sopra l’uscio di una stanza in legno, al sommo di una buia scalinata in pannelli di rovere. Non è un capolavoro, ma ripaga un attento scrutinio.
Un principe indiano decaduto, vestito in abiti d’oro, è assiso su un alto trono sotto un padiglione di seta. Alla sua sinistra stanno gli ufficiali del suo esercito, armati di scimitarre e lance; alla sua destra, un gruppo di gentiluomini impomatati e imparruccati stile Giorgio III. Il principe sta consegnando con entusiasmo un rotolo di pergamena nelle mani di un inglese leggermente sovrappeso in finanziera rossa. 
La scena ritratta nel dipinto risale all’agosto 1765…continua..


Tratto da: “ Anarchia “ di William Dalrymple

venerdì 25 luglio 2025


 


Il primo ministro inglese cacciato dal proprietario di un pub che lo accusa di complicità con il genocidio del popolo palestinese a Gaza.

mercoledì 23 luglio 2025


 

Ci pensate a quando arriverà il tempo in cui racconteremo ai nostri nipotini che un loro lontano antenato punto da una zanzara aveva preso la malaria.. ci crederanno?

lunedì 21 luglio 2025


 

La foto è tratta dal giornale “ La Repubblica “ del 25 settembre 2022. L’articolo ci informa che, a causa dell’infestazione ad opera della Xylella, le vittime dell’immane flagello ormai destinate a sicura morte venivano trasformate nei loro fantasmi dal progetto “ artistico “ di un tizio di cui preferisco non fare il nome. Bene, sono passati tre anni e il Corriere del Mezzogiorno in data 20 maggio 2025 ci racconta che: “ Nelle campagne tra Galatone e Collepasso, nella provincia di Lecce, la natura ha mostrato la sua forza resiliente e ha ridato vita a centinaia di ulivi malati di Xylella. Le piante si sono riprese da sole, senza alcun intervento esterno, sono tornate a fiorire e a produrre olive e olio con caratteristiche giudicate migliori dell’olio tradizionale salentino. La foto qui di seguito a riprova di tutto ciò:






La stima degli ulivi abbattuti è di circa 21 milioni, l’ennesima strage degli innocenti.


Ora che ho presente al mio spirito tutto questo: coste e promontori, golfi e insenature, isole e penisole, rocce e arene, colline boscose, dolci pascoli, fertili campi, fioriti giardini, questi alberi ben curati e i tralci pendenti e i monti che toccano le nuvole e questo ridente susseguirsi di pianure, di scogli, di dune, e il mare che tutto abbraccia con tanta mutevolezza e molteplicità di volti, ora l’Odissea è davvero per me una parola viva “.


 Goethe, Napoli 17 maggio 1787


mercoledì 16 luglio 2025


 



Il NO!! Che il giudice Ferdinando Imposimato pronuncia in questa intervista riguarda il referendum Renzi - Boschi del 2016 che ebbe un’affluenza del 65%. Vinsero i NO con una percentuale che sfiorò il 60%. A cosa serve ricordare tutto ciò? Forse a maturare il convincimento che vincere o perdere referendum o elezioni non ha nessuna influenza sull’agenda del basso impero che governa. Oggi, a nove anni da quella “vittoria “, il nostro parlamento vota per destinare il 5% della ricchezza generata in un anno dal lavoro di tutti all’acquisto di strumenti di morte. Qualcuno ci ha chiesto se siamo d’accordo? 


Vincent

martedì 15 luglio 2025


 




Non nell’indifferenza cerco la mia salvezza. Il brivido di meraviglia è quanto di meglio abbia l’uomo. Anche se il mondo gli fa pagar caro il sentimento, sente in profondo, quando è commosso, l’immensità.


Johann Wolfgang Goethe, Faust

lunedì 14 luglio 2025

 Voci amate e idealizzate, di coloro che sono morti, o di coloro che sono perduti per noi come i morti. A volte ci parlano nei sogni; a volte, nel profondo dei pensieri, la mente le ascolta. E con il loro suono, per un attimo, ritornano i suoni della prima poesia della nostra vita. Come musica notturna, lontana, che svanisce.

Constantin P. Kavafis






mercoledì 2 luglio 2025

Ipse dixit




“ Quarant’anni fa, i leader di Europa scelsero la bandiera comune dell’Europa. Blu come il manto della Madonna, con le 12 stelle delle tribù di Israele disposte in cerchio “.



Antonio Tajani, ministro degli Esteri e vicepremier 
 

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