giovedì 20 dicembre 2012








" Era solo una partita di allenamento a scuola, loro erano a corto di un " uomo". Avevo circa dieci anni, li pregai di farmi giocare. "Oh, va bene. Andiamo, allora". Così mi dissero. In un istante mi ero liberata di cappotto e cappello. Per le scarpe non ho avuto problemi, visto che ho sempre indossato stivali da ragazzo. Conoscevo le regole. E alla fine è arrivata la mia occasione. Ho afferrato la palla- posso ancora sentirne la pelle umida e il suo inconfondibile odore, vedere il filo delle cuciture- e ho corso, ed ero così desiderosa di provare a segnare che non ho passato il pallone. Forse avrei dovuto, invece ho corso ancora. E ho visto il ragazzo che veniva verso di me, l'ho schivato ed ero senza fiato, il cuore pulsava forte, le ginocchia tremavano. Sì, l'ho fatto. Poi ho schiacciato il pallone a terra, proprio sulla linea. Faccia a terra, per un momento tutto è diventato nero. Poi mi sono tirata su, ho pulito le ginocchia con le mani".



dai ricordi di Emily Valentine, prima donna in un campo di rugby nel 1887 






 

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